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Narcoguerra messicana. Oggi e' il decimo compleanno!
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Articolo di Redazione
11 dicembre 2016 18:27
 
 La guerra contro i cartelli della droga entra nel suo decimo anno oggi in Messico, mentre la violenza aumenta in un conflitto che vede coinvolti i militari.
Arrivato al potere a dicembre 2012, il presidente Enrique Peña Nieto aveva promesso un “Messico in pace” dopo che il suo predecessore aveva dispiegato l'esercito nel Paese. Ma a due anni dalla fine del suo mandato, la strategia di sicurezza resta immutata, ed e' soggetta alle critiche delle organizzazioni internazionali di difesa dei diritti dell'Uomo.
Se il numero dei militari nelle strade oggi si assesta sui 65.000 uomini, secondo gli esperti i numeri degli omicidi sono esplosi.
Tra il 2007 e il 2011, durante il mandato di Felipe Calderòn, gli omicidi erano piu' che raddoppiati, passando da 10.253 a 22.852. Dopo l'arrivo al potere di Pena Nieto, gli omicidi sono diminuiti prima di ripartire in crescita fino a 17.603 tra gennaio e ottobre 2016, secondo i dati ufficiali che non precisano tuttavia quanto di questi morti siano legati al crimine organizzato.
I grandi cartelli sono stati decapitati, ma sono comparsi dei piccoli gruppi criminali.
“Non ci sentiamo tranquilli, noi non siamo addestrati per arrestare dei delinquenti”, ha confidato lo scorso 8 dicembre il ministro della Difesa Salvador Cienfuegos in una dichiarazione inusuale.
Considerando che la violenza criminale non si fermera' “grazie a delle cartucce”, questo generale ha assicurato che sara' il primo a mettere “non una, ma due mani” perche' l'esercito rientri nelle sue caserme.
Successi scarsi
I militari sono “determinati a continuare per perseguire i delinquenti”, ha reagito venerdi' 9 dicembre il presidente Pena Nieto in presenza di Cienfuegos.
Il dispiegamento permanente delle forze armate era stato decretato l'11 dicembre 2006 da Felipe Calderòn.
In seguito, il governo ha ottenuto qualche successo come la cattura del barone della droga e re dell'evasione Joacquin “El Chapo” Guzman e la caduta dei dirigenti dei Los Zetas, un cartello ultra-violento creato da ex-militari di un certo livello. Ieri la polizia ha annunciato l'arresto di un nuovo “El Chapo”, membro di un cartello concorrente.
Nessuna strategia
Ma per Javier Oliva, esperto in sicurezza e docente universitario alla London School of Economics, “non c'e' nessuna strategia” del governo.
Nel frattempo, il Messico continua ad importare coca dall'America del Sud per produrre cocaina che poi esporta negli Usa.
Se il traffico di marijuana e' in calo dopo la legalizzazione in alcuni Stati degli Usa, quello delle droghe sintetiche e' al contrario in forte crescita.
Di conseguenza, questa guerra provoca migliaia di persone senza un punto di riferimento, migliaia di dispersi, e di persone massacrate e torturate.

(articolo di Yemeli Ortega, pubblicato sul quotidiano Journal de Montréal del 11/12/2016)
 
 
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