Copio incollo anche qui la risposta data all'amico
Pietro su altro forum
Caro Pietro, mentre giudici
e magistrati, politici, ideologi e opinionisti si prodigano
nel loro compito rincorrendo una verità, parlando di cose
serie come le leggi e tutti gli aspetti tecnici
specialistici legati alla vicenda discettando anche su
questioni di filosofia ricorrendo nientepopodimenoché
addirittura ad Ippocrate per confermare la validità del
proprio percorso mentale che decreta la giustezza della
morte di Eluana, non siamo in pochi a rendersi conto che
comunque, nonostante tutto questo "autorevole"
fuoco d'artificio (perché di artificio si tratta) di
parole, quello che è in gioco è la vita umana ed anzi il
valore della sua sacralità, avanti al quale qualsiasi
imbecille potebbe sfidare il leguleio più accreditato per
dimostrare come NON sia possibile trovare una risposta
avanti alla quale la nostra umanità, nell'accezione
ontologica del termine, risulti soddisfatta.
Detto in termini più spicci, insomma, sono in molti che
arrancano sugli specchi e nessuno arriverà a toccarne la
cima.
Forse, se Eluana morrà, qualche idiota
sbandiererà l'avvenuta conquista liberale non pensando
che il desiderio di tale libertà è il riflesso della spada
di Damocle che inconsciamente censuriamo, che è proprio la
consapevolezza dell'ineluttabilità della nostra morte
corporale, avanti alla quale nessuno può fuggire, come ci
insegna San Francesco. E da tale conclusione nessuna
legge ci salverà, e solo questo basterebbe a far pensare
alla sacralità della vita e a porsi qualche domanda sul suo
significato recondito; forse, tali pensieri, riporterebbero
sui propri passi molti di questi "eroi"
avventurieri, pionieri di un liberalismo che non premia.
Continuando tuttavia la fiera delle assurdità, mi
domando dove sia la lungimiranza intellettuale di chi è
preposto dalla legge a provvedere con le supreme sentenze
per il nostro destino. Nota bene che per poter
stabilire le volontà presunte di Eluana, si tira fuori, tra
le varie cose, il fatterello secondo cui ella avrebbe
pregato per la morte di un suo amico che versava nelle
condizioni in cui ella stessa ora versa, prima che questo
accadesse. Questa preghiera è stata considerata
derivante da "Una concezione non materialista ma
spirituale dell'esistenza, che va oltre il concetto di
vita biologica per abbracciarne uno piu' alto: quello
del proprio essere in quanto essere mente, coscienza,
esperienza, espressione e interazione, oltre che
corpo…", come mi è capitato di leggere in proposito.
Belle parole, peccato che siano CAZZATE! Ora, Eluana,
con questa sua preghiera avrebbe espresso di getto qualcosa
di cui nemmeno lei poteva stabilirne l'equità e che
umanamente potrebbe essere un errore (chi può dire di no?
Finora sembra che nessuno lo possa, nemmeno Eluana), errore
che essa avrebbe compiuto per sé stessa se in
quell'anelito di desiderio di vita contenuto in quella
preghiera fosse stato contenuto tutto il proprio
attaccamento alla vita, considerando che per quella
preghiera Eluana potrebbe essere condannata, invece, alla
propria dipartita. Ora, volendo considerarne
l'intenzione, dovremmo sapere quel che ella
desidererebbe farne ora, in questo istante, della propria
esistenza e non cosa ne pensava quando l'eventualità
sembrava lontana, considerando la scontata volubilità degli
esseri (questo sarebbe realismo) ma questo non è possibile,
determinando così uno scontro di pensieri che rischia di
scadere nel ridicolo per il rumore che esso fa. Vorrei
aggiungere un altro pensiero, riguardo all'episodio
tirato in ballo dalla Corte per considerare le volontà di
Eluana, postilla seconda ma più importante della prima
appena scritta. Eluana, chiedendo la morte per il suo
amico, nell'impeto sincero di desiderio ed attaccamento
alla vita (se no, perché si chiederebbe una cosa del
genere?) lo ha chiesto a Dio e non agli uomini! Ella si è
inginocchiata in una chiesa, non avanti ad una Corte né
avanti ad un umano professionista "esperto" del
mestiere! Gli uomini di scienza di stampo liberale
odierno, deficitano di lungimiranza in questo, oltre che di
preparazione alla comprensione di morale umana e cristiana
cattolica. Ne consegue che Eluana avesse inteso mettere
nelle mani di Dio la vita dell'amico e non nelle mani
degli uomini. Cosa sarebbe successo all'esemplare
Domenico Savio, quando espresse per iscritto il proprio
pensiero "La morte ma non peccati.", se lo avesse
esposto avanti ad una Corte odierna? Probabilmente, se tanto
desse tanto, avrebbe rischiato una fucilazione immediata,
perché vale umanamente il concetto: "…chi è senza
peccati scagli la prima pietra.".
Mettere
nelle mani di Dio, significa, cristianamente, non lasciare
al caso la vita della persona ma prodigarsi per essa
cristianamente fino a quando il buon Dio (o il
"destino" per chi non voglia credere in Lui)
avesse deciso di togliere dal mondo il sofferente nonostante
gli sforzi di rispetto della vita possibili agli uomini,
senza arbitrio nell'ipocrisia in cui è facile cadere
proferendo il detto popolare "…la volontà di Dio
passa per le mani degli uomini." Il cristiano è
solo un puro esecutore delle volontà evangeliche per non
incorrere nell'anatema di Cristo:"… avevo sete e
non mi avete dissetato, avevo fame e non mi avete
sfamato…"(il resto leggetelo) Ricordo, come
sempre faccio in causa del dolore, che quest'ultimo è
elargito sia a beneficio del sofferente, sia a beneficio
degli uomini tutti, perché per Dio siamo una unità ben
più coesa e interagente di quanto non lo desiderino le
forze liberali odierne nel loro spasmodico tentativo di
unificazione che nella sua incapacità riduce tutto al
misero stato di omologazione individuale, cosa che nega
tutto, fin dalle elementari libertà della persona
(paradosso del liberalismo ideologico).
Mi
fa piacere, però che le idee delle Coorti non siano affatto
chiare: finora non siamo affatto in grado di stabilire cosa
sia bene per noi e sono certo che non lo saremo mai, perché
questo lo ha detto Cristo, l'unico che di cazzate non ne
ha mai sparate.
C'è qualcuno che prenderebbe
a cuore la vita intera di Eluana sollevando dal peso
operativo coloro che giustamente ne uscirebbero stanchi e
sconsolati: non si può non compatirli e non essere dalla
loro parte. Avanti a tanti errori quello di continuare
ad assistere Eluana sarebbe forse il minore, ma
l'egoismo ideologico di oggi non vuole permetterne
nemmeno la menzione.
Noi cristiani, comunque,
cogliamo questa occasione d'insegnamento di vita per
pregare per Eluana ma anche per noi stessi ed il mondo, per
essere perdonati dei nostri errori e per un sano desiderio
di sapienza del vivere, ringraziando Dio per la concessione
di tale Grazia.
Saluti sinceri.
4 agosto 2008 0:00 - er metico
Probabilmente Valentina ha elevato il vero dilemma che
porterà forse alla morte Eluana: la sua pipì! E'
veramente terribile...
1 agosto 2008 0:00 - Valentina
Lasciatela andare in santa pace...rispettate la sua
volontà, e quella di chi, senza aiuti dai Giudici che tanto
sentenziano, l'hanno seguita per i 16 dolorosi anni....I
giudici la pipì non l'hanno pulita....