.. ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick..
La sinistra, dalla mente massificata, chiede la
legalizzazione dell'erba magica in quanto le hanno
raccontato che così si appare progressisti..
Dire "si'" alla marijuana facilita il passaggio ad altro
pattume ludico ....
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
8 agosto 2016 0:42 - ennio4531
Cannabis, la Toscana si schiera per la legalizzazione
Approvata una mozione di Sì Toscana. Il Pd sprona il
Parlamento e sostiene la causa: "Mettere fine all'anarchia
che domina il mercato della cannabis"
Il consiglio regionale si schiera a favore della
legalizzazione della Cannabis. Oggi sono state approvate
dall'Assemblea toscana due mozioni sull'argomento. La prima
di Sì Toscana a Sinistra e la seconda del Pd. Entrambi i
testi hanno avuto il via libera a maggioranza con i voti di
Pd, Sì Toscana a Sinistra e M5s, la contrarietà di Lega
Nord, Forza Italia e FdI. E l’astensione di alcuni
consiglieri del Pd.
Al momento la questione è ferma in Parlamento, con una
proposta firmata da oltre 200 parlamentari, che a settembre
inizierà di nuovo il suo iter in aula.
La mozione di Sì Toscana a Sinistra è a favore della
legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. La
mozione impegna la Giunta a farsi portavoce nei confronti
del Parlamento in modo che i provvedimenti di legalizzazione
della coltivazione, della lavorazione e della vendita della
cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e
positivo.
“Il nostro atto - dichiarano i Consiglieri Tommaso Fattori
e Paolo Sarti - deriva da una profonda convinzione, che è
la medesima della Direzione nazionale Antimafia, ovvero che
rendere legale l’utilizzo della cannabis, pur con tutte le
garanzie a tutela della salute dei cittadini, specie dei
minori, avrebbe ricadute positive in termini di deflazione
del carico giudiziario, di liberazione di risorse
disponibili per forze dell’ordine e magistratura per il
contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di
prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di
appannaggio di associazioni criminali agguerrite” .
Approvata anche una mozione del Pd che impegna l’Esecutivo
regionale ad attivarsi presso il Parlamento nazionale per
arrivare con celerità all’approvazione della legge che
regolamenta l’uso e la coltivazione della cannabis.
"Legalizzare non significa - ha spiegato la consigliera
regionale del Pd Alessandra Nardini - deregolamentare,
bensì mettere fine all'anarchia che domina il mercato della
cannabis. Serve regolamentare la filiera della cannabis:
coltivazione, vendita, consumo. E rafforzarne l'uso anche a
scopo terapeutico. Dalla Toscana, terra apripista e
lungimirante, facciamo sentire la nostra voce".
"Chiediamo alla Giunta regionale di intervenire presso il
Parlamento affinchè approvi la legge dell'intergruppo sulla
legalizzazione della cannabis", prosegue. Il testo della
mozione è "un appello ad andare avanti parte dalla Toscana
e dai Giovani Democratici che pochi giorni fa hanno raccolto
oltre 200 firme, a partire da quelle del presidente della
Regione, Enrico Rossi, del segretario regionale Pd, Dario
Parrini, del consigliere per i diritti della Regione
Toscana, Enzo Brogi, anche padre della legge sull'accesso ai
farmaci cannabinoidi". L'ulteriore richiesta al governatore
è di consolidare il cammino per l'uso terapeutico già
avviato in Toscana: "Sollecitiamo il presidente Enrico Rossi
- chiarisce Leonardo Marras, capogruppo Pd e primo
firmatario della mozione -ad attivarsi presso la conferenza
Stato-Regioni al fine di arrivare ad uniformare l'accesso ai
farmaci, evitando disparità nei confronti dei pazienti".
La Regione Toscana, così, sostengono i due dem, "potrebbe
intraprendere iniziative d'informazione e sensibilizzazione
in materia: siamo da sempre terra attenta ai diritti, alle
marginalità, al superamento di tabù". Il messaggio di
fondo dei dem è che "è necessario dare vita a un sistema
che non abbia il suo fulcro nelle politiche proibizioniste.
In questi anni- concludono i due consiglieri regionali del
Partito Democratico- la Toscana ha fatto da apripista sulla
cannabis, oggi chiediamo di fare un ulteriore passo in
questa direzione, sollecitiamo il Parlamento di andare
avanti sostenendo il lavoro prodotto dall'intergruppo.
