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17 giugno 2011 19:44 - lucillafiaccola1796
confronto tra scienziati, avvocati, volontari ambientalisti e rappresentanti delle istituzioni

tutta gente che alla fine per qualche paninazzo...fa la fine di veronesi e della hack...perché mejo morti che senza cell ulari...li vediamo scendere in strada per far vedere che loro ce l'hanno...invece chi non ha colpa e muore sono quelli di Cesano che sono costretti a tirare le cuoia nella peggiore delle maniere perché i padroni di Zio devono diffondere le loro interessate menzogne in tutte le parti più lontane della Terra per abbindolare i FFFFFFFFESSIIIIIIII!
17 giugno 2011 15:35 - Annapaola Laldi
Riporto qui sotto il sunto del convegno tenuto a Roma il 14 giugno scorso, che si può leggere anche su: http://punto-informatico.it/3190276/PI/News/elettrosmog-cosa -dice-scienza-italia.aspx


Elettrosmog, cosa dice la scienza in Italia. Se ne è parlato a un convegno organizzato da A.M.I.C.A.. Alcuni test hanno evidenziato che l'irradiamento del sistema cellulare ha provocato la diminuzione delle cellule vitali e l'aumento di quelle cancerose a partire da un'ora di esposizione … L'argomento è stato affrontato da tutti i punti di vista e le conclusioni sono allarmanti.
Fonte: Punto Informatico http://www.punto-informatico.it
Che correlazione c'è tra emissioni elettromagnetiche e disfunzioni biologiche? Qual è lo stato della ricerca scientifica? Quali gli strumenti legislativi? Se ne è parlato a un convegno organizzato da A.M.I.C.A.
Roma - Si è svolto presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini a Roma il convegno dal titolo "Telefonia mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la salute?", organizzato dall'Associazione malattie da intossicazione cronica e/o ambientale (A.M.I.C.A.). Una giornata di confronto tra scienziati, avvocati, volontari ambientalisti e rappresentanti delle istituzioni per fare il punto sui rischi per la salute connessi ai dispositivi mobili e alle radiofrequenze. Una carrellata di interventi di spessore scientifico e giuridico dai quali sono emerse due conclusioni fondamentali: la necessità di continuare e incrementare gli studi indipendenti, l'urgenza che i soggetti politici affrontino seriamente e concretamente il problema.
La prima sessione di interventi, volta a scandagliare le evidenze scientifiche sul rischio connesso all'esposizione ai campi elettromagnetici delle comunicazioni wireless, ha dato spazio alla presentazione di ricerche di carattere sperimentale ed epidemiologico condotte da scienziati italiani e internazionali.
Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell'Istituto di Genetica Molecolare presso il CNR di Bologna, ha illustrato i risultati degli studi in vitro e in ambiente per evidenziare l'interazione tra WiFi, radar e telefoni mobili con la vitalità cellulare. Gli esperimenti relativi alla rete wireless hanno mostrato che l'irradiamento del sistema cellulare ha provocato la diminuzione delle cellule vitali e l'aumento di quelle cancerose a partire da un'ora di esposizione. Gli effetti biologici documentati relativi alle radiofrequenze e alle microonde hanno segnalato danni al DNA, ai cromosomi, produzione di radicali liberi, l'alterazione dei neurotrasmettitori, invecchiamento precoce, perdita di memoria e la comparsa di alcune allergie. L'indagine epidemiologica condotta nel comune di Potenza Apicena (originata dalla presenza di un'epidemiologia misconosciuta che colpiva le persone esposte a onde elettromagnetiche) ha dimostrato, evidenzia Marinelli, che l'esposizione a radar produce la devitalizzazione cellulare dopo 24-48 ore. Il ricercatore, tuttavia, ha altresì espresso l'esigenza di compiere studi più approfonditi allo scopo di osservare il nesso di causalità tra esposizione e malattie rilevate (tumore al seno, alla tiroide, autismo, leucemie ecc). Secondo Marinelli, inoltre, il Tasso di assorbimento specifico o SAR, vale a dire il sistema di misurazione utilizzato per calcolare la percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano in condizioni di esposizione a un campo elettromagnetico a radiofrequenza, risulta di "un'approssimazione estrema".
