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Fondi flessibili, attenzione alle nuove proposte
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Articolo di Alessandro Pedone
17 giugno 2015 17:40
 
Noi sconsigliamo in generale i fondi comuni d'investimento a gestione attiva poiché, nella stragrande maggioranza dei casi, distruggono valore a causa dei costi ingiustificati.
Questo vale un po' per tutto il settore  del “risparmio gestito”. I fondi comuni non sono neppure i peggiori strumenti se pensiamo a molte polizze unit-linked, gestioni patrimoniali, prodotti strutturati, ecc.

Recentemente ci è capitato di analizzare più proposte di “Fondi Flessibili” che stanno partendo adesso e si pongono un preciso orizzonte temporale. La favoletta con la quale piazzano questi prodotti (il più delle volte riuscendoci anche molto bene) è che si da la possibilità al gestore di gestire “dinamicamente” il rischio cogliendo le “opportunità d'investimento più interessanti”.
Belle parole…
In pratica si da carta bianca al gestore purché rimanga, senza alcuna garanzia, all'interno di un certo intervallo di rischio misurato con un indicatore statistico (assolutamente discutibile) che si chiama VaR (1).
Il presupposto di questo ragionamento è che più libertà si lascia al gestore e meglio esso può operare. Presupposto assolutamente indimostrato e considerato l'andamento passato dei fondi flessibili assai discutibile.
Alcuni di questi fondi si danno degli obiettivi di rendimento, ma questi obiettivi non sono in alcun modo vincolanti ed in passato, nella grande maggioranza dei casi sono stati disattesi.
Sono, sostanzialmente, solo degli specchietti per le allodole.

Visti i bassissimi rendimenti, ai giorni d'oggi va molto di moda la parola “cedola” ed allora questi fondi flessibili promettono una “cedola” che altro non è se non una distribuzione di parte degli attivi del fondo, senza alcuna garanzia né dell'ammontare di questa distribuzione né del fatto che la distribuzione stessa vi sia, ma – sopratutto – nessuna garanzia circa il fatto che questa distribuzione non intacchi il capitale investito.
 
Per fare due esempi di fondi di questo tipo, assolutamente sconsigliabili, possiamo citare il fondo “Anima Selezione Dinamica 2020” ed il fondo “Eurizon Soluzione Cedola Giugno 2020”. La sottoscrizione del primo termina il 25 Giugno prossimo, mentre la sottoscrizione del secondo termina il 23 Giugno (ma non affrettatevi!).

Oltre alle commissioni di gestione, questi fondi hanno delle commissioni di sottoscrizione (nel caso del prodotto Anima ben il 4,25%!) che sono però “mascherate” nel senso che non si vedono direttamente ma sono a carico del fondo. Nel caso in cui un investitore decida di uscire prima del 2020 deve pagare una penale.

Oltre all'aspetto dei costi (cosa comunque determinante e sufficiente a sconsigliarne la sottoscrizione) c'è anche da fare una considerazione più generale legata alla fase dei mercati. Non possiamo certo sapere quando i mercati finanziari inizieranno la loro fase discendete (se questa sia già iniziata, oppure se presto si riprenderanno e toccheranno nuovi massimi), ma quello che sappiamo per certo è che i rendimenti obbligazionari sono ridicoli (sebbene in queste settimane siano leggermente rialzati) ed i prezzi delle azioni sono, mediamente, cari. Investire su un fondo che parte adesso con un orizzonte temporale di 5 anni significa investire in una fase particolarmente difficile nella quale i rendimenti attesi a scadenza non coprono neppure le commissioni di gestione. E' una cosa assolutamente insensata.
State alla larga da questi fondi e da tutti i fondi, flessibili o meno, che partono in questa fase.
Ancora di più se hanno una commissione d'ingresso e peggio ancora se tale commissione è “mascherata” a carico del fondo con penale di uscita.

Note
(1) Il VaR (che sta per Value at Risk) è un indicatore statistico che calcola quale sarebbe la perdita massima nel caso in cui la deviazione standard futura fosse in linea con quella passata. 
 
 
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