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Sottosegretario Boschi 'non gradita' alla Normale? Evviva la Normale!
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
6 febbraio 2017 11:33
 
Un membro del Governo della Repubblica, il sottosegretario Maria Elena Boschi, viene invitato a parlare alla Normale di Pisa, una università pubblica, nell'ambito di un ciclo di incontri aperti. Si tratta di iniziative ordinarie, diffuse nelle migliori università del mondo. 
Ma c'è sempre il puro di turno, quello che è convinto (ma soprattutto cerca di convincere il mondo) di essere in lotta contro il "potere" e i suoi "servi", che vede ovunque. Questa volta però, invece dello studente fuori corso, il duro e puro è un professore universitario (sic!), che oltre a insultare i colleghi della Normale per l'invito, dà dell'ignorante al sottosegretario di Governo forse perché priva di titoli accademici post-laurea.
Caro professore Francesco Panaro dell'Università di Firenze, considerate le sue parole e visto il suo stellare curriculum, premetto che chi scrive ha due dottorati di ricerca dall'Università di Yale. Spero che questo Le basti per non bollarmi come indegno di ascolto. Durante i miei anni in quella università, ho avuto il piacere (sì, il piacere!) di ascoltare e occasionalmente interloquire con i 'potenti' del mondo, da presidenti Usa a segretari generali Onu, senatori e sindaci, e anche a presidenti del consiglio italiani, francesi, britannici. Spesso ero in disaccordo con loro su molti temi, altre volte andavo ad ascoltarli pieno di disprezzo. Ma dall'ascolto sono sempre uscito arricchito, rinvigorito e voglioso di approfondimento e studio.
L'università deve essere un luogo aperto, apertissimo, dove pratica e teoria, idealismo e realismo, l'indigeno (professore) e lo straniero (il politico, l'artista, il giudice, ecc.) vivono, si confrontano, si scontrano, collaborano, si mescolano, si invertono. Solo così l'università diventa luogo dinamico, non un semplice conservatorio di teorie o una sala giochi virtuale per docenti con la puzza sotto il naso. E' il luogo dove crescono tra l'altro anche coloro che un giorno andranno al Governo. E se avranno avuto professori degni di questo nome, che non li avranno guidati a disprezzare le Istituzioni, magari faranno meglio di chi c'è oggi. 
La Sua idea di università come torre d'avorio riservata ai 'titolati' mi inorridisce, come anche il suo disprezzo per le Istituzioni repubblicane, indipendentemente da chi le ricopre pro tempore. Si è mai chiesto perché le nostre università risultano tra le peggiori nel mondo occidentale un po' in tutte le classifiche internazionali? Crede davvero che il problema sia l'invito di un sottosegretario piuttosto che la discutibile qualità e mentalità di chi vi insegna?
 
 
 
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