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5 giugno 2014 15:41 - ennio4531
Chiedo scusa. ma quando ho scritto bravo ho dimenticato di aggiungere... grullo !

Buonaserata.
5 giugno 2014 9:50 - morrisco
grazie x il bravo: egregio ennio,è un piacere leggerla,mi farebbe piacere poter discutere con lei ,ma mi dispiace :non ho tempo da perdere.Buonagiornata
3 giugno 2014 16:26 - ennio4531
Bravo, morrisco.
Un commento di profonda capacità d'analisi e ricco di argomentazioni su cui riflettere, sì.
21 maggio 2014 8:50 - morrisco
ma cara($)ministra,è sicura che l'arroganza di cui in abbondanza ci offre con cotanta tracotanza :valga 25.000 euro al mese? Per lei che la pensa così mafiosamente......(non a caso),ci sono 5 o 6 milioni che la pensano in modo contrario!!!Lei collusa come 3/4 del suo partito,prossima fermata :via Regina Celi,e sperò sarà in ottima e abbondante compagnia...senza inoltrarmi nell'ipocrisia la mando in culo e le auguro quello che merita :il CARCERE!!!!!
15 maggio 2014 22:40 - IVAN.
Bravo, Giosci. Un commento di profonda capacità d'analisi e ricco di argomentazioni su cui riflettere, sì.
15 maggio 2014 15:43 - giosci
troia di un minisro vergognati di esistere
tu e quel ignoranteb imbecille di giovanardi....
15 maggio 2014 10:58 - ennio4531
Così parlò Nick ...

' ... io ho detto che il caffè non è un alimento .. ' .

Da Wikipedia

'Si definisce alimento ogni sostanza o insieme di sostanze in qualsiasi stato della materia e struttura assimilata da un organismo vivente per la propria nutrizione. Alimento, cibo e nutriente, sono spesso utilizzati come sinonimi e, almeno nel senso dell'alimentazione umana, indicano tutto ciò che mangiamo e beviamo ai fini del sostentamento fisico.'

Ne consegue che dal momento che il caffè lo beviamo, con effetti benefici, ergo è un alimento .

Il povero Nick ne prenda nota .

Ah.... i simboli da leggere per erudirsi sono quelli in nero ...

Dai se ti sforzi puoi arrivarci a comprendere ...

A fronte delle caccatelle di simili personaggi, come ci si può lamentare poi se qualcuno invoca la necessità del proibizionismo .
15 maggio 2014 7:21 - Nick
Preso nota pippatroll,
io ho detto che il caffè non è un alimento e tu mi dici a momenti che è una medicina... non vedo la negazione della mia affermazione.

E poi se scendi dalla cattedra, ci dici chi dovrebbe stabilirne l'utilizzo? ...magari la commissione del farmaco ed il pluridecorato gran visir Garattini?

Caffè sotto ricetta medica!

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Dai se ti sforzi puoi fare di meglio...
14 maggio 2014 23:45 - ennio4531
14 maggio 2014 21:15 - Nick
Giusto!
Sapete cosa eliminerei? il Caffè!!!
Il caffè sarà mica un alimento no ?...

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"Il caffè possiede numerose proprietà benefiche per il nostro organismo, un effetto dato soprattutto dalla presenza degli acidi clorogenici. In seguito a diverse analisi si è constatato che le persone che bevono caffè hanno una maggiore protezione verso alcune patologie come il diabete di tipo 2 e il morbo di Parkinson, inoltre, si è rilevato un rallentamento del naturale declino cerebrale nelle persone anziane e, in situazioni di assunzione moderata, nessun effetto sfavorevole sul rischio cardiovascolare.

Questi dati sono stati presentati dalla NFI, Nutrition Foundation of Italy, in occasione di un convegno tenutosi a Milano (Aprile 2008) durante il quale sono stati esposti i più recenti studi scientifici internazionali che hanno esaminato gli effetti sulla salute dell'uomo derivanti dal consumo di caffè.
Il caffè, nelle sue varie "forme", rappresenta una delle bevande più bevute al mondo. ....

Nella maggior parte dei casi, quando si parla di caffè le persone pensano unicamente alla caffeina e agli effetti che essa ha sull'organismo. Si tralasciano quindi una serie di elementi nutrizionali contenuti nella bevanda.

Sebbene i vari processi di lavorazione diminuiscano notevolmente la presenza di antiossidanti naturali, in alcuni casi si arriva addirittura al 90 per cento, le quantità residue sono comunque di tutto rispetto. In 100 ml di caffè sono presenti circa 250 mg di acidi clorogenici.