Dal canto suo Settimio Grimaldi, del CNR di Roma, si è impegnato a dimostrare e spiegare le basi teoriche e biologiche del danno da esposizione ai campi elettromagnetici. Secondo il biofisico, gli effetti provocati da questi ultimi sono di tipo biologico oltre che termico; in particolare, si rendono rilevanti le conseguenze nocive sul sistema nervoso centrale, le cui proteine, rese mal funzionanti, si legano al sopraggiungere di patologie quali demenza senile e schizofrenia.
La dottoressa Valeria Pacifico, dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata, ha invece analizzato lo stress ossidativo in relazione alle radiazioni non ossidanti. Monitorando un campione di 541 pazienti elettrosensibili, è stato evidenziato che, a oggi, non sono ancora stati identificati i marcatori utili a definire criteri diagnostici, quindi le linee terapeutiche volte alla cura delle disfunzioni. Al momento è soltanto ipotizzato che la vicinanza e l'utilizzo di videoterminali, cellulari, telefoni cordless e altri apparecchi elettromagnetici siano la causa delle disfunzioni a livello chimico e metabolico rilevate. Il paziente, dunque, non ha altra scelta che eliminare ciò che considera essere il fattore scatenante dei propri malesseri, con un peggioramento evidente della qualità di vita.
Una dei richiami più interessanti e incalzanti della giornata è arrivato dal dottor Ernesto Burgio, presidente dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (ISDE), il quale ha espresso a gran voce la necessità di elaborare modelli biologici, genetici ed epigenetici invece che fisici per lo studio dell'elettrosensibilità, poiché il modello lineare elaborato dai fisici non ha attinenza alcuna con gli studi epidemiologici. In questo modo, sostiene Burgio, da Hiroshima a Chernobyl sarebbero rivalutati in maniera critica i numeri dei contaminati, calcolati, secondo Burgio, in modo "astratto" e "fuorviante". Entrando nel merito dello studio presentato, è stato mostrato come i danni delle radiazioni ionizzanti non si evidenziano immediatamente nel soggetto esposto, ma addirittura nei soggetti di seconda e terza generazione: ciò è indice, secondo Burgio, della necessità di modificare le linee di studio passando dal paradigma fisico a quello epigenetico.
In questo solco si colloca anche la durissima critica rivolta al mega studio Interphone, considerato da alcuni scienziati italiani fuorviante per la scelta dei fattori di rischio. Un apprezzamento, invece, per l'ultima azione della IARC che ha inserito i campi elettromagnetici nella categoria 2B ossia "potenzialmente cancerogeno per gli individui", con l'auspicio, espresso dai medici presenti, che possa presto essere considerato anche il gruppo 2A.
La plausibilità tra l'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche e l'alterazione del genoma è stata indagata da Morando Soffritti, direttore scientifico dell'Istituto Ramazzini di Bologna, il quale ha presentato i primi risultati di un grande progetto sperimentale condotto su oltre 18mila ratti e dal quale emerge che l'esposizione a bassa dose di radiazioni gamma procuri un aumento significativo dell'incidenza di tumori mammari sui topi femmina. Inoltre, sostiene Soffritti, i limiti di esposizione al campo magnetico della corrente elettrica nell'ambiente di lavoro stabiliti dall'ICNIRP devono essere rivisti.