Coraggio".
Giudizio negativo è stato ribadito da Manuel Vescovi,
capogruppo Lega Nord, che ha affermato: “Confermo la
posizione contraria della Lega. La droga va combattuta, non
liberalizzata. Ho fatto il poliziotto e ho visto gente che
con la droga si fa male, molto male. Bisogna combatterla, la
droga. Questa è una posizione che assumiamo con molta
veemenza perché un conto è usarla a scopi terapeutici, un
conto è dare la possibilità di comprarla ed utilizzarla
liberamente. Combattiamo il mercato nero e mettiamo in
galera chi vende la morte”.
Gabriele Bianchi, M5s, ha sottolineato che “tutto fa male,
anche mangiare dieci piatti di spaghetti può far male” se
“qualcosa viene utilizzato senza limiti o controllo”.
Secondo Bianchi “occorre vedere l’uso e le modalità
d’uso che si adottano per la cannabis” e in questo senso
“servono azioni informative”. Detto ciò, secondo
Bianchi, la coltivazione e l’uso della canapa “è
ostacolata dalle multinazionali” perché essa può essere
usata anche per motivi non legati alla preparazione di
droghe ed anzi “solo una percentuale minima è utilizzata
per il cosiddetto uso ricreativo”. Il fatto che la canapa
possa essere alternativa ai prodotti chimici e al petrolio
nella realizzazione di manufatti, secondo Bianchi, fa sì
che venga “ostacolata dalle grandi aziende che temono la
sua valenza commerciale” dal momento che “con essa si
possono fare maglie, carta, indumenti”.
Anche Giovanni Donzelli, FdI, è partito dal fatto che
“tutto fa male e tutto fa bene”. Ma ha aggiunto:
“L’assioma che con la canapa si possono fare le
magliette, non la rende buona a prescindere”. Secondo
Donzelli “quando si parla di droga, si parla della vita
delle persone e ciò non è un dettaglio”. Combattere la
droga, per Donzelli, è un dovere sociale. In base a questo
Donzelli si è dichiarato “fermamente contrario” ad
entrambe le mozioni.
.
7 agosto 2016 16:12 - ennius4531
.. ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick..
La sinistra, dalla mente massificata, chiede la
legalizzazione dell'erba magica in quanto le hanno
raccontato che così si appare progressisti..
Dire "si'" alla marijuana facilita il passaggio ad altro
pattume ludico ....
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
7 agosto 2016 15:48 - ennio4531
Cannabis, la Toscana si schiera per la legalizzazione
Approvata una mozione di Sì Toscana. Il Pd sprona il
Parlamento e sostiene la causa: "Mettere fine all'anarchia
che domina il mercato della cannabis"
Il consiglio regionale si schiera a favore della
legalizzazione della Cannabis. Oggi sono state approvate
dall'Assemblea toscana due mozioni sull'argomento. La prima
di Sì Toscana a Sinistra e la seconda del Pd. Entrambi i
testi hanno avuto il via libera a maggioranza con i voti di
Pd, Sì Toscana a Sinistra e M5s, la contrarietà di Lega
Nord, Forza Italia e FdI. E l’astensione di alcuni
consiglieri del Pd.
Al momento la questione è ferma in Parlamento, con una
proposta firmata da oltre 200 parlamentari, che a settembre
inizierà di nuovo il suo iter in aula.
La mozione di Sì Toscana a Sinistra è a favore della
legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. La
mozione impegna la Giunta a farsi portavoce nei confronti
del Parlamento in modo che i provvedimenti di legalizzazione
della coltivazione, della lavorazione e della vendita della
cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e
positivo.
“Il nostro atto - dichiarano i Consiglieri Tommaso Fattori
e Paolo Sarti - deriva da una profonda convinzione, che è
la medesima della Direzione nazionale Antimafia, ovvero che
rendere legale l’utilizzo della cannabis, pur con tutte le
garanzie a tutela della salute dei cittadini, specie dei
minori, avrebbe ricadute positive in termini di deflazione
del carico giudiziario, di liberazione di risorse
disponibili per forze dell’ordine e magistratura per il
contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di
prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di
appannaggio di associazioni criminali agguerrite” .
