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Latte materno. Unicef: primo vaccino dei neonati
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Articolo di Redazione
5 agosto 2016 15:55
 
 Il latte materno e' di una importanza vitale per i bimbi, un neonato dovrebbe poterne beneficiare dalle prime ore della sua esistenza e conoscere senza intermediazione il contatto carnale con la propria madre. Questo e' il messaggio che il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) vuole far passare in occasione della settimana mondiale dell'allattamento, che si tiene in questi giorni fino al 7 agosto.
L'Unicef pubblica un rapporto a partire da un insieme di studi realizzati sui cinque Continenti, tutti a favore dell'allattamento precoce. Questi studi mostrano che circa un bimbo su due, cioe' 77 milioni in tutto il mondo, non viene allattato al senso subito. Il primo latte o “colostrum” e' molto ricco di nutrimenti e anticorpi. I bimbi allattati molto velocemente corrono di fatto meno rischi di essere vittime di diarree, che per loro possono essere fatali, e di patologie respiratorie, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
“Piu' l'allattamento al seno e' tardivo, piu' il rischio di mortalita' aumenta durante il primo mese di vita, quando il bimbo e' piu' vulnerabile alle malattie” dicono gli esperti. Ogni minuto ha il proprio valore. Il rischio di mortalita' infantile aumenterebbe del 41% quando il primo allattamento al senso e' ritardato da due a ventitre ore, del 74% oltre le ventiquattro ore.
“Questione di vita o di morte”
Gli aspetti sanitari sono considerevoli. Nel 2015, la meta' dei bimbi che non hanno raggiunto l'eta' di 5 anni, e' morta nel corso del primo anno di vita. Un allattamento precoce puo' essere una “questione di vita o di morte”, dicono gli esperti dell'UNICEF. “Se tutti i bimbi fossero nutriti soltanto dal latte materno dal momento in cui nascono fino a 6 mesi, circa 800.000 vite sarebbero salvate ogni anno”, dice France Beguin, esperto in nutrizione per l'UNICEF. “Il latte materno e' il primo vaccino dei piccolini. E' il primo e il miglior metodo di proteggerli contro le infezioni e le malattie”.
Sulla stessa linea, l'Organizzazione mondiale della Sanita' preconizza un allattamento esclusivo dei bimbi fino a 6 mesi, poi parziale fino a 2 anni. L'UNICEF, dalla sua parte, si lamenta che meno della meta' dei piccolini siano ancora allattati al seno a questa eta', una proporzione che non varia dal 2000.
Il Fondo insiste sui benefici a lungo termine di questo modello di alimentazione sullo sviluppo cognitivo del bimbo, a anche sulle sue performance scolastiche. Il suo essere a favore dell'allattamento al seno e' senza restrizioni: e questo riguarda anche le madri sieropositive all'Hiv, dando ai bambini anche dei trattamenti antiretrovirali. Come argomento supplementare, l'UNICEF fa presente che ci sarebbe un guadagno economico di diversi miliardi di dollari all'anno.
Il peso delle tradizioni
L'allattamento, che e' iscritto sulla lista degli Obiettivi dello Sviluppo durevole dell'ONU, e' migliorato negli ultimi quindici anni, ma ancora troppo lentamente. In Asia del sud, per esempio, dove l'allattamento al seno precoce e' passato dal 16% degli anni 2000 al 45% nel 2015, 21 milioni di bambini non ne beneficiano ancora.
A livello mondiale, l'allattamento precoce al seno e' passato dal 32% degli anni 2000 al 45% nel 2015. Manifestamente persistono numerosi freni sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
Uno dei punti di difficolta' riguarda il fatto che “l'allattamento non e' solo una questione di donne”, fanno sapere tutti gli esperti dell'ONU, e ne deducono che queste donne dovrebbero ricevere l'aiuto dei governi, delle comunita', dei loro parenti e dei lavoratori, ma senza dettagliare le misure di sostegno che potrebbero cambiare la situazione. Essi si riferiscono soprattutto al personale sanitario che non gioca un ruolo sufficiente dando consigli alle giovani madri.
Il rapporto sottolinea anche il peso delle tradizioni culturali e famigliari. In alcune parti del mondo, i costumi prevedono che si dia al nuovo nato dell'acqua zuccherata, o del te', del burro, del miele, del latte animale… Si arriva fino al punto di considerare il colostrum come pericoloso e quindi rifiutato. Gli autori sottolineano l'attivita' dei produttori di latte artificiale, che tendono a trasformare la percezione dell'alimentazione dei bimbi nei Paesi in via di sviluppo.
L'allattamento e' anche “una delle rare questioni di sanita' pubblica in cui le tendenze sono piu' positive nei Paesi in via di sviluppo che nei Paesi ricchi”. In Africa dell'est e in quella australe, l'allattamento al seno e' il piu' rapido, con il 59% dei bimbi allattati dalla prima ora, contro il 55% dell'Unione Europea. Comunque il tasso piu' basso riguarda l'Africa dell'ovest e centrale, dove circa la meta' dei bimbi non viene allattata al senso primariamente.

(articolo di Marie Burreau, corrispondente dall'Onu per il quotidiano Le Monde, pubblicato il 03/08/2016) 
 
 
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