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Discorso per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma
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Articolo di Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo
27 marzo 2017 12:34
 
 Sono nato esattamente 60 anni fa, e pertanto ho la stessa età delle Comunità Europee. Per questa ragione, permettetemi di fare una riflessione personale. Come sapete, il luogo di nascita è a volte ancora più importante della data di nascita. Nel mio caso, è la città di Gda?sk, costruita con ostinazione nei secoli da polacchi e tedeschi, da olandesi, ebrei, da scozzesi e dai francesi. Nel 1945, e precisamente nel mese di marzo, Hitler e Stalin sono riusciti a distruggere la mia città natale nel giro di pochi giorni. E' stata incenerita.
Avevo otto anni quando la Comunità si è dotata di un unico Consiglio e una singola Commissione con i Trattati di Fusione; la strada che facevo ogni giorno per andare a scuola attraversava le rovine della città bruciata. Per me, la Seconda guerra mondiale non è un'astrazione.
Nel 1980, un anno dopo la prima elezione del Parlamento Europeo, nella mia Gda?sk è nato il movimento Solidarietà, Solidarno??. C'ero anch'io all'epoca, in un cantiere navale di Gda?sk, tra i lavoratori, insieme a Lech Wa??sa, che ebbe il coraggio di gridare la verità sui nostri sogni in faccia al regime comunista. Erano sogni semplici: sulla dignità umana, sulla libertà e sulla democrazia. All'epoca guardavamo tutti verso Occidente, sperando in un'Europa libera e unita, sentendo istintivamente che quello era il futuro che stavamo sognando. E nonostante avessero inviato carri armati e soldati per fermarci, i nostri sogni hanno continuato a vivere.
Quando nel 1987 entrò in vigore l'Atto Unico Europeo (l'avvio del Mercato Unico), in Polonia ci stavamo preparando alla battaglia finale. Solidarno?? vinse e poco dopo cadde il Muro di Berlino: si era aperta anche per noi la strada verso l'Europa. E vent'anni dopo, come Primo Ministro polacco, ho inaugurato lo stadio più moderno d’Europa, naturalmente nella mia città natale di Gda?sk. La città è stata poi completamente ricostruita e resa bella come mai prima. Il mio Paese faceva parte dell'Unione Europea da otto anni.
Ho richiamato questa breve mia storia per renderla nota a quei milioni di persone, ed oggi quelle persone sfileranno per le strade delle nostre capitali, a Roma, a Varsavia, e persino a Londra. L'Unione Europea non è fatta di slogan o di procedure o di regole. La nostra Unione è una garanzia di libertà, dignità, democrazia e indipendenza che non sono più soltanto i nostri sogni, ma una realtà quotidiana.
Ho vissuto dietro la cortina di ferro per più della metà della mia vita, dove era vietato persino sognare questi valori. Sì, all'epoca l'Europa era veramente a due velocità. E questo è il motivo per cui oggi ho il diritto di ripetere ad alta voce questa semplice verità: nulla è garantito per sempre nella nostra vita, costruire un mondo libero richiede tempo, grandi sforzi e sacrificio. E' il motivo per cui lo si è fatto in così pochi posti sulla Terra. Ma ce l'abbiamo fatta. Distruggere un mondo così è molto facile. Richiede solo un breve istante. Così come è accaduto per la mia Gda?sk.
Oggi a Roma stiamo rinnovando un'alleanza unica di Paesi liberi iniziato 60 anni fa dai nsotri grandi predecessori. All'epoca non discutevano di un'Europa a più velocità, non lavoravano alle exit, ma nonostante tutte le tragiche circostanze della storia recente, hanno riposto tutte le loro speranze nell'unità europea. Ebbero il coraggio di Colombo di navigare in acque sconosciute e scoprire il Nuovo Mondo.
E allora ditemi: perché oggi dovremmo perdere fiducia nell’unità? Forse perché sta diventando una realtà? O perché ci ha stancato e annoiato?
L'Europa come soggetto politico è unita o non esiste. Solo un'Europa unita può essere un'Europa sovrana nelle relazioni con il resto del mondo. E solo un'Europa sovrana può garantire l'indipendenza dei suoi Paesi membri e garantire libertà ai suoi cittadini. L'unità d'Europa non è un modello burocratico. E' un insieme di valori comuni e standard democratici. Oggi non basta invocare l'unificazione e protestare contro le più velocità. E' molto più importante rispettare le nostre regole comuni come quelle sui diritti umani e le libertà civili, la libertà di espressione e la libertà di assemblea, pesi e contrappesi, e lo Stato di diritto. Queste sono le vere fondamenta della nostra unione.
L'Unione dopo Roma dovrebbe essere ancor più di prima un'Unione basata sugli stessi principi, un'Unione sovrana, un'Unione di unità politica. Dimostrate oggi di essere i leader d'Europa e di avere a cuore l'eredità che abbiamo ricevuto dagli eroi dell'integrazione europea 60 anni fa. Grazie.
 
 
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