Approvata anche una mozione del Pd che impegna l’Esecutivo
regionale ad attivarsi presso il Parlamento nazionale per
arrivare con celerità all’approvazione della legge che
regolamenta l’uso e la coltivazione della cannabis.
"Legalizzare non significa - ha spiegato la consigliera
regionale del Pd Alessandra Nardini - deregolamentare,
bensì mettere fine all'anarchia che domina il mercato della
cannabis. Serve regolamentare la filiera della cannabis:
coltivazione, vendita, consumo. E rafforzarne l'uso anche a
scopo terapeutico. Dalla Toscana, terra apripista e
lungimirante, facciamo sentire la nostra voce".
"Chiediamo alla Giunta regionale di intervenire presso il
Parlamento affinchè approvi la legge dell'intergruppo sulla
legalizzazione della cannabis", prosegue. Il testo della
mozione è "un appello ad andare avanti parte dalla Toscana
e dai Giovani Democratici che pochi giorni fa hanno raccolto
oltre 200 firme, a partire da quelle del presidente della
Regione, Enrico Rossi, del segretario regionale Pd, Dario
Parrini, del consigliere per i diritti della Regione
Toscana, Enzo Brogi, anche padre della legge sull'accesso ai
farmaci cannabinoidi". L'ulteriore richiesta al governatore
è di consolidare il cammino per l'uso terapeutico già
avviato in Toscana: "Sollecitiamo il presidente Enrico Rossi
- chiarisce Leonardo Marras, capogruppo Pd e primo
firmatario della mozione -ad attivarsi presso la conferenza
Stato-Regioni al fine di arrivare ad uniformare l'accesso ai
farmaci, evitando disparità nei confronti dei pazienti".
La Regione Toscana, così, sostengono i due dem, "potrebbe
intraprendere iniziative d'informazione e sensibilizzazione
in materia: siamo da sempre terra attenta ai diritti, alle
marginalità, al superamento di tabù". Il messaggio di
fondo dei dem è che "è necessario dare vita a un sistema
che non abbia il suo fulcro nelle politiche proibizioniste.
In questi anni- concludono i due consiglieri regionali del
Partito Democratico- la Toscana ha fatto da apripista sulla
cannabis, oggi chiediamo di fare un ulteriore passo in
questa direzione, sollecitiamo il Parlamento di andare
avanti sostenendo il lavoro prodotto dall'intergruppo.
Coraggio".
Giudizio negativo è stato ribadito da Manuel Vescovi,
capogruppo Lega Nord, che ha affermato: “Confermo la
posizione contraria della Lega. La droga va combattuta, non
liberalizzata. Ho fatto il poliziotto e ho visto gente che
con la droga si fa male, molto male. Bisogna combatterla, la
droga. Questa è una posizione che assumiamo con molta
veemenza perché un conto è usarla a scopi terapeutici, un
conto è dare la possibilità di comprarla ed utilizzarla
liberamente. Combattiamo il mercato nero e mettiamo in
galera chi vende la morte”.
Gabriele Bianchi, M5s, ha sottolineato che “tutto fa male,
anche mangiare dieci piatti di spaghetti può far male” se
“qualcosa viene utilizzato senza limiti o controllo”.
Secondo Bianchi “occorre vedere l’uso e le modalità
d’uso che si adottano per la cannabis” e in questo senso
“servono azioni informative”. Detto ciò, secondo
Bianchi, la coltivazione e l’uso della canapa “è
ostacolata dalle multinazionali” perché essa può essere
usata anche per motivi non legati alla preparazione di
droghe ed anzi “solo una percentuale minima è utilizzata
per il cosiddetto uso ricreativo”. Il fatto che la canapa
possa essere alternativa ai prodotti chimici e al petrolio
nella realizzazione di manufatti, secondo Bianchi, fa sì
che venga “ostacolata dalle grandi aziende che temono la
sua valenza commerciale” dal momento che “con essa si
possono fare maglie, carta, indumenti”.
Anche Giovanni Donzelli, FdI, è partito dal fatto che
“tutto fa male e tutto fa bene”. Ma ha aggiunto:
“L’assioma che con la canapa si possono fare le
magliette, non la rende buona a prescindere”. Secondo
Donzelli “quando si parla di droga, si parla della vita
delle persone e ciò non è un dettaglio”. Combattere la
droga, per Donzelli, è un dovere sociale. In base a questo
Donzelli si è dichiarato “fermamente contrario” ad
entrambe le mozioni.