Andrea Poli, Direttore Scientifico della NFI, ha spiegati che il caffè, se consumato in quantità moderate e con costanza quotidiana, può essere un aiuto importante nella prevenzione di patologie metaboliche e neurodegenerative, un effetto legato soprattutto alla presenza degli acidi clorogenici. L'esperto ha poi aggiunto che la presenza del caffè nella dieta di ogni giorno non solo influenza positivamente la sfera emotiva della persona ma può contribuire al benessere dell'organismo

Francesco Visioli, membro della NFI e ordinario di Fisiopatologia presso l'Università Pierre et Marie Curie di Parigi, spiega che erroneamente si associa il caffè unicamente alle proprietà eccitanti della caffeina, si trascura quindi il fatto che esso sia la principale fonte di polifenoli assunti attraverso la dieta.

In conclusione gli esperti tengono ad evidenziare che il caffè, anche decaffeinato, grazie soprattutto al contenuto naturale di acidi clorogenici, è tra le fonti dietetiche più abbondanti di antiossidanti. Grazie a questa bevanda se ne possono quindi assumere in quantità significative con favorevoli implicazioni sulla nostra salute.

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Il povero Nick ne prenda nota .

Ah.... i simboli da leggere per erudirsi sono quelli in nero ...
14 maggio 2014 22:21 - Nick
14 maggio 2014 21:20 - ennio4531

Non agognando a far parte della famiglia degli ' estremisti integerremi ', non mi associo al pensiero talebano di armando che ignora la saggezza dei nostri trisavoli ...
'Est Modus In Rebus..'


13 aprile 2014 17:29 - ennio4531

Forza scr-ivan-o... scendi dalla cattedra dalla quale disquisisci su uso e abuso ( i confini chi li determina ? ) per attivarti ad aiutare chi riteneva di farne uso per poi ritrovarsi a farne inconsapevole abuso.

Aspettiamo il tuo recapito in modo da svuotare i San Patrignano e trasferire gli ospiti nelle tue braccia amorevoli .

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appena 5 risposte indietro.

Che pippa di troll.
14 maggio 2014 21:20 - ennio4531
Non agognando a far parte della famiglia degli ' estremisti integerremi ', non mi associo al pensiero talebano di armando che ignora la saggezza dei nostri trisavoli ...
'Est Modus In Rebus..'
14 maggio 2014 21:15 - Nick
Giusto!
Sapete cosa eliminerei? il Caffè!!!
Il caffè sarà mica un alimento no? Eppure li vedi nei bar a tutte le ore questi tossici come manco al SERT!
Che poi non dormi la notte e ti viene l'ipertensione, ed il servizio sanitario nazionale tocca pure pagarti le medicine!
D'altronde non si chiamano proprio "coffii sciop" quei locali in Olanda dove puoi farti anche gli spinelli?!?

LE TROCHE SONO TUTTE UGUALI E FANNO TUTTE MALEEEE!!!
14 maggio 2014 12:21 - armando977
Si,in opposizione alle logiche di stile mafioso (favoreggiamento dello stato allo spaccio rispetto all'autoproduzione) siamo alle logiche di stile pavloniano, noi antiproibizionisti siamo degli estremisti integerrimi. Dato che sul mercato è presente del pattume e c'è chi non ne vuole del nuovo ci sarà permesso di pretendere che tutto quanto faccia o possa far male alla salute venga bandito? O il discorso vale solo per quel che fa comodo politicamente? tutto ciò che alla lunga potrebbe mandarti in ospedale e gravare sui contribuenti va eliminato dalla faccia della terra così come si vuol fare per la canapa. Quindi da oggi io mi schiero dalla parte di ennio: via il pattume ludico, TUTTO!
12 maggio 2014 10:45 - ennio4531
Siamo alle solite logiche di stampo pavloviano ...

Poichè sul mercato c'è del pattume, logico è aggiungerne dell'altro !
6 maggio 2014 13:47 - W3C_Freedom
iniziamo col vietare : Cacao; Caffè; Cioccolata, ma vietiamo anche il Tea; la Camomilla; il Pepe; Alcolici; Tabacco; vietiamo tutta la lista dei vari E... presenti negli alimenti, anche quelli fanno male, eppure ci stanno, vietiamo tutto ciò che è canceroeno per la salue umana, allora tutti i prodotti tossici dovrebbero essere eliminati, ma le industrie continuano ad usarli.

anche gli inceneritori, chiamati impropriamente (TERMOVALORIZZATORI) fanno male all'intero sistema, eppure vengono finanziati con i fondi del CIP6 (energia elettrica), fondo che dovrebbe andare alle fonti energetiche alternative, e con una semplice modifica alla legge sono state finanziate le centrali nucleari e gli inceneritori.

http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2586-cretini-no-ha nno-ragione-loro.html#comments

la Conferenza del Dottor Stefano Montanari, del 25 Gennaio 2014 sull'energia da biomasse e nanoparticelle", come
riportato su: https://www.youtube.com/watch?v=2AQZQYZ03fk

Dunque iniziamo ad eliminare dalla catena alimentare ciò che fa male, altrimenti cari politici, state zitti.

saluti paolo
13 aprile 2014 17:29 - ennio4531
Forza scr-ivan-o... scendi dalla cattedra dalla quale disquisisci su uso e abuso ( i confini chi li determina ? ) per attivarti ad aiutare chi riteneva di farne uso per poi ritrovarsi a farne inconsapevole abuso.

