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Mobilitazione politica in Usa contro il numero di overdose legate all'uso di antidolorifici
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Articolo di Redazione
29 maggio 2016 15:10
 
 Non e' una cosa comune nella vita politica americana, ma la questione mette d'accordo democratici e repubblicani. L'ecatombe dovuta alle overdose legate al consumo di oppiacei ha messo in movimento i responsabili di ogni parte. Alcuni testi di legge sono stati approvati ad aprile e maggio dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti, con l'intento di arrivare ad un punto fermo. La guerra e' quindi dichiarata. Restano da stabilire le misure, e soprattutto, da finanziarle, e questo dovra' avvenire con l'esame del provvedimento da parte del Congresso, e quindi l'adozione definitiva.
Che si tratti di dipendenza dall'eroina o ai farmaci antidolorifici, il male non cessa di aggravarsi. Nel 2014, qualcosa come 10.500 persone sono morte dopo una overdose di eroina, secondo uno studio del Centro di controllo e prevenzione delle malattie (CDC). Ancora piu' preoccupante, nello stesso tempo, sono le 19.000 persone morte dopo aver assunto una quanita' di farmaci antidolorifici senza che fossero stati loro prescritti. Si tratta di una cinquantina di persone al giorno in tutto il Paese. Il 21 aprile, la morte del cantante Prince, verosibilmente dovuta ad una overdose di farmaci antidolorifici, si e' aggiunta a questa macabra lista.
Una presa di coscienza in crescita
Secondo i dati ufficiali, 1,9 milioni di americani sono oggi dipendenti da trattamenti antidolorifici, prescritti legalmente attraverso dei medici, cosi' come 580.000 lo sarebbero all'eroina. Questa cifra e' in costante aumento, in parte perche' le persone dipendenti dagli antidolorifici si indirizzano regolarmente verso l'eroina, considerata meno costosa e piu' facile da procurarsi. Alcuni studi hanno mostrato che quattro consumatori di eroina su cinque sono diventati dipendenti, dopo che all'inizio avevano seguito dei trattamenti antidolorifici.
“Un problema di sanita' pubblica” non “un problema criminale”. Barack Obama a fine marzo
Annunciando, a fine marzo, la propria decisione di investire un miliardo di dollari nella lotta contro questo flusso nel budget 2017, il presidente Obama ha insistito sulla necessita' di considerarlo come “un problema di sanita' pubblica”, e non come “un problema criminale”, come invece e' stato nelle epidemie precedenti, essenzialmente legate al consumo di crack, che toccava maggiormente le popolazioni nere e ispaniche meno abbienti. Questa volta, il fenomeno riguarda tutte le classi sociali, tutte le comunita' etniche, tutti gli Stati, e nello stesso tempo rileva una maggiore mortalita' presso le donne, bianche e nelle zone rurali.
In questo contesto, le iniziative legislative sostenute dagli eletti dei due campi, tendono anche a mostrare che la prevenzione e la cura hanno preso il sopravvento sulla repressione. C'e' da dire che la pubblicita' data a queste dipendenze grazie a diverse personalita' politiche ha favorito la presa di coscienza del fenomeno. Questi ultimi mesi, alcuni ex-candidati alle primarie repubblicane, Ted Cruz, Jeb Bush o Carly Fiorina hanno dato testimonianza dei decessi di una delle persone a loro vicine in seguito all'uso di droghe o di farmaci.
Un notevole cambiamento di cultura
Il programma che il presidente americano vuole mettere in opera nell'ambito di due anni, consisterebbe essenzialmente nel facilitare la prescrizione di bupromorfina, un farmaco che diminuisce l'effetto di astinenza da oppiacei, autorizzando i medici a prescrivere questo tipo di trattamento per i loro pazienti. L'educazione al trattamento del dolore dovrebbe anche essere fatta nelle scuole di medicina. Un maggiore accesso al naloxone, un farmaco che agisce come un antidoto alle overdose, dovrebbe essere incoraggiato.
Queste raccomandazioni si aggiungono a quelle dei testi che devono ancora essere discussi al Congresso. Questi ultimi prevedono inoltre, di moltiplicare il numero di posti nei centri di disintossicazione, ed un migliore finanziamento dei pazienti che potrebbero fare uso dei trattamenti antidolorifici.
A livello degli Stati, alcuni misure sono gia' state adottate, essenzialmente nell'ambito delle prescrizioni, in modo che un paziente non possa moltiplicare le richieste. Da qualche settimana, lo Stato di New York e' diventato il primo ad esigere che i medici facciano le loro prescrizioni alle farmacie per via elettronica, si' da evitare le false ricette.
Le pratiche mediche sono quindi monitorare da parte delle autorita'. Secondo i dati raccolti dal CDC, sembra che nel 2012, medici e dentisti abbiano prescritto 259 milioni di ricette per degli antidolorifici. In contemporanea all'iniziativa nazionale attuale, i CDC hanno pubblicato a marzo una guida di indicazioni per i professionisti della sanita', raccomandando loro di non prescrivere oppioidi se non nei casi piu' gravi (cancro, cure palliative, etc). Un vero cambiamento di cultura, suggerito dallo stesso Obama, che ha rilevato che “viviamo in una societa' che prescrive molti farmaci e dove si pratica molto l'automedicazione per risolvere numerosi problemi”.

(articolo di Stéphanie Le Bars, corrispondente da Washington per Le Monde, e pubblicato sul quotidiano parigino il 27/05/2016) 
 
 
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