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Brexit: un referendum solo consultivo. E allora?
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Articolo di Annapaola Laldi
27 giugno 2016 10:07
 
L’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea non è un fatto automatico, e forse neppure scontato.
Infatti il referendum del 23 giugno è solo consultivo e l’ultima parola spetta, in realtà, al Parlamento che, di fronte alla spaccatura netta del Paese (51,9% a favore e 48,1% contro l’uscita dalla UE) e alla assenza di un vero piano concreto per cambiare le cose, non approntato dai fautori della Brexit in vista della ritrovata ”indipendenza”, potrebbe anche, legittimamente, non seguire la via indicata da questa risicata maggioranza, oppure far ripetere il referendum, come viene richiesto in queste ore da tanti britannici. Bisogna anche aggiungere la volontà dichiarata dalla Scozia (e dall’Ulster) di separarsi dalla Gran Bretagna e, prima, di mettere il veto in Parlamento sull’uscita della Gran Bretagna dalla Unione europea.
A rendere il quadro politico inglese ancora più inquietante c’è pure l’ammissione di Farage di aver fatto promesse elettorali avventate, che non saranno mantenute (vedere Farage) e una disamina su questa questione e su altre ancora si trova sul sito “Debunking.it”: “Le bugie elettorali di Farage” del 25 giugno 2016.
Il punto della situazione a oggi, 26 giugno, lo fa con chiarezza il “Fatto quotidiano” : Brexit: il referendum è il primo passo”. 
 
 
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