Aspettiamo il tuo recapito in modo da svuotare i San Patrignano e trasferire gli ospiti nelle tue braccia amorevoli .
10 aprile 2014 18:57 - IVAN.
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• «Giuseppe Ducci non capisce nulla di tossicologia.»
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Chiaro, Chinaski; quando uno di questi "esperti" si mette a sciorinare i danni della cannabis senza precisare la differenza tra USO ed ABUSO, è chiaramente in malafede.
(E ci credo che "la cannabis fa male" se uno si fuma 50 canne al giorno! Fa male anche l'ACQUA se uno ne beve 3 ettolitri, egregio "dottore" dei miei stivali!)


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9 aprile 2014 16:30 - ennio4531
Dal momento che il dott. Ducci è psichiatra e non tossicologo ergo 'non capisce nulla di tossicologia.'.

Mentre 'Il team, guidato da Lynn DeLisi, MD, Professore di Psichiatria alla Harvard Medical School', pur non essendo tossicologo, di tossicologia capisce tutto.

Potenza della ... logica....

Anche senza scomodare Harvard, basta leggere le fregnacce dei sostenitori del pattume ludico per concludere quanto la schizofrenia sia diffusa .

Poi ci sono gli schizofrenici da canne che non si riconoscono mai come tali in quanto confondono la schizofrenia per normalità...

Per constatare gli effetti del pattume ludico non occorono titoli accademici nè q.i. elevati.

Basta semplicemente visitare le comunità di recupero per toccare con mano i risultati.

Tutto il resto sono frescacce di menti onnubilate da smog neuronale ...
9 aprile 2014 15:35 - chinaski
Ii Dott. Giuseppe Ducci ha definito il THC e il CBD "alcaloidi", mon penso vi sia bisogno di aggiungere altro; se non far notare che è uno psichiatra (fondamentalista cattolico), e non un tossicologo. Giuseppe Ducci non capisce nulla di tossicologia.

Ora un pò di studi seri:

Un nuovo studio dell’Università di Harvard può aiutare a respingere le preoccupazioni circa il legame tra l’uso di Cannabis e la schizofrenia.

Mentre molti ancora credono nella possibilità della Cannabis di causare schizofrenia, i ricercatori della Harvard Medical School dicono invece che si deve “trovare ancora la prova definitiva che l’uso di cannabis può causare psicosi.”

Il loro ultimo studio, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Schizophrenia Research , aggiunge il supporto al ruolo dei fattori genetici nella schizofrenia, ed afferma che il solo uso di Cannabis non aumenta il rischio di sviluppare la malattia.

“In sintesi, possiamo concludere che la cannabis non causa psicosi da sé. In individui geneticamente vulnerabili, mentre la cannabis può modificare l’insorgenza della malattia, la gravità o l’esito, non ci sono prove da questo studio che può causare la psicosi “.

Il team, guidato da Lynn DeLisi, MD, Professore di Psichiatria alla Harvard Medical School, ha confrontato le storie familiari di 108 pazienti con schizofrenia e 171 persone senza schizofrenia per determinare se l’uso di cannabis è stato un fattore nello sviluppo del disturbo.

Essi hanno scoperto che una storia familiare di schizofrenia aumenta il rischio di sviluppare la schizofrenia, indipendentemente dal fatto che un individuo utilizzi cannabis.

Gli autori dicono che ulteriori studi dovranno verificare se la Cannabis può interagire con i fattori genetici per influenzare l’età in cui si sviluppa la schizofrenia. Tuttavia gli ultimi risultati forniscono prove sufficienti al Dr. DeLisi ed al suo team per concludere che la cannabis “è improbabile che sia la causa della malattia.”

È interessante notare che gli autori sottolineano anche che le diverse varietà di Cannabis possono giocare un ruolo nel risultato della schizofrenia.

“La quantità di THC è particolarmente importante, anche considerando che il CBD è il componente che si ritiene abbia valore medicinale, anche nella schizofrenia.”

Infatti, anche se il THC è noto per avere effetti psicoattivi, vi è una crescente evidenza che il CBD può contrastare gli effetti del THC, e può anche essere utile come trattamento per la schizofrenia .

Lo studio ha ricevuto un finanziamento dal National Institute on Drug Abuse (NIDA)

N.D.R. (Anche finanziati dal NIDA, che non è certo antiproibizionista! Ho detto tutto!)



