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L'irriverente politically correct. Vita e politica
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Articolo di Vincenzo Donvito
7 dicembre 2016 12:16
 
 Ogni volta che ci sono le elezioni, due miei amici non-vedenti mi chiedono, con qualcuno di mia fiducia, di accompagnarli al seggio per potere esprimere il loro voto. Lo faccio da decenni e spesso -visto che siamo per l'appunto amici- c'e' affinita' politica tra di noi. Al voto dell'altro giorno sul referendum costituzionale, non e' stato cosi'. Io avevo gia' votato in un modo, l'amico che si e' prestato a venire con me per l'accompagnamento (ogni elettore, che deve aver gia' espresso il proprio voto, puo' accompagnare un solo non-vedente) aveva votato in modo diverso dal mio, e i miei due amici non-vedenti hanno anche loro votato in modo opposto al mio. Una delle nostre due ragazze di 10 anni che erano con noi e che ci hanno accompagnato nella scuola in cui si votata, aveva fatto nei giorni scorsi una ricerca/studio sul voto: cosa significava e come votavano le persone, con interviste a persone che votavano in modo diverso. Quindi il clima era di conversazione tra noi due accompagnatori, i due accompagnati e le nostre due figliole; conversazione non sul merito, dove ognuno rispettava la decisione dell'altro (avevamo avuto tempo nei giorni precedenti per confrontarci sul merito), ma sul metodo, cioe' cosa significa un referendum, i paragoni col passato e con altri Paesi, coinvolgendo anche le nostre giovani figliole (almeno fino a che hanno voluto, visto che -giustamente- erano piu' interessate a parlare fra di loro di altro e a giocare coi loro telefonini).
E quindi ho dato -come sempre in altre elezioni- il mio doppio voto a questa consultazione. Certo, uno dei due non era espressione della mia decisione politica, ma sicuramente della mia decisione civica e umanitaria (contributo ad aiutare una persona non-vedente, contributo alla determinazione del quorum, e quindi contributo alla vita civica e politica del nostro Paese). E come sempre ho/abbiamo riflettuto a partire dal fatto in se': per esempio, che in un Paese come il Ghana (dove si e' votato di recente), i non-vedenti per partecipare alla consultazione ed esprimere il proprio voto, non hanno bisogno di accompagnatore perche' il meccanismo e' elettronico e ci sono le caratteristiche perche' lo possa usare anche un non-vedente. Inoltre abbiamo riflettuto, attorniati da una campagna elettorale basata non tanto sui quesiti in oggetto ma sulla partigianeria e simpatia verso il capo di governo, sul politically correct e sul fatto che un referendum sia vissuto nel nostro Paese, da entrambi i partigiani, come un evento potenzialmente stravolgente degli assetti di governo, di sistema e di regime: temi e scenari apocalittici che vanno dal ritorno del Fascismo (1) all'uscita dall'Unione Europea, dalla presa della Bastiglia e l'avvento del terrore robiespierriano ai custodi del sacro Graal (Costituzione, alla bisogna). Tutto con un unico vantaggio, che ho registrato anche nel nostro piccolo gruppetto di votanti, accompagnatori e ragazze che sono entrati in quella scuola nel pomeriggio di domenica scorsa: che la prevista apocalisse di un risultato o di un altro, era solo nella mente di qualche esagitato perennemente alla ricerca di sangue per il proprio scoop: prima, durante e dopo, nei “normali” che tutti erano e sono e -presuppongo- saranno (incluso il nostro gruppetto), il pensiero dominante erano i compiti a scuola il giorno dopo, cosa si mangia stasera, “hai gia' pensato ai regali di Natale?”, e cosi' via.
E quindi: dov'e' e come funziona il politically correct?
Auspicando di andare a votare la prossima volta cosi' come fanno gli americani anche nelle elezioni piu' importanti come le recenti presidenziali, con decine di quesiti referendari diversi da Stato a Stato e da contea a contea, credo che facciano testo alcune battute di uno dei miei due amici non-vedenti: “che palle, Vincenzo, con questo politically correct. Te lo immagini un vicolo non-vedente o un amore non-vedente?”….

1- tema purtroppo ricorrente in tutti gli scenari della nostra agora' politica e umana, segno che le ferite e gli amori del tempo che fu non sono stati ancora superati ed assimilati, messi nella storia e trasformati in tesoro dell'essere e non-essere. Credo ci vorranno ancora molti decenni…..
 
 
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