Il panel della mattina ha ospitato come ultimo intervento il professor Olle Johansson (dell'Unità di Dermatologia Sperimentale del Karolinksa Institute in Svezia, e membro del Royal Institute of Technology di Stoccolma), considerato uno dei "campioni" della lotta all'elettrosensibilità. Johansson ha ripercorso le tappe mediche e politiche percorse verso l'adozione del principio di precauzione sancito dalla Comunità Europea e in base al quale si chiede, in particolare, di adottare un quadro di linee guida per limitare l'utilizzo di cellulari e cordless da parte dei bambini e dei gruppi vulnerabili. Johansson ha anche polemizzato con i criteri di selezione degli esperti all'interno di organismi di massima rilevanza internazionale come l'OMS, i quali, afferma il medico svedese, spesso si avvalgono di consulenti collusi con le telco.
La sessione del pomeriggio ha ospitato il confronto tra legali e rappresentanti delle istituzioni in merito agli aspetti normativi della tutela dai campi elettromagnetici. Il quadro disegnato non è stato per nulla confortante: alla sostanziale carenza e inadeguatezza della normativa vigente si aggiunge anche una sorta di crisi del diritto penale in toto, alle prese con l'intricato problema dell'accertamento causale del danno e, conseguentemente, con l'emissione del giudizio di colpevolezza.
A Lorenzo Lombardi, responsabile della Sezione Inquinamento Acustico ed Elettromagnetico del Ministero dell'Ambiente, è spettato il compito di illustrare il contento della legge 26 del 2001 volta alla tutela degli effetti dell'esposizione agli impianti radioelettrici e alla telefonia mobile. Pur prevedendo anche degli obiettivi di qualità, si tratta di una legge quadro "monca", almeno secondo l'avvocato Matteo Ceruti, il quale non ha esitato a definire come "allarmante" lo stato delle cose. La legge quadro, infatti, risulta essere secondo l'amministrativista un provvedimento inattuato nei suoi passaggi fondamentali per la clamorosa assenza dei decreti attuativi. Oltre che per non poter irrogare le sanzioni in mancanza dell'indicazione di un'autorità preposta, la legge si presenta fallimentare per quattro motivi fondamentali: la mancata attuazione di molte sue parti, i problemi intrinseci in essa rilevati, il depotenziamento, talvolta rovesciamento dei principi e, infine, l'applicazione giurisprudenziale largamente insufficiente. A questo si aggiunge, secondo Ceruti, la mancanza dell'aggiornamento scientifico previsto dalla stessa legge.
Citando il caso di Radio Vaticana, Maria Cristina Tabano (avvocato del Codacons) prima e Nicola Bramante (penalista) dopo hanno messo in chiara luce un punto fondamentale che attiene al nesso di causalità tra danno e colpa. Data la significativa mancanza di certezze scientifiche in merito, i due legali hanno citato alcune sentenze della Corte di Cassazione secondo cui, perché possano essere determinati danno e colpevolezza sono sufficienti le leggi statistiche, anche con coefficiente medio-basso, purchè siano in grado di spiegare l'evento specifico.
Tale interpretazione riguarda un problema rilevante: è possibile affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che certi eventi lesivi (addirittura omicidi colposi) siano ricollegabili all'elettrosmog? Come evidenziato anche dagli interventi degli esponenti del mondo della medicina, una correlazione esatta non potrà mai essere verificata. In questo senso, dunque, il massimo grado della giustizia italiana non richiede la certezza assoluta, ma una conoscenza probabilistica che, insieme alle circostanze del caso concreto, possa dimostrare l'evento. Cristina Sciannamblo
9 giugno 2011 8:29 - Annapaola Laldi
Il 14 giugno, cioè martedì prossimo, a partire dalle 8:30, si terrà a Roma (Camera dei Deputati-Palazzo Marini) un convegno internazionale su: "Telefonia mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la salute?".
Il programma definitivo è pubblicato sul sito dell'associazione A.M.I.C.A. (http://www.infoamica.it/default.asp). Per partecipare occorre prenotarsi entro il 10 giugno.