Fonte: LeafScience.com


Schizofrenia e cannabis. L’uso medico per la cura della psiche
In un recente studio la terapia a base di cannabis per la schizofrenia

Schizofrenia e cannabis. Nonostante il crescente flusso di informazioni sull’uso medico della cannabis e sui suoi benefici , poco si sa circa gli effetti che ha sul trattamento della schizofrenia .

Un recente studio canadese ha scoperto che il cannabidiolo ( CBD ) può giocare un ruolo importante nel ridurre i sintomi psicotici della schizofrenia , e un altro studio pubblicato quest’anno suggerisce che la cannabis può ridurre alcuni dei disturbi cognitivi correlati.

Un sintomo particolarmente comune ai pazienti schizofrenici è l’incapacità di identificare accuratamente le emozioni .
Come ci si aspetterebbe , questo può portare a problemi relazionali. Detto questo, un recente studio ha scoperto che la cannabis può offrire una soluzione per preservare la memoria emotiva nei pazienti schizofrenici .

Un team di ricercatori canadesi , guidati da Stephane Potvin , hanno condotto uno studio in cui si è confrontata la memoria emotiva di 3 gruppi di persone: 14 pazienti schizofrenici che fanno uso di cannabis regolarmente , 14 pazienti schizofrenici che non fanno uso di cannabis , e 21 pazienti sani . Ad ogni gruppo sono state mostrate immagini di stimoli positivi e negativi, e gli è stato chiesto di identificare l’ emozione rappresentata . Nel frattempo , i ricercatori hanno condotto una risonanza magnetica funzionale per misurare la quantità di attività cerebrale in ogni individuo.

Il gruppo dei non consumatori di cannabis ha percepito meno stimoli emotivi rispetto al gruppo dei pazienti ai quali è stata somministrata, anche in piccole dosi.
Secondo i risultati dello studio , il gruppo dei pazienti che usufruiscono di cannabis ha percepito meno stimoli emotivi rispetto al gruppo di pazienti sani , ma questa differenza era ancora maggiore se si considerano i pazienti schizofrenici che non fanno uso di cannabis, che ne hanno ricevuti ancora di meno.

I risultati dell’ imaging cerebrale ci suggeriscono che i maggiori stimoli emotivi rilevati nel gruppo dei pazienti ai cui è somministrata cannabis possono essere correlati alla attività nel lobo frontale,la parte del cervello responsabile dell’organizzazione. Le scansioni effettuate nel gruppo di pazienti schizofrenici ai quali non è stata somministrata cannabis rivelano un’attività minima nel lobo frontale.

Come suggerisce l’ autore dello studio canadese , sarà necessaria più ricerca sul ruolo della cannabis nel trattamento della schizofrenia. Questo studio , oltre all’evidente risultato che prova che il cannabidiolo ( CBD ) può contribuire ad alleviare i sintomi psicotici , è solo un piccolo passo verso il riconoscimento dell’uso medico della canapa per trattamenti naturali di varie forme di patologie. Uno degli antipsicotici più comunemente prescritti al mondo – amisulpride – ha un elenco di effetti collaterali che comprende nausea , aumento di peso , e ansia, oltre a non essere di origine naturale.

Fonte: Science (non Panorama)
8 aprile 2014 22:31 - IVAN.
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Beatrice Lorenzin è stata il ministro della Salute del Governo Letta.
Nulla da ridire, non fosse che il curriculum della ministra risulta piuttosto insolito, per essere a capo di uno dei ministeri più importanti e delicati: giovane speranza del Pdl, 42 anni, un diploma classico, negli anni ha ricoperto vari incarichi all'interno del partito, ma mai nessuno che riguardasse anche solo casualmente la sanità.

http://it.notizie.yahoo.com/blog/gossip-di-palazzo/beatrice- lorenzin-curriculum-insolito-per-il-ministro-della-105232405 .html

Ora il nuovo governo Renzi l'ha riconfermata alla sanità. Solo una svista, o proprio non c'era nessun altro con credenziali più competenti?


.
8 aprile 2014 11:27 - ennio4531
Lo spinello divora il cervello.

La marijuana non provoca solo perdita di memoria e depressione, ma anche schizofrenia e psicosi .

Lo dicono gli psichiatri italiani : un giovane che fuma cannabis ha i neuroni di un novantenne .

' se magicamente si potesse cancellare la cannabis dal mondo, avremmo una diminuzione dei casi di schizofrenia del 40% ' .

Lo afferma Giuseppe Ducci direttore del reparto di psichiatria del San Filippo Neri di Roma.

' Oggi registriamo disturbi psicotici gravi sempre più precoci.
Abbiamo persone di 24-25 anni che, dopo anni di abusi, hanno il cervello di un novantenne e un futuro di lungoassistiti'.

La cannabis produce la sindrome amotivazionale ... Alcuni arrivano al delirio o all'abulia ...' .

Da Panorama .
7 aprile 2014 10:40 - roberto7266
Banania ...

