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Clima: temperature e CO2 in crescita
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Articolo di Redazione
19 giugno 2016 23:35
 
A maggio del 2016, l'indicatore di temperatura planetaria e' andata oltre 0,93 gradi centigradi, la media 1951/1980. e' quanto vien fuori dall'analisi pubblicata dell'équipe Nasa/Universita' della Columbia di New York. La temperatura calcolata sul periodo gennaio /maggio 2016, va oltre questa media di 1,5 gradi, un livello molto alto, che dimostra che l'obiettivo fissato alla COP21 di prevedere un aumento massimo di 1,5 gradi relativamente al periodo pre-industriale e' fuori portata.
Impossibile non accostare questa analisi di questa pubblicazione, grazie ad un'équipe del CNRS, sulle cifre da tenere in considerazione con un risultato di carattere simbolico. La stazione di misurazione dell'isola di Amsterdam, al sud dell'oceano Indiano ha in effetti mostrato per la prima volta a maggio il valore di 400 ppm (parti per milioni) per il diossido di carbone.
Una cifra simbolica, tuttavia, che va paragonata a quella dell'era pre-industriale, prima che gli umani non bruciavano in modo massiccio carbone, petrolio e gas, di 280 ppm circa.
L'isola di Amsterdam, molto lontana dalle sorse antropiche di CO2, ma ugualmente dalle variazioni stagionali provocate dal cicli vegetali nell'emisfero dove i continenti hanno il dominio, fornisce agli scienziati una misura molto vicina alla media planetaria. Questa stazione di misura funziona senza interruzione da 35 anni. Ne 1981, al proprio debutto, essa registrava un valore di 339 ppm.
La pubblicazione del servizio nazionale di osservazione ICOS-Grance del Laboratorio delle sciences du climat et de l’environnement (LSCE, CNRS / CEA / UVSQ), col sostegno dell'Istituto francese Paul-Emil Victo (Ipev), permette ugualmente di osservare un'accelerazione dell'intensificazione dell'effetto serra grazie alle emissioni antropiche.
Su 35 anni, l'aumento e' del 18% (da 339 a 400 ppm). Tuttavia. Il tasso di crescita e' variato, non e' che di 1,30 ppm dagli anni 1980, andando oltre di 2 punti nel 2012.
Tuttavia, i “beni” di carbone oceanico (fisico e biologico) e continentale (stockaggio in terra e sugli alberi) funziona a piena capacità circa la meta' delle emissioni antropiche e attenuando cosi' la trasformazione della composizione chimica dell'atmosfera.
Che ci si metta ad attenuare -per esempio con la stratificazione degli oceani sotto l'effetto del loro riscaldamento- e il rito dell'intensifazione dell'effetto serra, potrebbe accelerare ancora.
Ben stabilito il legame tra CO2 e temperature
ll legame e' ormai ben stabilito tra la concentrazione dell'atmosfera di gas ad effetto serra e l'evoluzione climatica generale, da cui la temperatura media planetari (calcolata ad un metro dal suolo e sulla superficie degli oceani).
Cosi', la curva di questo indicatore dopo 50 anni, e' indubbiamente la conseguenza dell'intensificazione dell'effetto su questo periodo.
Tuttavia, delle variazioni interannuali dovute alla variabilita' interna del clima terrestre si sovrappongono a questa tendenza e puo' mascherarla per 15 anni, sia amplificandola che attenuandola, cioe' provocando delle diminuzioni dell'indicatore di un anno sull'altro.
Quindi, dopo due anni. L'indicatore batte i record mensili sugli stessi record altrettanto mensili, ed ha piazzato l'anno 2015 al top di ogni lista in virtu' del forte El Nino, questo fenomeno oceano-atmosferico che riguarda l'oceano Pacifico tropicale. Principale causa di variazione interna del clima planetario, puo' indicare l'aumento in fase El Nino dopo il calo in fase Nina, il suo contrario. Questo fenomeno, di cui il nome scientifico e' El Nino oscillazione sud, e' attualmente in fase neutra e dovrebbe fare da leva in fase Nna, cosa che dovrebbe fare abbassare l'indicatore di temperatura media da qui alla fine dell'anno. Calera' sufficientemente perche' il 2016 non tolga al 2015 il record annuale? La risposta fra qualche mese.

(articolo da un lancio dell'agenzia France Press, AFP del 17/06/2016) 
 
 
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