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L'irriverente. Ecco perche' l'Italia e', nel mondo, un Paese provinciale. Grazie ministra Pinotti
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Comunicato di Vincenzo Donvito
3 febbraio 2016 10:02
 
  Ho seguito casualmente una trasmissione di una tv nazionale (1) in cui la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, si districava tra due giornalisti che facevano di tutto per farle dire anche quello che non sapeva e/o non voleva dire. Disquisivano sui contingenti militari italiani (una volta si chiamavano guerre, ma oggi si preferisce “missione di pace”) sparsi per il mondo, in particolare dopo gli “inviti” Usa perche' il nostro Paese sia piu' presente nello scacchiere mediorentiale e quello -molto probabile a breve termine- libico. Molto diplomatica, la nostra ministra, proprio come un comune mortale si aspetta che sia un ministro che fa il gioco di squadra del proprio governo, della Nato e degli accordi internazionali a vari livelli.
Ma i giornalisti sono degli incontentabili, per cui, proprio alla fine della trasmissione e' scattata una domanda che proprio non c'entrava nulla col contesto, ma che serve forse a fare qualche titolo e qualche chiosa. Ed eccoci qui. Giornalista: ministro, lei per chi tifa nelle elezioni Usa? E Pinotti, sorridendo e mentre si alzava dalla sua sedia per andare via: io tifo per Hilary. Sorrisi da entrambe le parti, buonasera a tutti.
Hillary Diane Rodham, anche perche' vive in un Paese (Usa) il cui il maschilismo dei nomi e' straripante, e' nota quasi esclusivamente come “la Clinton” poiche' moglie di quel Bill che e' stato presidente Usa per ben due volte in passato. E comunque una persona che, per le sue qualita', e' stata anche senatrice e Segretaria di Stato (il nostro ministro della Difesa), ma che comunque ha il marchio del cognome del marito.
Bene, la candidata piu' probabile per il partito democratico (quello americano...) alla nomination Usa per le prossime elezioni presidenziali, in continuita' con l'attuale innovatrice politica di Barack Obama, contrapposta a dei bacchettoni repubblicani che fanno sembrare dei laici estremisti i “due milioni” del Foro Massimo di sabato scorso a Roma... la signora Clinton, per la nostra Roberta Pinotti e' Hillary. Non solo, ma per la nostra ministra della Difesa e' la sua candidata preferita al piu' importante scranno politico mondiale. Per capire: ve l'immaginate se il presidente Barack Obama, in occasione delle primarie del nostrano partito democratico, avesse trovato un giornalista che gli avesse chiesto per chi tifava come premier per l'Italia, e avesse risposto Matteo Renzi? Roba da mantenersi la pancia dalle risate? Si', nel caso di Obama, ma non nel caso della ministra Pinotti. Che invece e' drammatico e sintomatico della politica italiana in casa e nel contesto internazionale. Non bisogna essere irriverenti per aspettarsi che un ministro, ad una domanda cosi' inopportuna in quel contesto, avesse risposto qualcosa tipo: non parteggio per nessuno e avro' ottimi rapporti col futuro ministro Usa alla Difesa e con tutto il Governo che gli elettori americani sceglieranno, visto che e' un Paese con cui non siamo in guerra e i cui consigli seguiamo con molta solerzia ed attenzione. Ma la Pinotti.. no. Lei e' partigiana, e' un ministro che -diciamo- dimentica di esser tale e si comporta come una qualunque segretaria di sezione del Pd della sua Genova. E' molto probabile che questa presa di posizione in quella trasmissione “non se la filera'” nessuno. Ma, a noi che ci piace il diritto, il savoir-faire, la lealta', l'impegno nei ruoli e nei contesti, se fossimo stati un ministro della Repubbica, non ci sarebbe mai venuto in testa di dire, come potrebbe forse accadere per l'elezione di un consigliere di quartiere di un piccolo comune italiano, che si', noi fidiamo che Mario sia eletto.
This is Italy, people. 
 
 
 
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