Troll John ha detto che a un certo punto della sua vita pestava la tastiera cosi' tanto che la sua parte cerebrale sinistra ne ha risentito in maniera seria. Tanto che ha dovuto sottoporsi a una lobotomia.

Secondo il tabloid Chronicle of the Garden, il Troll si era dato pesantemente alla pastura per piccioni quando viveva in Australia negli anni Ottanta, dopo il suo divorzio dai New Trolls. Nel 1987 subi' l'intervento chirurgico, che all'epoca disse giustificato da un'infezione alla lingua causata una frenetica attività della stessa nei confronti di organi proibizionisti autoreferenziali.

Ma oggi rivela che era stato l'eccesso di pedaggio autostradale a causargli problemi, in particolare la formazione di piccoli polipi sul lobo temporale (destro o sinistro non fa differenza, non funzionano entrambi) rimossi dal Garattini. "La prima cosa che mi disse il medico fu, 'Stai giocando molto nei pressi di tombini aperti, vero?'. Io rimasi di stucco e gli chiesi, 'come fai a saperlo?'.

Lui disse che lo aveva capito dai bitorzoli sulla mia fronte bassa, e mi spiego' che la cosa peggiore che puo' fare un troll e' andare in autostrada a piedi".

Troll ricorda che dall'operazione in poi, la sua cognizione si e' abbassata. "E' diventata piu' assente, ha meno risonanza ed e' piu' asservita al DPA. Una volta ero un professore frustrato, oggi sono un troll che ctrl+c / ctrl+v cazzate sui forum", ha aggiunto.
6 aprile 2014 18:18 - ennio4531
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a Matt Lauer durante il programma "Today"

"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero già lì che mi facevo un’altra striscia"..

"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.

Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una tragedia".

"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere quella vita, il che è la parte più terribile della dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
6 aprile 2014 18:16 - ennio4531
Aduc ...

Elton John ha detto che a un certo punto della sua vita fumava dosi' tanta marijuana che la sua voce ne ha risentito in maniera seria. Tanto che ha dovuto sottoporsi a un'operazione per poter continuare a cantare.

Secondo il tabloid Daily Express, il cantante si era dato pesantemente alla cannabis quando viveva in Australia negli anni Ottanta, dopo il suo divorzio da Renate Blauel. Nel 1987 subi' un intervento chirurgico, che all'epoca disse giustificato da un'infezione alle corde vocali.

Ma oggi rivela che era stato l'eccesso di marijuana a causargli problemi, in particolare la formazione di piccoli polipi che rimossi dal chirurgo. "La prima cosa che mi disse il medico fu, 'Stai fumando molta erba, vero?'. Io rimasi di stucco e gli chiesi, 'come fai a saperlo?'.

Lui disse che lo aveva capito dalla mia voce roca e bassa, e mi spiego' che la cosa peggiore che puo' fare un cantante e' fumare marijuana".

Elton ricorda che dall'operazione in poi, la sua voce si e' abbassata. "E' diventata piu' profonda, ha piu' risonanza ed e' piu' forte. Una volta ero un pianista che cantava, oggi sono un cantante che suona il piano", ha aggiunto.
5 aprile 2014 12:13 - roberto7266
"Il proibizionismo aveva poco a che fare con i gli effetti dell'erba e molto a che fare con chi la usava".


La lunga marcia Martin A. Lee The Nation
canapa_indica_cima.jpgIl 10 gennaio del 1965 il poeta della beat generation Allen Ginsberg guida una piccola marcia per la legalizzazione della marijuana davanti alla prigione femminile di Lower Manhattan. Coni suoi cartelli e i suoi slogan, quel gruppetto di manifestanti diede origine a una delle immagini più emblematiche degli anni sessanta: Ginsberg con i fiocchi di neve sulla barba e i capelli diradati che portava un cartello con la scritta "Pot is fun" (l'erba e divertente) accanto a un altro cartello che diceva: "Pot is a reality kick" (l'erba e una botta di realtà).