L’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) presenta il convegno internazionale “Telefonia mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la salute?” che si terrà a Palazzo Marini Sala delle Conferenze in Via del Pozzetto, 158 - Roma (P.zza San Silvestro) il 14 giugno 2011.
Dopo l’apertura da parte dell’On. Pierfelice Zazzera, che di recente ha presentato un’interpellanza sui decreti attuativi della legge quadro 36/2001, che quest’anno compie dieci anni, i lavori saranno divisi in due sessioni: la prima sarà dedicata alle evidenze scientifiche del rischio connesso all’esposizione a campi elettromagnetici emessi dalle tecnologie di comunicazione senza fili, con un servizio di interpretariato inglese-italiano e italiano-inglese; nel pomeriggio esperti legali e politici si confronteranno sugli aspetti normativi della tutela dall’elettrosmog.
“Visto il recente riconoscimento da parte di un tribunale italiano del nesso causale tra l'uso massiccio del cellulare e l'insorgenza di tumore al trigemino, nonché l’osservazione, da approfondire, di alcuni cluster di cancro tra coloro che abitano vicino ai ripetitori, abbiamo sentito il bisogno di fare il punto della situazione sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici emessi dalla telefonia mobile e dalle reti per Internet senza fili e di mettere anche a confronto i legislatori e gli avvocati che si trovano in prima linea nella difesa del cittadino”, commenta Francesca Romana Orlando, giornalista e Vice Presidente di A.M.I.C.A..
Al mattino saranno presenti, tra gli altri, il dott. Settimio Grimaldi dell’Inmm-Cnr, Università di Tor Vergata, che illustrerà le basi teoriche e biologiche del danno da esposizione a campi elettromagnetici; la dott.ssa Chiara De Luca, Responsabile del Laboratorio BILARA dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma che relazionerà su “Stress ossidativo e suscettibilità alle radiazioni non ionizzanti”.
Interverranno, inoltre, il dott. Livio Giuliani Dirigente della Ricerca dell’INAIL e il dott. Morando Soffritti dell’Istituto Ramazzini, che hanno coordinato una importante monografia sugli effetti non-termici dei campi elettromagnetici dell’ICEMS, un’organizzazione indipendente di scienziati che da anni promuove un uso più cauto delle tecnologie che emettono radiazioni da radiofrequenza.
Il dott. Fiorenzo Marinelli, Ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare, Centro Nazionale delle Ricerche di Bologna, analizzerà l’interazione di radar, cellulari e Wi-Fi con la vitalità cellulare attraverso la presentazione di studi in vitro e in ambiente, mentre il dott. Ernesto Burgio, pediatra e Presidente del Comitato Scientifico di ISDE – Medici per l’Ambiente illustrerà i possibili danni genetici ed epigenetici da campi elettromagnetici, che possono trasmettersi anche da una generazione all’altra.
“Sempre più persone si rivolgono alla nostra associazione perché riferiscono sintomi di Elettrosensibilità - cioè reazioni come mal di testa, irritazioni cutanee, insonnia, disorientamento spaziale, perdita della memoria, acufeni, ecc - in seguito all’esposizione ai campi elettromagnetici, ma tale fenomeno è largamente sottovalutato dalle agenzie di salute nazionali e internazionali; servono linee guida che tutelino maggiormente le fasce sensibili della popolazione”, spiega Silvia Bigeschi, Vice Presidente di A.M.I.C.A.