5 agosto 2016 8:43 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd
An association between use of cannabis in adolescence and
subsequent risk of schizophrenia was previously reported in
a follow up of Swedish conscripts. Arguments were raised
that this association may be due to use of drugs other than
cannabis and that personality traits may have confounded
results. We performed a further analysis of this cohort to
address these uncertainties while extending the follow up
period to identify additional cases.
Setting 1969-70 survey of Swedish conscripts (97% of the
country's male population aged 18-20).
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Results
Cannabis was associated with an increased risk of developing
schizophrenia in a dose dependent fashion both for subjects
who had ever used cannabis (adjusted odds ratio for linear
trend of increasing frequency 1.2, 95% confidence interval
1.1 to 1.4, P50 times was 6.7 (2.1 to 21.7) in the cannabis
only group. Similar results were obtained when analysis was
restricted to subjects developing schizophrenia after five
years after conscription, to exclude prodromal cases.
5 agosto 2016 0:22 - ennio4531
[ASCIA] I gemelli Giovanardi: conflitto di interessi?
Ci sono state segnalate alcune questioni (che qualora
vengano confermate, potremmo definire anomalie per esser
buoni o addirittura conflitto di interessi), relative alle
mansioni più o meno istituzionali e alla connessione tra
cariche governative e strutture assistenziali, dei gemelli
Daniele e Carlo Giovanardi.
Daniele Giovanardi fino al 2002 era a capo della Croce
Rossa, che a Roma ha la comunità per il recupero dalle
tossicodipendenze di Villa Maraini, poi è passato a
dirigere "Le Misericordie", che proprio nel 2002 ottenne
anche la gestione di alcuni Centri di Permanenza
Temporanei.
In Emilia, il buon samaritano Daniele è st! ato per anni,
tra Croce Rossa, Ospedali, pronti soccorso e Misericordie, a
strettissimo contatto con le comunità convenzionate.
Ma dopo qualche anno di attività e di lucrosi affari, ai
fratelli Giovanardi deve essere sembrato un incubo il calo
di soggetti che si rivolgevano alle Comunità, vista la
decrescita dei consumi di eroina.
Bisognava trovare nuovi clienti per le quelle strutture,
nuovi tossicodipendenti!
Et voilà! “...clienti trovati, basta mettere in mezzo
alle fasce da curare, anche i fumatori di cannabis” devono
essersi detto i due amabili gemelli ...e così probabilmente
nacque la geniale idea della 49/06 con la complicità della
destra assatanata di vendetta e capeggiata da Gianfranco
Fini.
Ora “Le Misericordie” di Daniele si sono specializzate
in gestione di comunità per la detenzione e identificazione
di immigrati, un’altro b! el canale fonte di profitti
certi e continui, mentre il fratel! lo Carlo può continuare
a difendere gli interessi economici delle comunità di
recupero per tossicodipendenti più liberamente, con la
incommensurabile gratitudine della Chiesa e dei suoi
discutibili collaboratori come Muccioli o Don Gelmini.
In questo panorama abbastanza inquietante il risultato è
che il business sull'aumento di fatturato e di clienti per
le comunità è un fatto reale, come lo sono i dati del DpA
che parlano di "migliaia di tossicodipendenti da cannabis
che chiedono trattamento", dati utilissimi per le attuali
campagne terroristiche del Dipartimento Politiche
Antidroga.
Ma la verità è che alcuni operatori di Sert e comunità
affermano che non saprebbero proprio quale trattamento
imporre ai consumatori beccati con cannabis che si ritrovano
a dover aiutare nella "disintossicazione".
L'anno scorso si parlava di terapia antagonista del sistema
cannabinoide! (Rimobanant) da utilizzarsi come vaccino e
"antaxone della cannabis", poi, per fortuna, dopo i primi
casi di suicidio causati da questo farmaco creato come
anoressizzante, non se ne parla più.
Noi abbiamo fatto un salto nel passato recente e consultando
questi siti ...il dubbio ci è venuto:
4 agosto 2016 23:23 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
La ricerca specialistica ci dice che.....
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza.
I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che
assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità
di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.
"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
4 agosto 2016 22:21 - ennio4531
[ASCIA] I gemelli Giovanardi: conflitto di interessi?
