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4 agosto 2008 0:00 - Enrico Falcinelli
Copio incollo anche qui la risposta data all'amico Pietro su altro forum

Caro Pietro, mentre giudici e magistrati, politici, ideologi e opinionisti si prodigano nel loro compito rincorrendo una verità, parlando di cose serie come le leggi e tutti gli aspetti tecnici specialistici legati alla vicenda discettando anche su questioni di filosofia ricorrendo nientepopodimenoché addirittura ad Ippocrate per confermare la validità del proprio percorso mentale che decreta la giustezza della morte di Eluana, non siamo in pochi a rendersi conto che comunque, nonostante tutto questo "autorevole" fuoco d'artificio (perché di artificio si tratta) di parole, quello che è in gioco è la vita umana ed anzi il valore della sua sacralità, avanti al quale qualsiasi imbecille potebbe sfidare il leguleio più accreditato per dimostrare come NON sia possibile trovare una risposta avanti alla quale la nostra umanità, nell'accezione ontologica del termine, risulti soddisfatta.

Detto in termini più spicci, insomma, sono in molti che arrancano sugli specchi e nessuno arriverà a toccarne la cima.

Forse, se Eluana morrà, qualche idiota sbandiererà l'avvenuta conquista liberale non pensando che il desiderio di tale libertà è il riflesso della spada di Damocle che inconsciamente censuriamo, che è proprio la consapevolezza dell'ineluttabilità della nostra morte corporale, avanti alla quale nessuno può fuggire, come ci insegna San Francesco.
E da tale conclusione nessuna legge ci salverà, e solo questo basterebbe a far pensare alla sacralità della vita e a porsi qualche domanda sul suo significato recondito; forse, tali pensieri, riporterebbero sui propri passi molti di questi "eroi" avventurieri, pionieri di un liberalismo che non premia.

Continuando tuttavia la fiera delle assurdità, mi domando dove sia la lungimiranza intellettuale di chi è preposto dalla legge a provvedere con le supreme sentenze per il nostro destino.
Nota bene che per poter stabilire le volontà presunte di Eluana, si tira fuori, tra le varie cose, il fatterello secondo cui ella avrebbe pregato per la morte di un suo amico che versava nelle condizioni in cui ella stessa ora versa, prima che questo accadesse.
Questa preghiera è stata considerata derivante da "Una concezione non materialista ma spirituale dell'esistenza, che va oltre il concetto di vita biologica per abbracciarne uno piu' alto: quello del proprio essere in quanto essere mente, coscienza, esperienza, espressione e interazione, oltre che corpo…", come mi è capitato di leggere in proposito. Belle parole, peccato che siano CAZZATE!
Ora, Eluana, con questa sua preghiera avrebbe espresso di getto qualcosa di cui nemmeno lei poteva stabilirne l'equità e che umanamente potrebbe essere un errore (chi può dire di no? Finora sembra che nessuno lo possa, nemmeno Eluana), errore che essa avrebbe compiuto per sé stessa se in quell'anelito di desiderio di vita contenuto in quella preghiera fosse stato contenuto tutto il proprio attaccamento alla vita, considerando che per quella preghiera Eluana potrebbe essere condannata, invece, alla propria dipartita. Ora, volendo considerarne l'intenzione, dovremmo sapere quel che ella desidererebbe farne ora, in questo istante, della propria esistenza e non cosa ne pensava quando l'eventualità sembrava lontana, considerando la scontata volubilità degli esseri (questo sarebbe realismo) ma questo non è possibile, determinando così uno scontro di pensieri che rischia di scadere nel ridicolo per il rumore che esso fa.
Vorrei aggiungere un altro pensiero, riguardo all'episodio tirato in ballo dalla Corte per considerare le volontà di Eluana, postilla seconda ma più importante della prima appena scritta.
Eluana, chiedendo la morte per il suo amico, nell'impeto sincero di desiderio ed attaccamento alla vita (se no, perché si chiederebbe una cosa del genere?) lo ha chiesto a Dio e non agli uomini! Ella si è inginocchiata in una chiesa, non avanti ad una Corte né avanti ad un umano professionista "esperto" del mestiere!
Gli uomini di scienza di stampo liberale odierno, deficitano di lungimiranza in questo, oltre che di preparazione alla comprensione di morale umana e cristiana cattolica.
Ne consegue che Eluana avesse inteso mettere nelle mani di Dio la vita dell'amico e non nelle mani degli uomini.
Cosa sarebbe successo all'esemplare Domenico Savio, quando espresse per iscritto il proprio pensiero "La morte ma non peccati.", se lo avesse esposto avanti ad una Corte odierna? Probabilmente, se tanto desse tanto, avrebbe rischiato una fucilazione immediata, perché vale umanamente il concetto: "…chi è senza peccati scagli la prima pietra.".

Mettere nelle mani di Dio, significa, cristianamente, non lasciare al caso la vita della persona ma prodigarsi per essa cristianamente fino a quando il buon Dio (o il "destino" per chi non voglia credere in Lui) avesse deciso di togliere dal mondo il sofferente nonostante gli sforzi di rispetto della vita possibili agli uomini, senza arbitrio nell'ipocrisia in cui è facile cadere proferendo il detto popolare "…la volontà di Dio passa per le mani degli uomini."
Il cristiano è solo un puro esecutore delle volontà evangeliche per non incorrere nell'anatema di Cristo:"… avevo sete e non mi avete dissetato, avevo fame e non mi avete sfamato…"(il resto leggetelo)
Ricordo, come sempre faccio in causa del dolore, che quest'ultimo è elargito sia a beneficio del sofferente, sia a beneficio degli uomini tutti, perché per Dio siamo una unità ben più coesa e interagente di quanto non lo desiderino le forze liberali odierne nel loro spasmodico tentativo di unificazione che nella sua incapacità riduce tutto al misero stato di omologazione individuale, cosa che nega tutto, fin dalle elementari libertà della persona (paradosso del liberalismo ideologico).


Mi fa piacere, però che le idee delle Coorti non siano affatto chiare: finora non siamo affatto in grado di stabilire cosa sia bene per noi e sono certo che non lo saremo mai, perché questo lo ha detto Cristo, l'unico che di cazzate non ne ha mai sparate.

C'è qualcuno che prenderebbe a cuore la vita intera di Eluana sollevando dal peso operativo coloro che giustamente ne uscirebbero stanchi e sconsolati: non si può non compatirli e non essere dalla loro parte.
Avanti a tanti errori quello di continuare ad assistere Eluana sarebbe forse il minore, ma l'egoismo ideologico di oggi non vuole permetterne nemmeno la menzione.

Noi cristiani, comunque, cogliamo questa occasione d'insegnamento di vita per pregare per Eluana ma anche per noi stessi ed il mondo, per essere perdonati dei nostri errori e per un sano desiderio di sapienza del vivere, ringraziando Dio per la concessione di tale Grazia.

Saluti sinceri.
4 agosto 2008 0:00 - er metico
Probabilmente Valentina ha elevato il vero dilemma che porterà forse alla morte Eluana: la sua pipì!
E' veramente terribile...
1 agosto 2008 0:00 - Valentina
Lasciatela andare in santa pace...rispettate la sua volontà, e quella di chi, senza aiuti dai Giudici che tanto sentenziano, l'hanno seguita per i 16 dolorosi anni....I giudici la pipì non l'hanno pulita....
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