“Talvolta al malato basta allontanarsi per un certo periodo dai campi elettromagnetici per recuperare lo stato di salute, ma in alcuni casi l’Elettrosensibilità diventa una condizione totalmente invalidante che stravolge la vita della persona, costringendola ad una continua fuga dalle radiazioni. Stranamente questa allergia sembra colpire soprattutto persone che già soffrono di Sensibilità Chimica Multipla (MCS), una condizione che comporta l’intolleranza alle sostanze chimiche, probabilmente per comuni meccanismi eziopatogenetici”, conclude Silvia Bigeschi.
In mattinata illustrerà il suo protocollo diagnostico e terapeutico per l’Intolleranza ai Campi Elettromagnetici il prof. Dominique Belpomme, oncologo, docente del Centre Hospitalier Universitaire Necker-Enfants malades di Parigi e Presidente dell'Associazione per la Ricerca Terapeutica Anti-cancro (ARTAC).
Un altro esperto a livello internazionale di Elettrosensibilità, il prof. Olle Johansson del Dipartimento di Neurologia Sperimentale, Istituto Karolinska di Stoccolma, parlerà del consenso di scienziati del gruppo Seletun pubblicato lo scorso febbraio. Tale consenso, in analogia a quanto già fatto dagli scienziati del gruppo Bioinititive, di cui pure Johansson faceva parte, promuove un drastico abbassamento dei limiti di esposizione e la promozione di pratiche volte a minimizzare i rischi per la salute, come l’adozione di auricolari per i cellulari e il divieto dell’uso nei più giovani.
Nel pomeriggio interverranno il Sen. Felice Casson, che illustrerà la sua proposta di legge sull’elettrosmog, il dott. Lorenzo Lombardi, Responsabile Sezione Inquinamento Acustico ed Elettromagnetico, della Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e alcuni avvocati impegnati in materia di elettrosmog: l’Avv. Matteo Ceruti Amministrativista di Rovigo, l’Avv. Maria Cristina Tabano del Codacons di Roma, che si concentrerà sulla Class action dei consumatori sui cellulari; l’Avv. Vittorio Amedeo Marinelli, Presidente di Europeanconsumers e l’Avv. Nicola Bramante, Penalista di Roma.
L’evento ha ricevuto il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma, di Federsanità ANCI e di numerse associazioni tra cui ISDE – Medici per l’Ambiente, l’International Electro Magnetic Fields Alliance (IEMFA), l’International Commission on Electro Magnetic Safety (ICEMS), Europeanconsumers, Ass. Elettrosmog Volturino.
Il programma definitivo sarà pubblicato a breve sul sito di A.M.I.C.A. www.infoamica.it.
L’ingresso al convegno è gratuito. Per partecipare bisogna prenotarsi entro il 10 giugno: chiamando il Tel. 0572 767884 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 o inviando la scheda di partecipazione per email a [email protected] o per fax. 0572 767884
In considerazione della presenza all’evento di malati di Elettrosensibilità e Sensibilità Chimica Multipla, i partecipanti sono caldamente invitati a non usare profumi o altre sostanze chimiche odorose e a tenere spento il cellulare durante la manifestazione.
21 agosto 2010 21:44 - Annapaola Laldi
Richiamo queste noterelle per soddisfare la richiesta dell'Associazione AMICA (Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale) che in una mail annuncia il Convegno che si terrà a Roma il 24 settembre p.v.
Non posso riprodurre il depliant che però è leggibile e scaricabile a questo indirizzo:
http://www.infoamica.it/public/Convegno_AMICA.pdf.