Ci sono state segnalate alcune questioni (che qualora
vengano confermate, potremmo definire anomalie per esser
buoni o addirittura conflitto di interessi), relative alle
mansioni più o meno istituzionali e alla connessione tra
cariche governative e strutture assistenziali, dei gemelli
Daniele e Carlo Giovanardi.
Daniele Giovanardi fino al 2002 era a capo della Croce
Rossa, che a Roma ha la comunità per il recupero dalle
tossicodipendenze di Villa Maraini, poi è passato a
dirigere "Le Misericordie", che proprio nel 2002 ottenne
anche la gestione di alcuni Centri di Permanenza
Temporanei.
In Emilia, il buon samaritano Daniele è st! ato per anni,
tra Croce Rossa, Ospedali, pronti soccorso e Misericordie, a
strettissimo contatto con le comunità convenzionate.
Ma dopo qualche anno di attività e di lucrosi affari, ai
fratelli Giovanardi deve essere sembrato un incubo il calo
di soggetti che si rivolgevano alle Comunità, vista la
decrescita dei consumi di eroina.
Bisognava trovare nuovi clienti per le quelle strutture,
nuovi tossicodipendenti!
Et voilà! “...clienti trovati, basta mettere in mezzo
alle fasce da curare, anche i fumatori di cannabis” devono
essersi detto i due amabili gemelli ...e così probabilmente
nacque la geniale idea della 49/06 con la complicità della
destra assatanata di vendetta e capeggiata da Gianfranco
Fini.
Ora “Le Misericordie” di Daniele si sono specializzate
in gestione di comunità per la detenzione e identificazione
di immigrati, un’altro b! el canale fonte di profitti
certi e continui, mentre il fratel! lo Carlo può continuare
a difendere gli interessi economici delle comunità di
recupero per tossicodipendenti più liberamente, con la
incommensurabile gratitudine della Chiesa e dei suoi
discutibili collaboratori come Muccioli o Don Gelmini.
In questo panorama abbastanza inquietante il risultato è
che il business sull'aumento di fatturato e di clienti per
le comunità è un fatto reale, come lo sono i dati del DpA
che parlano di "migliaia di tossicodipendenti da cannabis
che chiedono trattamento", dati utilissimi per le attuali
campagne terroristiche del Dipartimento Politiche
Antidroga.
Ma la verità è che alcuni operatori di Sert e comunità
affermano che non saprebbero proprio quale trattamento
imporre ai consumatori beccati con cannabis che si ritrovano
a dover aiutare nella "disintossicazione".
L'anno scorso si parlava di terapia antagonista del sistema
cannabinoide! (Rimobanant) da utilizzarsi come vaccino e
"antaxone della cannabis", poi, per fortuna, dopo i primi
casi di suicidio causati da questo farmaco creato come
anoressizzante, non se ne parla più.
Noi abbiamo fatto un salto nel passato recente e consultando
questi siti ...il dubbio ci è venuto:
3 agosto 2016 15:52 - ennius4531
4 agosto 2016 13:47 - ennius4531
.... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Intanto la ricerca specialistica ci dice che...
HARVARD, LO STUDIO: ‘USO MARIJUANA, ANCHE LIEVE E CASUALE,
DANNEGGIA CERVELLO’
APRILE 16, 2014
Esperimenti della Harvard Medical School hanno dimostrato
che anche il suo uso casuale è alla base di danni
permanenti al cervello....
Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono stati trovati avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.....
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. Alcune persone utilizzano
marijuana una o due volte la settimana...
4 agosto 2016 11:12 - ennio4531
[ASCIA] I gemelli Giovanardi: conflitto di interessi?
Ci sono state segnalate alcune questioni (che qualora
vengano confermate, potremmo definire anomalie per esser
buoni o addirittura conflitto di interessi), relative alle
mansioni più o meno istituzionali e alla connessione tra
cariche governative e strutture assistenziali, dei gemelli
Daniele e Carlo Giovanardi.
Daniele Giovanardi fino al 2002 era a capo della Croce
Rossa, che a Roma ha la comunità per il recupero dalle
tossicodipendenze di Villa Maraini, poi è passato a
dirigere "Le Misericordie", che proprio nel 2002 ottenne
anche la gestione di alcuni Centri di Permanenza
Temporanei.
