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Carne della foresta in Europa: la scimmia, il piatto forte
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Articolo di Katrin Bawal
22 giugno 2010 17:47
 
Primati, coccodrilli, elefanti: ogni anno centinaia di tonnellate di carne trafugata dall'Africa giungono in Europa, e in questo modo si possono propagare anche nuovi agenti patogeni.

Parigi, malgrado la confusione mattutina dell'aeroporto Charles de Gaulles, l'uomo che trascinava a fatica un borsone frigorifero lungo il terminal 2E non poteva passare inosservato. I funzionari che lo invitarono a mettersi da un lato, immaginavano già quello che avrebbero trovato: carne di scimmia o d'antilope, forse ratti salmistrati avvolti in pellicola per tenerli freschi. E con molta probabilità il passeggero, proveniente dall'Africa, avrebbe esibito un documento pieno di timbri delle autorità veterinarie locali che lo autorizzavano a portare la carne in Europa.
Per 17 giorni, Anne-Lise Chaber e i suoi colleghi hanno osservato scene di quel tipo nell'importante aeroporto europeo. Essendo esperti di tutela delle specie presso la Zoological Society of London, volevano scoprire quanta "carne della foresta” segue l'itinerario Africa-Europa, chi e in che modo la introduce, come arriva ai clienti di Parigi, Bruxelles e Londra.
I dati che hanno appena pubblicato dicono che notevoli quantità di "bushmeat" illegale superano i confini: più di 270 tonnellate l'anno transitano dal solo scalo Charles de Gaulles, scrivono in Conservation Letters. Per ora mancano i dati degli altri scali europei. Ma Stefan Ziegler del WWF ritiene che la carne della foresta passi anche per Londra, ad esempio. Una conferma viene da Justin Brashares della University of California, che alcuni anni fa ha studiato il mercato illegale di carne in Europa, Usa e Canada. Al termine del suo lavoro, ha detto che negli Stati citati ogni mese vengono smerciati più di 6000 chili di quella carne. Dice d'aver visto zampe e teste di scimpanzé e di gorilla, carne di babbuini, cercopitechi, antilopi, roditori, rettili e uccelli. Evidentemente, tutto quello che il mondo animale offre all'Africa piace anche a gente che vive in Europa.
Nel frattempo, la caccia agli animali selvatici è divenuta per i Tropici d'Africa una minaccia peggiore della deforestazione, scrive Ziegler nel rapporto per il WWF. Le infrastrutture sono migliorate e consentono di raggiungere i luoghi isolati dove gli animali si rifugiano, e per i cacciatori è più facile, quindi, procacciare la carne da esportare.
A Parigi, Anne-Lise Chaber e colleghi non hanno dovuto attendere molto perché i controllori scoprissero qualcosa. Su 134 passeggeri in arrivo dall'Africa centrale e occidentale e il cui bagaglio è stato aperto, quasi la metà aveva con sé pesce o carne. Nel bagaglio di un signore i funzionari hanno trovato 51 chili di carne, nemmeno nascosti sotto i vestiti. La quantità maggiore di carne della foresta l'avevano i viaggiatori di ritorno dalla Repubblica Centrafricana e dal Congo.
La specie illegale sottratta più spesso è un animale inconsueto nel piatto di un europeo: il porcospino. Ma piacciono anche le antilopi Duiker e i topi del bambù. Nei frigobox e sotto la biancheria gli ispettori hanno trovato primati come i cercopitechi, coccodrilli, potamoceri e persino un pezzo di proboscide d'elefante. Di solito gli esperti riescono a identificare il tipo d'animale dalla qualità della carne. Altrimenti si ricorre al Dna, dice Ziegler, per nulla impressionato dalla varietà di specie scoperte nello scalo parigino. “Nell'elenco della carne della foresta figurano oltre 200 mammiferi, in pratica tutto quello che si trova in Africa”. Difficile dire se i passeggeri siano consapevoli d'agire in modo illegale. Scrivono gli autori: “Pensiamo che le norme sull'importazione siano poco conosciute”.
Altrettanto poco sapevano Chaber e i suoi colleghi di quanto avviene della carne una volta giunta in Europa. Per saperne di più, hanno scovato tre donne, a Parigi, che la commercializzano; hanno così scoperto che costa dai 20 ai 30 euro al chilo, e che il trasporto ha fatto lievitare non poco il prezzo (dai 5 euro in Camerun). Ziegler: “In Africa la carne della foresta non costa molto più del manzo o del pollo; ma appena supera i confini diventa un prodotto di lusso”. Evidentemente la pensano così anche i clienti. “Per lo più, la carne della foresta viene ordinata dagli africani residenti in Europa in occasioni speciali”, spiega l'autore dello studio Marcus Rowcliffe. Il commercio è organizzato in maniera professionale: su richiesta, i commercianti forniscono in breve tempo la carne dell'animale desiderato e nella quantità voluta. “Molto si svolge anche per via informale”, ritiene Ziegler; ossia, un africano di ritorno dall'Africa porta la carne con sé e la vende agli amici in Europa. “E' capitato che anche nei supermercati si trovasse carne della foresta trafugata”.
Ma se nei piatti europei finiranno sempre più coccodrilli, scimmie e ratti, si correranno dei seri rischi. Gli agenti patogeni che prima riguardavano solo gli animali selvatici, potrebbero arrivare all'uomo attraverso la caccia. E che possano giungere in Europa veicolati dalla carne e dai viaggiatori, pare essere solo una questione di tempo.
Dopo questa loro esperienza, i ricercatori non si meravigliano più che la carne della foresta sia un'ottima fonte di guadagno. Infatti, solo uno dei passeggeri “pizzicati” ha dovuto pagare la multa -in Francia sono al massimo 450 euro. Anche perché ai doganieri non conviene dedicarvi tempo ed energie. La droga è molto più appagante per loro: quando la scoprono, possono aspirare a un bonus.

(traduzione di Rosa a Marca dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung del 18/06/2010)

 
 
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