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Legalizzazione cannabis irrompe nella campagna elettorale in Spagna
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Articolo di Redazione
27 novembre 2015 11:06
 
Marijuana si', marijuana no. Il dibattito sulla legalizzazione della cannabis e' arrivato in Spagna in prossimita' delle elezioni. Solo una settimana dopo la decisione della Corte Suprema del Messico che ha avvallato quattro cittadini del suo Paese nel loro diritto a coltivare e consumare marijuana a fini ricreativi. molte organizzazioni spagnole che fanno parte della piattaforma Regulación Responsable hanno cominciato a fare pressione sui partiti politici perche' aprano un dibattito nazionale sulla materia in concomitanza dell'inizio della campagna elettorale. “Il nostro obiettivo e' di includere la questione nell'agenda politica si' che il dibattito parta l'anno prossimo al Parlamento. L'obiettivo e' di raggiungere nel 2017 una legislazione che regoli in modo completo la coltivazione, distribuzione e consumo di cannabis a fini terapeutici e ricreativi”, spiega l'avvocato Bernardo Soriano, membro della piattaforma pro-cannabis che in questi giorni ha lanciato una prima campagna in merito a Madrid. Ciudadanos, Podemos e Izquierda Unida sono a favore della regolamentazione, mentre il Psoe di e' detto disposto ad aprire il dibattito, e la tendenza del Partido Popular e del Plan Nacional sobre Drogas (PAD) e' quella di uno scontro frontale.
In Spagna, il 9% della popolazione consuma cannabis abitualmente -la percentuale include il 17% dei giovani tra 15 e 34 anni, secondo il PAD-. Oggi non e' un reato fumare marijuana o hashish in ambito privato, mentre possesso e traffico sono sanzionati. “Portare uno spinello in borsa ed essere sorpreso in strada, puo' portare ad una multa di 600 euro, e comunque non e' illegale vendere semi di marijuana se non si coltivano, e comunque la coltivazione e' sanzionabile”, spiega Pedro Perez, fondatore de La Santa Le Club, una delle 800 associazioni di cannabis che esistono in Spagna. Perez rileva le contraddizioni della legislazione spagnola per evidenziare la “urgente necessita'” di una regolamentazione completa. “Oggi se dai 50 euro ad un minore ti porta prima un sacchetto di erba che non una bottiglia di whisky. Perche? Perche' mentre la vendita di alcool e' regolamentata, la cannabis la compri per strada senza controllo”.
Le associazioni di cannabis come La Santa Club sono comparse circa 15 anni fa basandosi sul consumo collettivo, che ora il Tribunal Supremo ha condannato con una sentenza contro un club di Bilbao. Questo, che contraddice numerose sentenze che in precedenza riconoscevano il consumo collettivo, ha portato alla chiusura di molti club. “Anche noi abbiamo smesso di distribuire marijuana”, dice Perez, facendo notare che la situazione attuale non da' possibilita' per le vie giudiziali.
“La sentenza fa un esplicito appello al Potere Legislativo perche' regolamenti una questione socialmente controversa che non e' piu' in grado di seguire la strada giurisprudenziale”, dice Soriano, che rappresenta legalmente piu' di un centinaio di club. “Le politiche proibizioniste ogni volta sono rimesse in discussione, ma mentre il mondo avanza nella direzione della regolamentazione, la Spagna va in direzione opposta”, dice Jorge Moruno, del Consejo Ciudadano Nacional de Podemos. Il 52% dei cittadini e' favorevole ad una vendita regolamentata e ad un consumo privato di cannabis per gli adulti, secondo una indagine della Fundación de Ayuda contra la Drogadicción. Altro motivo per legiferare con coraggio e maturita'”, dice Moruno. Fran Hervias, segretario di Ciudadanos, e' d'accordo con la posizione di IU e Podemos perche' si regolamenti coltivazione e consumo della cannabis sia a fini terapeutici che ludici, cioe' “non si tratta di dare tutta la liberta'“ alle droghe leggere.
Per José Ignacio Echaniz, segretario esecutivo del Partito Popular, tutte queste “offerte elettorali” partono da una “rinuncia totale alle proprie responsabilita'”. “Non c'e' da regolamentare nulla poiche' e' gia tutto regolamentato. La liberalizzazione e' un danno per tutta la societa', non solo per gli adulti che consumano cannabis. Sulla materia deve prevalere il bene pubblico”. …..
Secondo Araceli Manjón-Cabeza, ex-direttrice del Plan Nacional sobre Drogas, “e' preferibile che sostanze come la cannabis le somministri lo Stato e non il Chapo Guzman”, manifestando cosi' il suo sostegno alla piattaforma Regulacion Responsable, la cui proposta si basa su cinque pilastri: regolamentazione dell'autocoltivazione, possesso e autoconsumo; distribuzione attraverso i club della cannabis; commercializzazione con licenza; politiche di prevenzione e riduzione dei danni basandosi sull'educazione; e accesso alla cannabis terapeutica nel sistema sanitario.
Ora il dibattito si sposta nella campagna elettorale.

(da un articolo pubblicato sul quotidiano El Pais del 27/11/2015) 
 
 
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