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Farmaci falsi invadono l'Africa
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Articolo di Redazione
21 gennaio 2017 10:30
 
  
Passano per la maggior parte nei commerci delle citta’ africane, ma si trovano anche negli ospedali pubblici o negli stock delle grandi ONG umanitarie, introdotti grazie all’abilita’ dei falsari. I falsi farmaci -con un sinistro bilancio valutato in diverse centinaia di migliaia di morti ogni anno- sono diventati una costante in Africa. Il grande colpo assestato dall’Organizzazione mondiale delle dogane (WCO- World Customs Organization) a settembre del 2016, i cui risultati sono stati divulgati venerdi’ 20 gennaio a Parigi, confermano l’ampiezza del problema.
L’India primo fornitore
Circa 126 milioni di farmaci falsificati o illegali sono stati sequestrati nell’operazione condotta tra il 5 e il 14 settembre 2016 in sedici porti africani. Sui 243 container ispezionati, 150 contenevano prodotti non conformi. Il 75% venivano dall’India e il 25% dalla Cina. La Nigeria (35%) e il Benin (26%) sono i due principali porti di ingresso sul continente. Si tratta della quarta operazione di intercettazione della WCO dopo il lancio del programma comune con l’Istituto internazionale di ricerche anti-contraffazione dei farmaci (IRACM - International Institute for Research Against Counterfeit Medicines) nel 2012. In tutto, circa 900 milioni di farmaci per un valore stimato di 400 milioni di euro sono stati confiscati nel corso dei quattro anni.
Questi farmaci riguardano le patologie piu’ diffuse, in particolare il paludismo. “Questa invasione si espande in silenzio e colpisce le popolazioni piu’ demunite. "Non solo questi falsi farmaci sono causa di centinaia di migliaia di decessi, ma sono anche responsabili dello sviluppo di resistenze ad alcuni trattamenti”, dice il diplomatico Jean-David Levitte, presidente del consigli d’amministrazione dell’IRACM. Che stima che i farmaci falsi rappresentino un terzo del mercato in Africa,
L’inerzia dei poteri pubblici e l’assenza di dispositivi legislativi realmente punitivi, lasciano il campo libero alle reti della criminalita’ organizzata. “I criminali conoscono le falle del diritto. Sanno per esempio che, in molti Paesi, la dogana non puo’ aprire il contenitore per controllare se l’importatore non e’ presente”, spiega Ana Hinojasa dell’WCO.
In assenza di una convenzione internazionale che sia simile a quella usata per lottare contro il traffico di droghe, i giudici si trovano senza strumenti per smantellare le filiere. “Fino ad oggi, i nostri sequestri hanno raramente portato a dei giudizi”, riconosce Bernard Leroy, direttore dell’IRACM ed ex-giudice specializzato nei traffici di stupefacenti. Alcuni Paesi come il Camerun, il Benin e la Costa d’Avorio si sono al momento impegnati in una riforma delle loro leggi.
Rimane un ostacolo finanziario: l’analisi di una pasticca costa in media 5 euro e un Truscan, l’apparecchio utilizzato nei Paesi industrializzati per rilevare i falsi farmaci, costa 40.000 euro. Nessuno dei Paesi della regione ha i mezzi per poter acquistare questi equipaggiamenti.

(articolo di Laurence Caramel, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 21/01/2017)
 
 
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