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Bimbi e donne incinte, prime vittime dei prodotti chimici tossici
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Articolo di Redazione
12 giugno 2016 16:13
 
 PCB, PBB, PFOA, diossina, ftalati… dietro questi acronimi e nomi strani si nascondono dei prodotti, per alcuni versi tossici, ai quali sono quotidianamente esposte le donne incinte, bimbi che devono ancora nascere e neonati.
La contaminazione chimica di questi soggetti piu' vulnerabili e' stata oggetto di un incontro dello scorso giovedi' 9 giugno, organizzato dell'associazione “Women in Europe for a Common Future (WECF), con l'intento di migliorare la prevenzione.
“L'attuale regolamentazione non permette di proteggere le persone, perche' essa si basa sulle regole classiche della tossicologia, che sostengono che sia la dose che fa il veleno. I perturbatori endocrini possono avere effetti a delle dosi infinetesimali. Cio' che conta e' il fatto di essere esposti”, ha sottolineato il deputato Jean-Louis Rouménages (Europe.Ecologie-Le Verts, Hérault). Il feto, soprattutto, e' ad un livello di sviluppo “molto potente, durante il quale un'esposizione chimica potrebbe infettare, per tutta la sua vita, il bimbo, il bambino e l'adulto che diventera', cosi come i bambini che avra'”, ha ugualmente rilevato Patrice Sutton, del programma di sanita' riproduttiva e dell'ambiente dell'Universita' della California.
Se l'approccio per “dose” sembrerebbe quindi inadatto a queste sostanze -attualmente limitate a delle “dosi giornaliere accettabili”, al di sotto delle quali non ci sarebbe rischio per la salute-, quello che invece procede nel testare la loro nocivita' “sostanza per sostanza”, sarebbe uguale, secondo Ibrahim Chahoud, dell'Istituto di farmacologia clinica e di tossicologia di Berlino. Poiche' noi siamo, in realta', costantemente esposti ad una moltitudine di sostanze chimiche. Dei “cocktail” che, di per se', non sono regolamentati, e di cui “la scienza non puo' realmente testarne gli effetti”.
Un'esposizione inarrestabile
Con qualcosa come 70/100mila prodotti chimici nel commercio internazionale, con 4.800 di un importante volume, questa esposizione multipla e' pertanto inarrestabile, stima Jeanne Conry, della Federazione Internazionale di ginecologia ostetrica (FIGO).
“In Usa, ogni donna incinta ha almeno 43 prodotti chimici esogeni tossici nel proprio corpo: del mercurio, del piombo, del bisfenolo A, del perclorato...”. La FIGO ha quindi lanciato un appello, ad ottobre 2015, per allertare su questa esposizione nel corso della gravidanza e dell'allattamento, che “rappresenta una minaccia per la riproduzione umana”.
Prendiamo per esempio i filtri anti-UV, presenti, tra gli altri, nelle creme solari. Secondo Anna-Maria Andersson, del dipartimento di sanita' riproduttiva al Rigshpitalet di Copenaghen, almeno tre di questi prodotti autorizzati nella cosmetica da parte dell'Unione Europea, sono dei potenziali perturbatori endocrini. E notoriamente uno dei piu' comuni: il benzofenone 3. Lo si ritrova nel 90% delle urine testate in Danimarca -e ancora di piu' nei bimbi che frequentano l'asilo nido.
Recrudescenza dei cancri
Secondo Anna-Maria Andersson, alcuni studi su dei topi hanno mostrato che questa sostanza, a dosi minime, puo' avere delle conseguenze: essa favorisce una riduzione degli spermatociti; un aumento delle apoptosi delle cellule (che si autodistruggono); una diminuzione del livello di testosterone; nonche' una diminuzione nelle ovaie dei folicoli antrali (stadio dello sviluppo dei folicoli ovari).
Recrudescenza dei cancri ai testicoli, dei cancri al seno, delle ipospadie (malformazione dell'uretra nei feti maschi), caduta della fertilita', epidemia di diabete, di asma, di obesita'… ”Perche' queste malattie si sono tanto sviluppate in questi ultimi quaranta anni, in un lasso di tempo troppo corto perche' posa essere considerata una evoluzione genetica?”, si domanda Jeanne Conry. “E' l'ambiente che ha giocato un ruolo”.
I fattori ambientali sono anche sospettati per l'endometriosi -un'alterazione della mucosa uterina, invalidante e fonte di infertilita', che tocca circa il 10% delle donne. “E' una catastrofe, di cui non si conosce il meccanismo. L'esposizione alla diossina, agli ftalati o ancora ai pesticidi, sono delle ipotesi”, dice Philippe Descamps, rappresentante francese presso la FIGO.
Maggiore prevenzione e regolamentazione
Di fronte a questi fatti allarmanti, il personale sanitario sembra impreparato: “Si parla di droga, di alcool e di tabacco alle donne incinte, ma non viene detto nulla ai nostri pazienti sui prodotti chimici”, dice Jeanne Conry. E le ostetriche sono carenti di informazioni su queste questioni.
Anche presso i medici generici, “si e' sorpresi della grande domanda di formazione dei medici”, ha testimoniato il dottor Nicolle, dell'associazione Alertes médicins pesticides, che ha lanciato lo scorso 12 maggio una campagna per aiutare i dottori a consigliare le donne incinte e i genitori sulle contaminazioni chimiche.
A livello nazionale francese, una strategia sui perturbatori endocrini e' stata lanciata ad aprile 2014, ha ricordato il ministro dell'Ambiente, Ségoléne Royal, nell'apertura della manifestazione. Per alcune sostanze, la regolamentazione fa dei progressi: divieto del bisfenolo A (BP) nei biberon, nei contenitori alimentari.. E prossimamente, una iniziativa della Francia per “depositare un dossier di identificazione del PBA come sostanza in se' ”estremamente preoccupante”, davanti all'Agenzia europea dei prodotti chimici (ECHA), ha annunciato il ministro.
In altri contesti, il percorso legislativo resta complesso. Il Senato francese ha respinto, a maggio, il divieto dei pesticidi neonicotinoidi. Rispetto alla Commissione Europea, essa e' stata condannata, a dicembre 2015, per non aver determinato nei tempi stabiliti i criteri scientifici che caratterizzano i perturbatori endocrini. L'UE non ha inoltre adottato delle definizioni ufficiali per queste sostanze -un problema maggiore per la loro futura regolamentazione.
Per andare piu' lontano:
L'associazione WECF ha diffuso delle raccomandazioni e liste di prodotti tossici, tipo:
- cosmetici per bimbi
- vestiti per bambini
- giocattoli
- cosmetici femminili
- prodotti casalinghi

(articolo di Angela Bolis, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 12/06/2016) 
 
 
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