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E' morto Lester Thurow, fervente difensore di una societa' piu' equa
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Articolo di Redazione
31 marzo 2016 11:26
 
L'economista Lester Thurow, che e' stato uno dei primi a sottolineare l'importanza della crescita smisurata delle ineguaglianze nei redditi, e' morto venerdi' 25 marzo, all'eta' di 77 anni nella sua casa di Westport (Massachusetts). Questo anziano professore e decano del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha dedicato la maggior parte della sua carriera a studiare le conseguenze della mondializzazione con particolare attenzione alla volgarizzazione della stessa, che e' diventato oggetto di riconoscenza ammirata quanto di critiche virulenti da parte dei suoi colleghi.
Lester Carl Thurow e' nato il 7 maggio 1938 a Livingston (Montana), Figlio di un pastore metodista e di una professoressa di matematica, ha fatto i propri studi seguendo gli spostamenti di suo padre in questa regione degli Stati Uniti che lui stesso aveva soprannominato “la Siberia americana”. Con una una laurea in politica economica al William College (Massachusetts) presa nel 1960, consegui' anche un mater di filosofia, politica ed economia al Balliol College dell'Universita' di Oxford in Gran Bretagna, prima di ritornare in Massachusetts per ottenere un dottorato in economia ad Harvard nel 1964. Dopo di che comincio' ad insegnare, e divenne contemporaneamente membro del Council of Economic Advisers, seguendo i consigli di Lyndon B,Johnson essenzialmente sul metodo per eradicare la poverta' negli Stati Uniti.
A soli 30 anni, dopo aver raggiunto il MIT nel 1968 come professore del Dipartimento di economia e alla Sloan School of Mangamente, dove sara' decano dal 1987 al 1993, ha fatto parte della campagna di Jimmy Carter. Ma una volta che quest'ultimo fu eletto, il presidente fece riferimento ad altri per consigliarlo sulle politiche economiche. “Io ho deciso che se non potevo essere ascoltato dal sovrano, mi sarei indirizzato verso l'opinione pubblica. E' u metodo diverso per avere un impatto sul sistema economico”, spiego' nel 1967 al quotidiano The New York Times.
“Rendere migliore il mondo”
Un frase verso la quale non mostro' avarizia, scrivendo libri e tenendo conferenze in tutto il mondo per difendere i propri convincimenti. Dal 1980, nel suo best-seller “The Zero-Sum Society” (Penguin Books, 230 pagine), ha sostenuto che l'unica soluzione per distribuire la crescita negli Stati uniti, era di lanciare una politica di redistribuzione attraverso investimenti a livello federale, riformando la fiscalita' e abrogando le leggi antitrust. Un programma agli antipodi rispetto alla politica portata avanti da Ronald Reagan.
Lester Thurow, in un una intervista sulla rivista Fortune nel 1987. sostieneva che avrebbe voluto “rendere il mondo migliore”. Lui ha passato la sua vita a cercare di rendere la societa' piu' lungimirante ed equa”, conferma Rafael Reif, presidente del MIT. Per arrivarci, Turow ha analizzato nei minimi particolari i meccanismi della mondializzazione, il gioco della competitivita' tra le economie e le mutazioni industriali che hanno sconvolto gli equilibri del mondo del lavoro ed hanno fatto crescere le ineguaglianze.
Thurow e' stato un infaticabile sostenitore della ricerca per stimolare la crescita e l'educazione si' da anticipare l'adattamento alle rotture economiche e tecnologiche. Temi che si ritrovano essenzialmente nella sua opera “Head to Head: The Coming Economic Battle Among Japan, Europe, and America”, pubblicata nel 1993 (William Morrow and Co, 336 pagine). A chi lo considerava un utopista, rispondeva “non esiste una soluzione miracolo, ma ci sono molte cose che si possiamo fare per rendere la mondializzazione piu' inclusiva, se prendiamo piu' distanze e non lasciamo che le cose vadano avanti da se'”.
Ma le sue teorie sono state ben lungi dal forgiare l'umanita'. I conservatori hanno affibbiato a Lester Thurow il nomignolo di “Lesser Through” (meno rigorosi). Anche in ambito progressista hanno talvolta criticato le sue semplificazioni delle proprie teorie. L'antagonismo era stato tale con Paul Krugman -sostenitore neokeynesiano anch'esso ed ex del Mit- che il The New York Times aveva consacrato loro un titolo del tipo “Like Oil and Water”. Per sottolineare la loro incompatibilita'. Paul Krugman era arrivato al punto di rifiutarsi di fare una fotografia insieme a lui. I suoi avversari ebbero buon gioco grazie alla non-realizzazione di una delle sue predizioni: il fatto che l'economia giapponese avrebbe sorpassato quella degli Usa in un prossimo futuro.

(Articolo di Stephane Lauer, corrispondente da New York per il quotidiano Le Monde, pubblicato il 31/03/2016) 
 
 
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