In Emilia, il buon samaritano Daniele è st! ato per anni,
tra Croce Rossa, Ospedali, pronti soccorso e Misericordie, a
strettissimo contatto con le comunità convenzionate.
Ma dopo qualche anno di attività e di lucrosi affari, ai
fratelli Giovanardi deve essere sembrato un incubo il calo
di soggetti che si rivolgevano alle Comunità, vista la
decrescita dei consumi di eroina.
Bisognava trovare nuovi clienti per le quelle strutture,
nuovi tossicodipendenti!
Et voilà! “...clienti trovati, basta mettere in mezzo
alle fasce da curare, anche i fumatori di cannabis” devono
essersi detto i due amabili gemelli ...e così probabilmente
nacque la geniale idea della 49/06 con la complicità della
destra assatanata di vendetta e capeggiata da Gianfranco
Fini.
Ora “Le Misericordie” di Daniele si sono specializzate
in gestione di comunità per la detenzione e identificazione
di immigrati, un’altro b! el canale fonte di profitti
certi e continui, mentre il fratel! lo Carlo può continuare
a difendere gli interessi economici delle comunità di
recupero per tossicodipendenti più liberamente, con la
incommensurabile gratitudine della Chiesa e dei suoi
discutibili collaboratori come Muccioli o Don Gelmini.
In questo panorama abbastanza inquietante il risultato è
che il business sull'aumento di fatturato e di clienti per
le comunità è un fatto reale, come lo sono i dati del DpA
che parlano di "migliaia di tossicodipendenti da cannabis
che chiedono trattamento", dati utilissimi per le attuali
campagne terroristiche del Dipartimento Politiche
Antidroga.
Ma la verità è che alcuni operatori di Sert e comunità
affermano che non saprebbero proprio quale trattamento
imporre ai consumatori beccati con cannabis che si ritrovano
a dover aiutare nella "disintossicazione".
L'anno scorso si parlava di terapia antagonista del sistema
cannabinoide! (Rimobanant) da utilizzarsi come vaccino e
"antaxone della cannabis", poi, per fortuna, dopo i primi
casi di suicidio causati da questo farmaco creato come
anoressizzante, non se ne parla più.
Noi abbiamo fatto un salto nel passato recente e consultando
questi siti ...il dubbio ci è venuto:
3 agosto 2016 15:52 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
La ricerca specialistica ci dice che.....
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza.
I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che
assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità
di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.
"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
3 agosto 2016 11:27 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
2 agosto 2016 23:58 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd
An association between use of cannabis in adolescence and
subsequent risk of schizophrenia was previously reported in
a follow up of Swedish conscripts. Arguments were raised
that this association may be due to use of drugs other than
cannabis and that personality traits may have confounded
results. We performed a further analysis of this cohort to
address these uncertainties while extending the follow up
period to identify additional cases.
Setting 1969-70 survey of Swedish conscripts (97% of the
country's male population aged 18-20).
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Results
Cannabis was associated with an increased risk of developing
schizophrenia in a dose dependent fashion both for subjects
who had ever used cannabis (adjusted odds ratio for linear
trend of increasing frequency 1.2, 95% confidence interval
1.1 to 1.4, P50 times was 6.7 (2.1 to 21.7) in the cannabis
only group. Similar results were obtained when analysis was
restricted to subjects developing schizophrenia after five
years after conscription, to exclude prodromal cases.
2 agosto 2016 22:39 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
2 agosto 2016 16:24 - ennius4531
.... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Intanto la ricerca specialistica ci dice che...
HARVARD, LO STUDIO: ‘USO MARIJUANA, ANCHE LIEVE E CASUALE,
DANNEGGIA CERVELLO’
APRILE 16, 2014
Esperimenti della Harvard Medical School hanno dimostrato
che anche il suo uso casuale è alla base di danni
permanenti al cervello....
Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono stati trovati avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.....
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. Alcune persone utilizzano
marijuana una o due volte la settimana...
1 agosto 2016 21:59 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
1 agosto 2016 16:06 - ennius4531
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale .
La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis
prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di
sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei
rischi.”
1 agosto 2016 15:16 - Starfighter23
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
1 agosto 2016 8:20 - ennius4531
...ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Altro studio specialistico sugli effetti dell'erba magica
....
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science.
