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COP21. Ancora nuove ratifiche degli Stati. Saremo pronti entro la fine dell'anno?
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Articolo di Redazione
24 settembre 2016 10:33
 

 La messa in opera dell'accordi di Parigi sul clima ha fatto un passo avanti mercoledi' 21 settembre con l'adesione formale a questo testo di 31 Paesi, nell'ambito di una cerimonia organizzata ai margini dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal segretario generale dell'organizzazione, Ban Ki-moon.
Tra i 31 Paesi che hanno ratificato mercoledi' a New York, figurano diversi Stati latino-americani (Argentina, Brasile, Messico), cosi' come Singapore, Thailandia, Bangladesh ed Emirati Arabi Uniti. Il Marocco, Paese che ospitera' la prossima conferenza internazionale sul clima delle parti (COP), dal 7 al 18 novembre a Marrakech, si e' aggiunto anch'esso, cosi' come tanti altri Stati insulari.
Questa ondata di ratifiche fa seguito alla dichiarazione sino-americana del 3 settembre, alla vigilia del summit dei G20, dove i due piu' grandi produttori di gas ad effetto serra del Pianeta hanno ufficialmente annunciato di aver accettato l'accordo di Parigi.
Mercoledi' 21 nella sede Onu, Ban KI-moon -la cui lotta contro il riscaldamento climatico e' stata una priorita' nell'ambito dei suoi dieci anni di mandato- ha stimato che l'accordo sara' completato entro la fine dell'anno. “Lo slancio e' notevole” -ha dichiarato, aggiungendo che “l'entrata in vigore dell'accordo prima della fine dell'anno sara' una tappa maggiore verso un avvenire piu' sicuro, piu' giusto e piu' prospero”.
Contenere il riscaldamento
L'accordo concluso a Parigi nel dicembre 2015 ha l'ambizione di contenere il riscaldamento climatico sotto la soglia di 2 gradi centigradi in rapporto al livello preindustriale. Per entrare in vigore, esso deve essere ratificato da 35 Paesi, che devono totalizzare il 55% delle emissioni di gas ad effetto serra. L'accordo destinato a lottare contro il riscaldamento non entrera' in vigore che trenta giorni dopo il raggiungimento di questo doppio obiettivo.
Con l'arrivo dei 31 Stati in piu', il numero degli aderenti ha raggiunto la cifra di 60 Paesi, ma tutti insieme rappresentano meno del 48% delle emissioni mondiali. Secondo le proiezioni del think tank World Resources Institute (WRI), in base alle intenzioni di ratifica avanzate dagli Stati, in 97 potrebbero raggiungere l'accordo entro la fine dell'anno, coprendo il 67% delle emissioni di gas ad effetto serra.
“L'annuncio di oggi che l'accordo di Parigi entrera' certamente in vigore quest'anno, e' una buona notizia per il Pianeta”, dice l'esperto americano Alden Meyer, dell'Unione degli scienziati per le soluzioni ambientali-. “Ma resta ancora molto da fare in merito per la messa in opera dell'accordo che ha l'ambizione di voler impegnare i Paesi per ridurre le loro emissioni, se vogliamo raggiungere l'obiettivo fissato di zero emissioni da qui alla meta' del secolo ed evitare le tragiche conseguenze del cambiamento climatico”.
La Francia, che ha assicurato la presidenza della COP fino a Marrakech e che ha completato la sua procedura nazionale di ratifica da giugno, ha presentato mercoledi' all'Onu un documento. In cui si indica “che e' prossima a depositare i propri strumenti di ratifica” nell'ambito di un deposito coordinato in seno all'Unione Europea. Per l'UE -che convochera' una riunione dei propri ministri dell'Ambiente il 30 settembre proprio in merito- ratificare un tale accordo suppone che cio' avvenga sia per l'Unione che per ognuno dei suoi ventotto Stati membri.

(articolo di Simon Reger, pubblicato sul quotidiano le Monde del 24/09/2016) 

 
 
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