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Le liberta' individuali sono largamente minacciate su Internet? Intervista
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Articolo di Redazione
24 ottobre 2015 12:04
 
Con l'associazione da lui fondata, Quadrature du Net, Félix Tréguer, e' impegnato sul fronte di una regolamentazione di Internet che rispetti le liberta' individuali. Intervista.
D. Lei e' il co-fondatore dell'associazione Quadrature du Net, qual e' il vostro obiettivo?
R. E' un'associazione di cittadini fondata nel 2008 per proteggere le liberta' fondamentali su Internet, in un contesto politico dove, all'epoca, diversi progetti tendevano a restringere la liberta' d'espressione, a rimettere in discussione la vita privata o le questioni sul diritto d'autore. Siamo impegnati a livello francese ed europeo nei dibattiti politici e giuridici sulle questioni della regolamentazione di Internet e tutto quello che concerne il rispetto delle liberta' indivduali.
D. Lei crede che le libera' individuali siano minacciate su Internet?
R. Si', le liberta' individuali sono largamente minacciate su Internet, e' un dato di fatto ampiamente ammesso oggi, viste le controversie che fanno parte del pubblico dibattito dal 2010. L'affaire Snowden, che ha evidenziato questi sistemi di sorveglianza intensa istituiti dai servizi di sorveglianza occidentali, mette bene in evidenza che le liberta' individuali di Internet sono rimesse in discussione ovumque.
D. Gli Stati cercano di riprendere il controllo di quegli spazi che fino ad ora sono loro sfuggiti?
R. Per riprendere un'espressione di Nicolas Sarkozy, Internet e' un po' apparsa come “una zona di non-diritto”, ed e' vero che si tratti come di una tecnologia che e' nata per caso. Per lungo tempo, non ci sono state delle regie giuridiche precise per circoscriverla, era uno spazio di comunicazione transnazionale che molto presto e' stato fatto proprio da parte di gruppi militanti durante gli anni 90. Tutti i movimenti che vogliono regolamentare Internet dopo gli anni 2000, sono un tentativo, da parte degli Stati e di alcuni grandi gruppi economici, di riprendersi cio' che era loro scappato di mano.
D. Quale sara' la soluzione secondo lei? Un Internet senza regole?
R. Evidentemente no. Al contrario di che vogliono far credere alcune persone molto inclini a restringere le liberta'. Internet non e' una zona di non-diritto. Ci sono delle regole che vengono applicate e gli Stati sono perfettamente in grado di applicare il diritto. Come nelle cose pubbliche, ci sono sempre dei mezzi per circoscrivere gi ambiti legali, e per l'immensa maggioranza per gli utenti di Internet, il diritto viene applicato. Occorre legiferare e applicare delle regole specifiche ma che rispettino le liberta' e i diritti dell'uomo. Non si deve agire nell'ambito di una configurazione completamente senza regole.
D. Lei ha contestato la legge sulla raccolta dei dati, che cos'e' che no le piace?
R. Globalmente, e' la riproposizione di un modello che e' quello della NSA e dei suoi alleati nei Paesi anglosassoni. Un sistema di sorveglianza in grande scala, dove si da' via libera ai servizi di raccolta dati per intervenire sulle questioni di anti-terrorismo, spionaggio economico, sui movimenti sociali... Questo entra in conflitto con il principio di una sorveglianza cablata e ben delimitata, scivolando invece su un sistema in grande scala, che rappresenta un immenso pericolo per la salute democratica dei nostri regimi politici.
D. Cosa risponde a chi vi dice “non ho niente da nascondere”?
R. Questa e' una concezione molto individualista dei diritti e della democrazia in generale. Edward Snowden ha molto ben formulato cio che' puo' essere opposto a questo tipo di ragionamento. Lui ha detto: “Rispondere che non si ha niente da nascondere in materia di vita privata e' come dire che non ci si preoccupa della liberta' d'espressione perche' non si ha niente da dire”. La vita privata e la confidenzialita' delle comunicazioni si applica non solo a coloro che non hanno nulla da nascondere. Essa vale anche per i giornalisti che dialogano con le loro fonti, per gli avvocati che difendono i loro clienti, per i militanti politici.. Un sacco di persone che fanno si' che si viva in una democrazia e non in un regime completamente autoritario.

(intervista pubblicata sul quotidiano Libération del 24/10/2015) 
 
 
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