31 luglio 2016 23:25 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
31 luglio 2016 18:26 - ennius4531
Altro studio specialistico sugli effetti dell'erba magica
....
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
31 luglio 2016 15:12 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
31 luglio 2016 12:00 - ennius4531
.....ennio4531 é solo un'ombra che esce la notte dalla sua
tana fumogena e che si attacca da parassita ai nickname
degli altri scimmiottandoli approfittando del difettoso
controllo da parte di Aduc dei nuovi nick...
Intanto la ricerca specialistica ci dice che...
HARVARD, LO STUDIO: ‘USO MARIJUANA, ANCHE LIEVE E CASUALE,
DANNEGGIA CERVELLO’
APRILE 16, 2014
Esperimenti della Harvard Medical School hanno dimostrato
che anche il suo uso casuale è alla base di danni
permanenti al cervello....
Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono stati trovati avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.....
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. Alcune persone utilizzano
marijuana una o due volte la settimana...
31 luglio 2016 3:28 - ennio4531
Come la cannabis sta spaventando le multinazionali del
farmaco
Secondo alcuni osservatori la guerra tra cannabis medica e
medicina ufficiale è già in atto da tempo. Ed è
nient’altro che l’ultimo capitolo di un contenzioso
storico che da sempre oppone le medicine naturali alle
multinazionali del farmaco. Prima della cannabis era toccata
la stessa sorte per esempio alle vitamine o al magnesio,
relegate nel recinto delle “cure alternative”:
definizione che in buona sostanza equivale ad essere
classificati come medicine “di serie b”, sulla quale
poco si finanzia la ricerca, e poco si verificano i
risultati.
Già alcune settimane fa avevamo analizzato questo tema,
riferendovi di come la Fda (l’ente governativo
statunitense che si occupa della regolamentazione dei
farmaci) stesse procedendo per inibire le aziende
produttrici di farmaci a base di Cbd (cannabidiolo, uno dei
principali principi attivi della cannabis) dal pubblicizzare
i propri prodotti.
Ora è una ricerca scientifica realizzata dall’Università
della Georgia e pubblicata sulla rivista Health Affairs a
fornire spunti decisivi per capire meglio il perché di
tanto ostracismo verso le cure a base di cannabis. Secondo
quanto riportato dai ricercatori americani, infatti, la
progressiva regolamentazione dell’accesso alle medicine a
base di marijuana rischia di comportare notevoli perdite
economiche per le grandi aziende farmaceutiche.
Secondo i dati gli stati USA che hanno legalizzato la
cannabis terapeutica hanno registrato un risparmio, su base
annua, di circa 165 milioni di dollari. Questo perché i
pazienti che, per il trattamento di disturbi come dolore,
depressione, disordini del sonno, ansia, assumono cannabis
medica rinunciano ai farmaci tradizionali, più costosi e
talvolta meno efficaci.
Ma non è tutto. Secondo i ricercatori dell’Università
della Georgia, infatti, se tutti gli stati americani
approvassero l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi
per tutte le patologie per le quali la ricerca scientifica
ha già verificato i benefici apportati dalla cannabis, si
potrebbe ottenere un risparmio di mezzo miliardo di dollari
l’anno.
Una cifra molto consistente, che permetterebbe forte
risparmi per molti malati e per i sistemi sanitari pubblici,
ma che evidentemente andrebbe a danno di chi quei soldi
riceve, cioè le case farmaceutiche.
29 luglio 2016 17:50 - ennius4531
...il post che mi precede é solo un'ombra tossica che si
attacca da parassita ai nickname degli altri clonandoli,
approfittando del difettoso controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick...
Cosa dicono gli studi specialistici .
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .."
27 luglio 2016 0:13 - ennius4531
....é solo un'ombra tossica che da parassita clona il
nickname degli altri scimmiottandoli approfittando
evidentemente di un sistema di controllo assai carente ....