La manifestazione fu il primo evento organizzato dalla sezione newyorchese del Comitato per la legalizzazione della marijuana, il gruppo fondato da Ginsberg e dal poeta Ed Sanders quando ancora la maggior parte delle persone che fumavano erba si guardava bene dal parlarne. L'idea, spiego Sanders, era quella di "spingere le persone che usano la marijuana a trovare il coraggio di lottare per la sua legalizzazione".
La protesta segnò l'inizio di un movimento di controcultura che negli anni successivi sarebbe diventato una rivolta populista contro la medicina convenzionale e l'uso del potere extracostituzionale. Ginsberg aveva intuito che la marijuana, che negli Stati Uniti era vietata dal 1937, "sarebbe diventata un enorme catalizzatore politico". Anche se il proibizionismo non impediva a molti di usarla, quella strana sostanza stimolava molti dubbi sull'autorità in generale. Non era la composizione chimica della cannabis a incoraggiare lo scetticismo nei confronti della burocrazia, ma l'evidente contraddizione tra l'esperienza vissuta e la trita propaganda del governo sulla "follia da spinello", rafforzata da una legislazione che prevedeva cinque anni di prigione per il possesso di pochi grammi di erba.
Negli anni sessanta, quando la cannabis cominciô a emergere come fattore determinante in una guerra culturale che non ancora finita, il fatto che fosse una sostanza proibita ne aumentava il fascino.
Fin dall'inizio le battaglie per mettere fine al proibizionismo sono state inestricabilmente legate ad un più ampio movimento per la giustizia sociale. La marijuana non è mai stata l'unica ossessione di Ginsberg e Sanders: entrambi erano anche pacifisti e protestavano contro la proliferazione nucleare, la discriminazione razziale e la censura. Nell'ottobre del 1967 Sanders e il suo gruppo folk, i Fugs, salirono su un camion ed eseguirono "l'esorcismo del Pentagono" durante un'enorme manifestazione contro la guerra che lasci6 al mondo un'altra icona: la straordinaria immagine dei fiori che spuntavano dai fucili dei giovani soldati messi a guardia del tempio del complesso militare-industriale.
Nel bene o nel male, la cannabis era strettamente associata alla crescente ondata di dissonanza cognitiva che spingeva milioni di americani a contestare la politica estera del Toro paese. Per molti altri, tuttavia, il consumo diffuso di cannabis era un sintomo, se non addirittura la causa, del disordine pubblico e della decadenza morale del paese. Henry Giordano, che a metà degli anni sessanta dirigeva il Federal bu reau of narcotics, dichiara al congresso chi le richieste di legalizzare l'erba erano "un ulteriore tentativo di distruggere il sistema americano". Denigrato dai politici e idealizzato dai dissidenti, quel piccolo fiore che milioni di persone amavano fumare era diventato un totem della ribellione, un simbolo polivalente del conflitto sociale. Il presidente Richard Nixon capì che poteva sfruttare it dibattito sulla marijuana proprio vantaggio. La sua dichiarazione d guerra a oltranza contro le droghe illegali generale, e la cannabis in particolare, gettare discredito su tutti i movimenti di protesta nati negli anni sessanta. Per Nixon la crociata contro la droga non era solo un sistema per gonfiare le statistiche degli arresti e dare l'impressione di un duro attacco alla criminalità. Era anche un mezzo simbolico per stigmatizzare le proteste dei giovani, sentimento popolare contro la guerra, il potere nero e chiunque avesse i capelli troppo lunghi: il proibizionismo aveva poco a che fare con i gli effetti dell'erba e molto a che fare con chi la usava.
Il 27 ottobre 1970 il congresso statunitense ratificò il Controlled substances act, una legge che inseriva le droghe in cinque diverse "tabelle" a seconda della Toro sicurezza, dell'utilità terapeutica e delle possibilità di abuso. Dietro alla decisione del procuratore generale John Mitchell di inserire la marijuana nella tabella I dei narcotici, categoria riservata alle droghe pericolose senza valore terapeutico, c'era un preciso calcolo politico. "Questo paese andrà cosi a destra che non lo riconoscerete più", disse Mitchell a un giornalista. La profezia si sarebbe realizzata, e la guerra alla droga avrebbe assunto un ruolo importante nel declino della democrazia statunitense.

