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L'inquinamento dell'aria costa 225 miliardi di dollari ogni anno all'economia mondiale
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Articolo di Redazione
9 settembre 2016 13:11
 
 L'inquinamento atmosferico e' responsabile di un decesso su dieci nel mondo, sei volte in piu' rispetto al paludismo. Un problema sanitario che evidenzia una colossale perdita per l'economia mondiale: 225 miliardi di dollari (199 miliardi di euro) di perdite di guadagni ogni anno. Pubblicando, lo scorso 8 settembre, una valutazione del fardello finanziario che deriva dalla cattiva qualita' dell'aria, la Banca mondiale cerca di stimolare una reazione.
L'inquinamento dell'aria esterna, notoriamente dovuta ai particolati fini, ha ucciso 2,9 milioni di persone nel 2013, secondo le ultime cifre pubblicate l'8 settembre dall'istituzione internazionale, in collaborazione con l'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME). Se si aggiungono gli effetti dell'inquinamento negli interni -essenzialmente quelli dell'uso di combustibili solidi per riscaldamento e cottura- il numero di morti aumenta a 5,7 milioni. In fine, l'inquinamento e' il quarto fattore di morti premature nel mondo, e il 97% della popolazione sul Pianeta e' piu' o meno esposto alle patologie che provoca (malattie cardiovascolari, cancri dei polmoni, malattie polmonari croniche, infezioni respiratorie).
“Il costo economico della mortalita' prematura legato a questo problema ci stimola ad agire subito”, dice la Banca mondiale nel suo rapporto. E' dal 1990 che questo costo non cessa di crescere, nonostante lo sviluppo economico dei Paesi e dei progressi realizzati in materia sanitaria. Se i giovani bambini e le persone anziane ne sono le prime vittime, gli effetti deleteri dell'inquinamento non risparmiano neanche la popolazione in eta' lavorativa, che ha delle pesanti ricadute in termini di perdita di guadagni da lavoro, che sono cresciute del 40% tra il 1990 e il 2013.
Un costo piu' pesante per i Paesi giovani
Questo costo e' pertanto maggiore nei Paesi che hanno una popolazione giovane, perche' le conseguenze dell'inquinamento fanno diminuire le loro possibilita' di guadagno. Anche in Africa subsahariana, le perdite di reddito da lavoro rappresentano ogni anno l'equivalente dello 0,61% del Pil, e in Asia del sud-est dello 0,83%. Mentre in Europa e in America del Nord, regione confrontate rispetto all'invecchiamento della loro popolazione, queste perdite rappresentano rispettivamente lo 0,13 e lo 0,11% del Pil.
Per contrassegnare ulteriori aspetti, la Banca mondiale ha anche cercato di misurare il costo degli impatti dell'inquinamento in termini di benessere. E per questo ha valutato il costo dei compromessi che gli individui devono sostenere per ridurre il rischio di morire prematuramente. Come, per esempio, la riduzione delle attivita' sportive o dei consumi, che si traduce pertanto in ricavi in meno per l'economia del Paese. Alla fine, questo costo dell'inquinamento dell'aria si alzerebbe a 5.110 miliardi di dollari (4.543 miliardi di euro) all'anno.
Sforzi insufficienti
In Asia orientale-Pacifico e in Asia del Sud, queste perdite in termini di benessere sono fortemente cresciute (di circa l'80%) dal 1990 e si attestano oggi rispettivamente al 7,5 e al 7,4% del Pil. In Europa-Asia centrale e in America del Nord, piu' che un leggero rinculo, esse rappresentano ancora l'equivalente del 5 e del 3% del Pil. E' in America Latina e in Africa del Nord che esse sono di fatto meno pesanti, essendo rispettivamente al 2,4 e al 2,5% del Pil.
“E' difficile dire precisamente perche' questi costi sono piu' bassi in questa o in quell'altra regione. Ma una cosa e' sicura”, dice Urvashi Narain, economista dell'ambiente in seno alla Banca e che ha coordinato lo studio. “In America Latina come nella regione Africa del Nord-Medio Oriente, si sono constatati dei grandi progressi nella lotta contro l'inquinamento degli interni, con essenzialmente degli sforzi per favorire l'accesso a dei combustibili piu' puliti per il cucinare”.
A questo costo, gia' colossale, si aggiunge anche il costo della malattia (1.400 miliardi di euro in Europa ogni anno), le perdite di competitivita', il calo della produzione agricola... “Questi costi addizionali, non presi in considerazione in questo studio, rendono pertanto piu' urgente la necessita' di agire per ridurre l'inquinamento”, rileva la Banca Mondiale. E insiste: “La persistenza di effetti deleteri dell'inquinamento, mostra che gli sforzi per migliorare la qualita' dell'aria non sono stati sufficienti e che ridurre i costi di questo problema esige di agire con maggiore ambizione”.

(articolo di Laetitia Van Eeckhout, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 09/09/2016) 
 
 
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