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Giustizia?
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Articolo di Vincenzo Donvito
5 novembre 2013 14:33
 
Lo scorso 30 ottobre abbiamo ricevuto comunicazione dalla Corte d'Appello di Firenze sulla data in cui e' stata fissata l'udienza per il ricorso in Appello che abbiamo presentato contro la sentenza di primo grado nella  vicenda Aduc/Oreste: 14 dicembre 2017 ore 10.
Al di la' della vicenda in se' e relativa sentenza di primo grado -che e' una perla di cosa significhi liberta' d'espressione, reati d'opinione e giustizia nel nostro Paese- quello che ci preme rilevare e' la data in cui e' stata fissata l'udienza: 14 dicembre 2017 ore 10, oltre quattro anni dal deposito della richiesta di Appello.
Uno dei collaboratori di Aduc, ha cosi' commentato: direi che per autofinanziarci potremo invocare la legge Pinto sulla lungaggine dei processi (mi pare siano 1500 euro di indennizzo per ogni anno se si superano i sei anni in totale...), e nel 2017 saranno gia' trascorsi visto che si va avanti dal 2009.
Potremmo confortarci con questo, magari ottenendo una soluzione dopo che, esperiti tutti i gradi della procedura giudiziale italiana, ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti umani che ha sede a Strasburgo. Soddisfazione? Mah! Se riusciamo ad avere un po' di soldi, sara' come aver avuto in dono una caramella, visto che -di soldi- ne abbiamo spesi a vagonate per difendere la liberta' dei navigatori di Internet a dire la propria nel rispetto dei codici per stigmatizzare il comportamento di presunti abbindolatori della buona fede degli umani.
Ma non e' la caramella o i soldi che stiamo cercando.
Puntiamo molto piu' in alto. Cerchiamo Giustizia!

Si puo' chiamare Giustizia quella che fissa un'udienza di Appello oltre quattro anni dalla domanda, in un vicenda che va avanti dal 2009? La risposta e' ovvia per, in teoria, entrambi gli attori:
- se il giudice dara' ragione ad Oreste, questo signore avra' dovuto barcamenarsi in tutti questi anni in una vicenda che sicuramente avra' fiaccato la propria attivita' professionale, chi lo ripaghera'?
- se il giudice dara' ragione ad Aduc, avra' si' riconosciuto che la liberta' di espressione era piu' importante delle ragioni della controparte, ma in tutti questi anni questa controparte avra' continuato ad imperversare mietendo ulteriori vittime. Oreste, infatti, oltre ad avere un passato quale mago “Omen di Bahia”, “Cartomante Demonologo Esorcista e Sensitivo” esperto in magia brasiliana, e già condannato dall’Antitrust, proponeva la “teoria della vibrazione” secondo cui l’andamento dei mercati finanziari e' indissolubilmente legato a fenomeni fisici e astronomici, e organizzava corsi a pagamento promettendo guadagni del 512% sui propri investimenti.
E in entrambi i casi, nessuno si ricordera' piu' nulla e, quand'anche qualche memoria mediatica ci sara', sara' “normale” fare spallucce e pronunciare “eh, quante storie del genere ci sono”. Perche' intanto il mondo, non avendo potuto fare tesoro della liberta' d'espressione o della bonta' dei servizi del signor Oreste, non avra' avuto occasione per migliorare -nella cultura e nei codici- l'attuale situazione. E noi, perdenti o vincenti, avremmo imbastito una battaglia che non sara' servita a nulla.
 
 
 
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