Da destra a sinistra
La nuova legge prevedeva che il presidente nominasse una commissione per valutare i rischi della marijuana e dare al governo suggerimenti di politica a lungo termine. Nixon riempi la commissione di falchi del-la guerra alla droga, che però delusero le sue aspettative compilando un rapporto di 1.184 pagine intitolato Marijuana: a signal of misunderstanding. Il rapporto consigliava la depenalizzazione del "possesso di marijuana per uso personale" e della "distribuzione occasionale di piccole quantity" e suggeriva di studiare la sostanza per capirne meglio gli effetti terapeutici.
Nixon non lo lesse neanche e ne respinse contenuto. Il nuovo attacco del presidente provocò una forte reazione da parte degli antiproibizionisti. La National organization for the reform of marijuana laws (Norml), fondata a Washington ne11970 dal giovane avvocato Keith Stroup, cominciò a fare pressione sulle autorità federali e sul parlamento chiedendo che la marijuana fosse tolta dalla tabella I. La Norml ottenne ampio sostegno da una strana combinazione di capelloni di sinistra, liberal in giacca e cravatta e conservatori libertari. Nel 1972 William F. Buckley, il pia famoso intellettuale di destra statunitense, si dichiarô a favore della legalizzazione. Un suo protetto, Richard Cowan, sarebbe poi diventato direttore esecutivo della Norm'. In un articolo sulla National Review, Cowan sostenne che la penalizzazione della marijuana era contraria a tutti i principi del conservatorismo: "L'isterica mitizzazione della marijuana ha portato i conservatori ad accettare programmi di ingegneria sociale di massa, l'interferenza negli affari dei singoli individui e mostruosi sprechi burocratici". Mentre l'idea della depenalizzazione guadagnava terreno, l'associazione degli avvocati americani, l'unione dei consumatori, il consiglio delle chiese, l'associazione nazionale degli educatori, l'associazione per la salute pubblica e altre organizzazioni si affrettarono ad appoggiare la riforma della Legge. Alla fine degli anni settanta diversi stati avevano depenalizzato il possesso di piccole quantità di erba. Durante l'amministrazione Carter molti diedero per scontato che prima o poi it governo federale avrebbe depenalizzato la cannabis. Ma la Norml riusci a trasformare in sconfitta una vittoria che sembrava a portata di mano quando, ne11978, Stroup rivelò che il consulente di Carter in materia di droghe, Peter Bourne, aveva partecipato a un cocaina party a Washington. Lo scandalo che ne seguì costrinse Bourne a dimettersi e il presidente a mettere da parte il suo progetto di riforma. Dopo l'affare Bourne, nel corso degli anni nacquero diverse organizzazioni per chiedere che la legge sulla droga fosse cambiata: la Drug policy alliance, la Criminal justice policy foundation e, piu tardi, il Marijuana policy project.
Ma le loro argomentazioni non trovarono molti sostenitori a Washington, e la spinta a favore della cannabis che si era rafforzata a partire dagli anni sessanta si fermò definitivamente con l'arrivo di Ronald Reagan alla Casa Bianca nel 1981. Reagan rilanciö con forz a la "guerra alla droga". Concesse alla Drug enforcement administration (Dea) e ad altre agenzie poteri straordinari per scatenare una campagna militare contro la marijuana e altre sostanze illegali a colpi di intercettazioni, condanne minime obbligatorie, confische di beni e azioni da stato di polizia. Ma proprio quando la battaglia per la legalizzazione aveva raggiunto il suo punto più basso, un eroe improbabile si eresse a difensore della cannabis definendola una risorsa sostenibile dalle molte applicazioni che poteva essere usata come alimento ecologico, fibra, farmaco e strumento di svago.
Jack Herer, un carismatico veterano della guerra di Corea ed ex repubblicano all'epoca di Goldwater, fu fondamentale nel suscitare un nuovo interesse per gli usi industriali dimenticati della canapa, una pianta molto apprezzata dai padri fondatori americani.
Nel suo bestseller The emperor wears no clothes, Herer sosteneva che la canapa -l a gemella versatile e non psicoattiva della marijuana - aveva illimitate possibilità di sostituire il legno e i prodotti petrolchimici e di mandare in pensione molte industrie nocive per l'ambiente. Il suo acceso evangelismo ispirò una nuova generazione di attivisti. Debby Goldsberry, una delle sue discepole, avrebbe svolto un ruolo fondamentale nel dare il via a un movimento nazionale a favore della riforma.

Una questione di vita o di morte
Più di qualsiasi altro fattore, a rendere urgente la questione dell'uso terapeutico della marijuana fu l'epidemia di aids. I malati dicevano che, stimolando l'appetito, la cannabis era la cura più efficace e meno tossica per il trattamento dell'anoressia e della perdita di peso associate all'hiv. Senza la marijuana, molti non avrebbero sopportato la nausea e gli altri effetti collaterali degli inibitori della proteasi introdotti come possibile cura a metà degli anni novanta. Per chi aveva l'aids, la marijuana era una questione di vita o di morte. Dato che il governo federale reagiva con troppa lentezza, la Aids coalition to unleash power (Act up) e altre associazioni di attivisti presero l'iniziativa: costruirono reti di sostegno e organizzarono boicottaggi, manifestazioni, morti in diretta, distribuzioni gratuite di cannabis e altre forme non violente di disobbedienza civile per attirare l'attenzione sulla catastrofe in corso. Nessuna città degli Stati Uniti fu la più devastata dall'aids di San Francisco. E nessuno svolse un ruolo cosi importante nel fornire la cannabis ai malati di aids di Dennis Peron, un gay reduce dal Vietnam che faceva politica a fianco del leader del movimento di liberazione omosessuale Harvey Milk. Quando apri il San Francisco buyers club, un'associazione con un banco vendita che a metà degli anni novanta forniva marijuana a pin di diecimila persone, Peron infranse la legge perche potesse essere modificata.
Il circolo della cannabis di Peron fu uno dei pionieri di quello che pin tardi i sociologi avrebbero definito il "modello San Francisco" : un dispensario di marijuana a scopo terapeutico che consente it consumo sul posto e incoraggia i pazienti a socializzare, fumare, fare nuove amicizie e avvalersi di consulenze e servizi ricreativi. Peron e i suoi volontari furono gli ispiratori del movimento che avrebbe portato alla Proposition 215, la legge sulla marijuana per uso terapeutico della California. La sua approvazione nel 1996 cambiò tutto: diede uno scossone all'establishment e mise lo stato pin popoloso del paese in rotta di collisione con il blocco favorevole al controllo della droga.
In gioco non c'era solo la condizione dei malati di aids. Se la society statunitense accettava la marijuana a scopo terapeutico, il dibattito sulla cannabis avrebbe preso una piega diversa e forse sarebbe stato possibile abbattere l'intero edificio della guerra alla droga. La reazione fu violenta e immediata. Le autorità federali, insieme alle forze di polizia statali e locali, reagirono alla crescente diffusione della marijuana a scopo terapeutico inviando unità paramilitari contro i cittadini, devastando case, distruggendo giardini, facendo irruzione in centinaia di circoli della cannabis, sequestrando beni, minacciando i medici e processando i fornitori. Ma nulla poteva fermare il movimento: l'erba era troppo divertente o troppo importante per troppe persone. La rivolta scoppiata sulla costa occidentale avrebbe innescato una reazione a catena in tutto il paese. Fino a oggi, venti stati, più il Distretto di Columbia, hanno legalizzato la cannabis a fini terapeutici. La grande svolta, arrivata nel 2012 quando gli abitanti del Colorado e dello stato di Washington hanno votato a favore della legalizzazione della marijuana a uso ricreativo, e stata il culmine di un movimento che la California aveva messo in moto sedici anni prima.