26 luglio 2016 21:41 - Starfighter23
tu prova pure,ho segnalato la cosa agli admin,visto che ti
diverti cosi tanto idiota,sei talmente coniglio che non
riesci neanche a postare con il tuo nick lurido figlio di
una puttana tossica
Ennio bravo finalmente cominci a capire qualcosa,dopo anni
di buio totale sul argomento
26 luglio 2016 20:18 - Starfighter23
prova
26 luglio 2016 17:43 - ennius4531
USA: Cannabis riduce dimensione e
forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
Da Aduc
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista
'Human Reproduction'.Il consumo di marijuana riduce infatti
le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta
di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di
fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al
mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la
struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
25 luglio 2016 18:11 - Starfighter23
@PISCIATURO4531 SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO
OGGI 25 LUGLIO A MONTECITORIO PER TE COMINCIA UNA LUNGA VIA
CRUCIS CHE SI CONCLUDERA' CON LA TUA MORTE
LE UNICHE PERSONE IN ACCORDO CON LE TUE BUFALE HANNO TUTTI
DAI 70 ANNI IN SU,DIMOSTRAZIONE CHE LA CANNABIS NON E' UN
AROGMENTO PER VECCHI DI MERDA COME TE CHE VANNO AVANTI
IMPASTICCANDOSI E ASSUMENDO VELENI DI STATO
QUOTIDIANAMENTE,AL LIMITE VI AIUTEREBBE SOLO AD ASSUMERNE
MOLTI DI MENO
PARLACI DEI MINORENNI CHE VI VANTATE DI CURARE NEI VOSTRI
CENTRI PER UNA "PRESUNTA" DIPENDENZA DA CANNABIS CHE ESISTE
SOLO NELLA VOSTRA TESTA
PARLACI DI COME CURATE QUESTI MINORENNI A BOTTE DI XANAX E
BENZODIAZEPINE VARIE,PARLIAMO DI QUESTO FIGLIO DI PUTTANA
COME MAI LA CANNABIS FA SOLO MALE A CHI NE FA USO LUDICO?CHI
NE FA USO MEDICO,NON SUBISCE DANNI NEURONALI COME SBOCCHINI
TU TUTTI I GIORNI SCIACALLO DI MERDA?
INOLTRE NON TI SEI ACCORTO CHE IL 22 LUGLIO ALLE 3 DI NOTTE
IL TUO ACCOUNT E' STATO HACKERATO E HANNO POSTATO CON IL TUO
NOME SICURAMENTE NON SCIMMIOTTATO,COME VEDI DAI LOG QUI
SOTTO,L'HACKER RIFERISCE CHE QUESTO SITO E'
BUGGATTISSIMO,PER GLI IGNORANTI COME TE VUOL DIRE PIENO DI
BUCHI,DI BUG E UN COLABRODO DI SICUREZZA,HO INVITATO QUESTA
PERSONA A POSTARE I TUOI DATI,QUELLO SARA' IL PROSSIMO
PASSO,MASSIMO RISPETTO PER CHI HA FATTO IL LAVORO SPORCO
NON TI SEI CHIESTO COME MAI SONO RIUSCITI A POSTARE CON IL
TUO NOME ORIGINALE? NON TI ALLARMA NEANCHE UN PO LA COSA? IO
DIREI DI LEVARTI DAI COGLIONI E CAMBIARE NICKNAME FIGLIO DI
PUTTANA
TI RICORDI QUANDO FACEVO APPELLO AD HACKER VARI DI ROMPERTI
IL CULO? EVIDENTEMENTE QUALCUNO HA RACCOLTO IL MIO
MESSAGGIO
SI TRATTA SOLO DI TAPPARE LA BOCCA A CHI DERIDE I MALATI CHE
USANO CANNABIS COME FAI TU TUTTI I GIORNI FIGLIO DI
PUTTANA
22 luglio 2016 21:52 - Starfighter23
visto che e' buggatisssimo (menomale) non rimane che
pubblicare l'ip e piu dati possibili di questo sciacallo,al
resto ci penso io
22 luglio 2016 3:06 - ennius4531
Forse dovrei rivedere le mie priorità, uscire di casa, fare
cose...Sto sito è buggatissimo...tanto per la cronaca...
22 luglio 2016 3:01 - ennius4531
La cannabis non fa poi cosi male...se usata bene:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22716143
QUI SI VEDE CHIARAMENTE DI COME HANNO POSTATO CON IL TUO
ACCONUT HACKERATO VECCHIO DI MERDA,CHIEDIAMO A QUESTA
PERSONA E AD ALTRI SMANETTONI DI INFLIGGERTI QUANTO PIU
DANNO POSSIBILE BECCHINO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO,MAFIOSO
DI MERDA