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Clima. Il 2016 ha battuto il record di calore, il Pianeta entra in un ‘territorio sconosciuto’
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Articolo di Redazione
22 marzo 2017 15:56
 
  Tutte le istituzioni che si dedicano all’osservazione del clima l’hanno gia’ detto, con i propri dati, in ordine sparso: l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) lo conferma. Secondo l’ultimo bilancio climatico annuale diffuso dall’organizzazione dell’Onu, pubblicato il 21 marzo, l'anno 2016 ha battuto tutti i record.
Il riscaldamento in atto, come mai in passato, ha coinvolto tutti i comparti del sistema climatico- l’aumento della temperatura, la crescita degli oceani, il ritiro delle banchise.
Le cifre ufficiali tradizionalmente presentate a fine marzo dall’OMM sono quelle che fanno testo: esse provengono dall’insieme dei dati raccolti dai principali laboratori di climatologia nel corso dell’anno analizzato.
L’indicatore che colpisce di piu’: la temperatura media del Pianeta. E’ stata superiore di 1,1 gradi rispetto alla media dell’epoca preindustriale, battendo anche il record stabilito dall’anno precedente (1,04 gradi centigradi).
“Le temperature sono state al di sopra della media 1961-1990 nella vasta maggioranza delle terre emerse, con le sole eccezioni significative di una regione dell’America del sud, nel cuore dell’Argentina, e di zone del sud-ovest dell’Australia”, dice l’OMM nel suo rapporto.
“Al punto in cui siamo”
In alcune regioni dell’Artico, la temperatura media annuale ha ecceduto di 3 gradi la media 1961-1990: e’ il caso verificatosi lungo la costa dell’Artico russo, in Alaska o nel nord-ovest del Canada.
Molto lontano dal nord, in cima al mondo, il numero di gradi Celsius in eccesso sembrano irreali. La temperatura registrata durante tutto l’anno alla stazione meteorologica dell’aeroporto di Svalbard, nell’arcipelago norvegese di Spitzberg, eccede di 6,5 gradi la media 1961-1990.
“Nel leggere questo rapporto, come numerosi altri, e’ evidente che la prospettiva di stabilizzare il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi si allontana -dichiara il climatologo Michael Mann, direttore dell’Earth System Science Center dell’Universita’ della Pennsylvania (Usa)-. Abbiamo gia’ riscaldato l’atmosfera di piu’ di 1,5 gradi, e 0,5 in piu’ potrebbero essere gia’ al limite. Al punto in cui siamo, dobbiamo probabilmente concentrare gli sforzi su una stabilizzazione al di sotto dei 2 gradi. E’ sempre possibile e lasciar andare il riscaldamento al di la’, avra’ probabilmente delle conseguenze catastrofiche e potenzialmente irreversibili”.
Delle canicole estreme hanno colpito l’Africa australe, l’Africa del nord e l’Asia. Piu’ di 42 gradi sono stati rilevati a gennaio a Pretoria (Africa del Sud), 51 gradi sono stati registrati a Phalodi (India) a maggio. Il record assoluto e’ stato rilevato a giugno a Mitribat (Kuwait) con 54 gradi -la temperatura piu’ alta mai registrata in Asia. L’Iran e l’Iraq hanno visto ugualmente il mercurio salire e oltrepassare puntualmente i 53 gradi. In Africa dell’est, delle precipitazioni deboli hanno conciso con temperature elevate, buttando nell’incertezza alimentare 20 milioni di persone -una situazione che si e’ aggravata nel corso delle prime settimane del 2017.
Deficit di banchisa
“Questo aumento della temperatura mondiale e’ coerente con gli altri cambiamenti percettibili con il sistema climatico, ha dichiarato Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM. Le temperature medie dell’oceano sono ugualmente state le piu’ elevate mai rilevate, il livello marino ha continuato a salire e l’estensione della banchisa artica e’ stata molto sotto la media durante larga parte dell’anno”.
A novembre 2016, il deficit di banchisa a livello mondiale ha coinvolto 4 milioni di Kmq, “una anomalia senza precedenti per questo mese dell’anno”. Per quanto riguarda le temperature elevate dell’oceano, aggiunge l’OMM, “esse hanno contribuito ad episodi di imbiancamento e di mortalita’ dei coralli in numerose acque tropicali (come nella Grande Barriera corallina), con impatti importanti sulla catena alimentare marina, gli ecosistemi e la pesca”.
Durante tutto l’anno, il termometro terrestre e’ schizzato verso l’alto grazie al potente fenomeno di El Niño, molto marcato all’inizio dell’anno 2016. Questo fenomeno naturale, che ritorna in generale tra i tre e i sette anni, e’ segnato da un forte riscaldamento delle acque di superficie del Pacifico. Fa salire il mercurio ma suscita anche, in alcune regioni, episodi di precipitazioni o di siccita’ estremi.
Esso ha fatto salire bruscamente il livello medio dei mari. Che, secondo l’OMM si sono alzati di 1,5 centimetri tra novembre 2014 e febbraio 2016. Questo aumento puo’ sembrare modesto a chi non e’ addetto ai lavori, ma, considerando il ritmo di crescita del livello dei mari osservato negli ultimi 25 anni, esso rappresenta quattro o cinque anni di aumento medio in meno di sedici mesi…
“I limiti della nostra conoscenza”
La forza di El Niño non e’ tuttavia responsabile di tutti i fenomeni estremi osservati. La tendenza in generale al riscaldamento ha la sua responsabilita’. Perche’, finito El Niño, le temperature del 2017 dovrebbero fortemente marcare il passo; ma non e’ quello che i climatologi stanno per ora rilevando.
I due primi mesi dell’anno si piazzano anche sul secondo posto del podio, immediatamente dietro i primi due mesi del 2016. A febbraio, e nel solo territorio Usa, 11.743 record di calore son stati rilevati o oltrepassati, secondo i dati del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) americano.
“Anche senza la potenza di El Niño, nel 2017 vediamo dei cambiamenti rimarchevoli che operano su tutto il Pianeta, e che ci fanno chiedere quali siano i limiti della nostra conoscenza del sistema climatico, dice David Carlson, direttore del programma mondiale di ricerca sul clima dell’OMM. Siamo ormai in un territorio sconosciuto".

(articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 22/03/2017)
 
 
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