Washington sta a guardare
Il 29 agosto 2003 il dipartimento di giustizia ha pubblicato le nuove linee guida della politica sulla marijuana affermando che Washington non interferirà con le scelte degli stati che ne hanno legalizzato la vendita e consumo purché rispettino certe norme. Ma la legge federale rimane immutata: la cannabis 6 ancora nella tabella I, quindi ufficialmente classificata come una sostanza pericolosa senza alcun valore curativo. Solo il tempo ci dirà se l'ultimo comunicato del dipartimento di giustizia rappresenta una svolta significativa nella "guerra alla droga". Ma una cosa e certa: l'amministrazione Obama non avrebbe mai cambiato atteggiamento se migliaia di persone favorevoli alla legalizzazione non avessero insistito nello sfidare una politica venale, distruttiva e disonesta, che ha favorito la criminalità e alimentato la discordia sociale, l'ingiustizia razziale, la corruzione della polizia e lo stesso abuso di droga.
da Internazionale del 14/1/14


* Io non credo alla distinzione tra canapa è marijuana. esiste solo la canapa. Il fatto che sia buona da fumare o meno dipende da fattori genetici ma anche da fattori ambiantali, dal modo in cui cresce, dal terreno ecc ecc. Inoltre parlare di marijuana evoca "la droga", parlare di canapa evoca una pianta innocua che ha una cultura secolare e che non ha mai ammazzato ne fatto male ad alcuno!
27 marzo 2014 19:13 - ennio4531
Ah... Nick sei proprio de coccio !

Perché non segui la perenne esortazione dell'aspirante capomanipolo scr-Ivan-o che vi invita a restare all'interno del 'pensiero unico' ignorando il nemico privo di fede nella vostra buona causa ?

Ecchediamine , non sai ancora riconoscere dove sta il babau ?
27 marzo 2014 13:54 - IVAN.
Nick, guarda che lo stai solo aiutando a mandare in vacca la discussione.
Ormai il troll lo conosci; ignora i suoi sciocchi "commenti" e concentrati solo sui contributi in buonafede.
27 marzo 2014 12:05 - ennio4531
Nick

"Certo, il rischio di setticemia era alto, ma pensa un po' che se avessero operato te alla testa, te la saresti cavata benissimo ed i bacilli sarebbero rimasti davvero delusi...

Risposta ennio

Per quanto riguarda gli interventi al cervello, i chirurghi romani dell'epoca nel tuo caso si sarebbero certamente rifiutati :
che senso ha scalfire un cranio ... vuoto ?

Dove sta la copiatura ?

Chi di spada ferisce di spada perisce ...
27 marzo 2014 8:57 - Nick
"La Storia va conosciuta, ma non necessariamente esaltata."

Sicuramente, infatti nell'intervento che hai riportato facevo solo un confronto con la medicina medioevale.



"Per quanto riguarda gli interventi al cervello, i chirurghi romani dell'epoca nel tuo caso si sarebbero certamente rifiutati :
che senso ha scalfire un cranio ... vuoto ?"

Hey, mi copi le battute?
26 marzo 2014 22:56 - ennio4531
La Storia va conosciuta, ma non necessariamente esaltata.

Per quanto riguarda gli interventi al cervello, i chirurghi romani dell'epoca nel tuo caso si sarebbero certamente rifiutati :
che senso ha scalfire un cranio ... vuoto ?
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