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La contraffazione, arma di distruzione di massa
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Articolo di Redazione
4 dicembre 2016 11:21
 
 Il mercato della contraffazione nel suo insieme costa ogni anno 167 miliardi di euro ai paesi dell'Unione Europea. E' quanto emerge da un vasto rapporto di cui il quotidiano Le Monde ha avuto l'esclusiva, lo scorso 2 dicembre, sull'impatto della contraffazione sull'economia e l'impiego a livello internazionale, condotto dal Centro di ricerca economica e degli affari (CEBR) su commissione di NetNames, un gruppo anglosassone specializzato nella protezione dei marchi su Internet.
….. Le perdite annuali fiscali e in spese sociali si attestano sui 62 miliardi di dollari (58,2 miliardi di euro) per l'insieme dei governi del G20.
Una delle risorse preferite dal terrorismo
Oltre la responsabilita' di un milione di decessi all'anno, la contraffazione pesa direttamente e indirettamente sulle economie. Essa e' responsabile, precisa il documento, della perdita di 2,5 milioni di impieghi all'anno nel mondo… “Il paese piu' toccato in Europa e' la Germania con la perdita di 107.500 impieghi; secondo a livello mondiale dopo gli Stati Uniti, si distingue per il numero piu' importante di brevetti depositato e una qualita' di produzione minacciata dalla contraffazione”, spiega Elise Léron, direttrice contabile presso NetNmaes.
Secondo il rapporto, il Paese piu' colpito restano gli Stati Uniti, con un mercato di 225.000 milioni di dollari (1,3% del PIL) e la perdita di 750.000 impieghi all'anno, mentre il meno toccato e' la Danimarca con 222 milioni di dollari (o,1% del PIL).
Il mercato mondiale della contraffazione, che resta una delle risorse preferite dal terrorismo e dal crimine organizzato per il suo basso rischio, e' stato stimato nel 2014 dalla Camera Internazionale del Commercio (ICC) a 1.700 miliardi di dollari, cioe' piu' del PIL di alcuni Paesi come l'Austria, il Belgio e la Svezia.
Le reti sociali giocano un ruolo di acceleratore
Ed e' fortemente sviluppato in Internet. Nel 2001, era stato valutato a 350 miliardi di dollari dall'ICC e, nel 1982, a 5,5 miliardi di dollari dall'International Trade Commission. “Su Internet, i prodotti contraffatti rappresentano il 10% del commercio online”, ricorda Léron. La mondializzazione ha reso complesso seguire e intercettare le spedizioni dei beni contraffatti, e lo sviluppo del libero scambio ha facilitato la loro distribuzione, indica il rapporto.
In questo contesto, lo sviluppo delle reti sociali ha giocato un ruolo di acceleratore. “L'aspetto comunitario da' credibilita' all'annuncio fraudolento, tanto che che i frodatori la possono acquisire su Facebook”, dice Léron. Su Internet le contraffazioni sono di ogni tipo e sempre piu' numerose: con lo scambio di informazioni personali, ci si trova ad avere l'offerta di un (falso) gioco che su canali ufficiali vale 100 euro.
Si puo' anche cascare a delle offerte per delle imitazioni di iPhone… a 89 euro o dei falsi Ray-Ban ha prezzi bassissimi. Si puo' essere plagiati da un nome di dominio falsificato che fa credere a quello di una banca che vi invita a riconnettervi. E' cosi' che “1.500 falsi siti di banche sono in linea ogni giorno in Francia”, sottolinea Léron, e il 37% dei francesi ha gia' acquistato un prodotto contraffatto senza saperlo.
30% dei farmaci venduti
Alcuni settori sono piu' battuti di altri dai contraffattori. Secondo lo studio, questi sono i farmaci, l'elettronica e l'alimentare i cui guadagni mondiali della contraffazione (418 miliardi di dollari) vanno oltre i mercati neri della prostituzione (186 miliardi di dollari) e della marijuana (142 miliardi di dollari). Nel mondo, il 30% dei farmaci venduti sono falsi.
Ed esistono per 49 miliardi di dollari dei prodotti contraffatti nel settore alimentare, piu' innocui come l'etichettatura dei vini spumanti e champagne fino a situazioni che minacciano la salute, come “l'uso di antigelo, prodotti per le pulizie e solventi con degli alcolici coltraffatti”, precisa lo studio.
La Cina continentale resta la principale zona di produzione e di esportazione con l'80% dei sequestri alle frontiere dell'Europa nel 2015, ma Hong Kong, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia sono del medesimo tipo.
L'impatto sulla reputazione delle marche dei prodotti resta complesso da quantificare. “Alcune contraffazioni sono vendute allo stesso prezzo, e questo fa pensare che i prodotti sian di cattiva qualita'”, dice Léron. “Come regola generale, una persona scontenta ne parla ad altre otto, mentre una persona contenta ne parla ad altre tre, e questo per un buon rapporto qualita'/prezzo. E questa cattiva immagine e' molto difficile da cancellare per le marche”.
Verso una crescita del 20% all'anno
Se non viene decisa un'azione di notevoli dimensioni, la contraffazione potrebbe crescere “del 20% all'anno nei prossimi anni -secondo Léron-. Mentre non si misura l'ampiezza del progresso tecnologico come la diffusione delle stampanti 3D, che stanno per diventare un vero problema per le grandi marche. Ognuno puo' riprodurre degli articoli in grandi quantita' senza alcun controllo. E' solo durante la fase di distribuzione, quando creano una vetrina su Internet per vendere questi prodotti, che potranno essere intercettati”.
Senza contare la diffusione delle estensioni dei nomi dei domini (fr, it, com, net, paris…) con i quali i falsari possono giocare e che costeranno troppo cari per essere depositati da un solo marchio.
Secondo la societa' per l'attribuzione dei nomi dei domini e dei numeri su Internet (Icann) e l'Associazione francese per i nomi Internet nella cooperazione (Afnic), le possibilita' di controllo del web, la crescita mondiale del mercato dei nomi di domini era del 6,5% nel 2014 con piu' di 158,6 milioni di nomi depositati.

(articolo di Cécile Prudhomme, pubblicato sul quotidiano le Monde del 04/12/2016)
 
 
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