Cari Tutti,

è con molto piacere che vi invitiamo al convegno di AMICA dal titolo "Nuove Malattie Ambientali" che si terrà a Palazzo Marini - Camera dei Deputati, Roma il 24 settembre 2010.

L'ingresso è gratuito, ma è richiesta la prenotazione perché i posti a disposizione sono 210. Inviamo il depliant in formato PDF e in formato JPG (per chi vuole pubblicarlo sul proprio sito o su FB) e la scheda di partecipazione da inviare ad AMICA entro il 20 settembre.

Siamo riusciti ad avere con noi esperti italiani e internazionali che si occupano di salute ambientale e dei danni da inquinamento chimico ed elettromagnetico, con una serie di interventi sulle principali novità in campo di medicina ambientale: MCS, Fibromialgia, CFS, intossicazione da amalgama dentale, Elettrosensibiltà e danni da elettrosmog.

Tra gli altri avremo con noi il Prof. Martin Pall, che ha pubblicato varie ricerche sulla MCS, CFS e FM e il Prof. Olle Johansson, massimo esperto internazionale di Elettrosenisibilità.

Speriamo vivamente che parteciperete numerosi e gentilmente chiediamo di dare massima diffussione all'evento,
cordiali saluti.

Silvia Bigeschi

Vice Presidente di AMICA
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale
C.P. 3131
00121 Roma
www.infoamica.it
[email protected]
(Tel. 0572 767884)
27 giugno 2010 21:43 - Annapaola Laldi
Trovo sul sito www.gevam.it l'articolo che ripropogno qui sotto.

Elettrosensibilità, una malattia non da tutti riconosciuta, ma particolarmente studiata in Svezia
Fonte: Terranauta, http://www.terranauta.it/nt/home.php
L’elettrosensibilità è una malattia. Ad affermarlo, contro l’opinione di istituzioni e multinazionali del telefonino, è il Professor Olle Johansson che, da oltre 20 anni, studia il fenomeno. La Svezia ha risposto all’allarme del professore, altri paesi stanno valutando se riconoscerne il lavoro e prendere provvedimenti. L’Italia, ancora una volta, sembra ferma al palo.
di Andrea Boretti
Allergico al telefono, al cellulare, alla televisione e al forno a microonde. No, non è una rivolta sociale di chi rifiuta la modernità e l'essere reperibili sempre e a qualunque costo, si tratta di una vera e propria malattia. Lo dice l'OMS che stima in una cifra compresa tra l'1% e il 3% della popolazione mondiale le persone affette da elettrosensibilità.
I sintomi della malattia sono diversi: cefalea, vertigini, rossore, tachicardia. "Una chiamata al telefonino un giorno mi ha portato alle convulsioni" racconta Sergio Crippa, membro dell'Associazione Italiana Elettrosensibili e coordinatore dei malati in Lombardia. L'intensità varia, ovviamente, da persona a persona, quello che non varia e sembra non varierà con semplicità è lo status della patologia che ancora oggi non è considerata una malattia a tutti gli effetti in nessun paese del pianeta.
A dire il vero un'eccezione c'è ed è la solita Svezia, che come spesso accade è all'avanguardia nella tutela di molti diritti civili. Il riconoscimento da parte di questo paese è il risultato di anni di pressione sulle istituzioni del Dottor Olle Johanson, vero e proprio pioniere degli studi sull'elettrosensibilità che, da oltre 20 anni, studia la materia diventando, nel corso del tempo, una sorta di portavoce di chi nel mondo si dichiara elettrosensibile.
Secondo Johansson chi si dichiara tale soffre di una vera e propria allergia. Il nostro sistema immunitario - spiega il professore svedese - si è sviluppato in sintonia con nemici riconosciuti e non è pronto a fronteggiare gli "allergeni" elettromagnetici contenuti in segnali TV, onde radio e via dicendo.
L'intensità del disturbo varia ovviamente a seconda dei casi e Johanson è riuscito nel corso degli anni ad analizzare e riconoscerne le diverse tipologie. Questa ricerca lo ha rafforzato nella convinzione che la percentuale di elettrosensibili sia decisamente più alta (tra il 3% e il 10%) rispetto alle stime dell'OMS.
Vere e proprie cure ovviamente non ce ne sono, l'unica speranza al momento è che politici e amministrazioni fissino nuovi limiti di sicurezza nello sviluppo delle nuove tecnologie
"In una risoluzione UE del 4 Settembre 2008, il Parlamento Europeo ha riconosciuto che l'esposizione ai livelli di radiazione deve basarsi su fattori biologici, non solo sugli effetti del surriscaldamento. Una posizione sottolineata anche da un rapporto dello scorso 23 Febbraio" racconta Johansson.
Un segnale che qualcosa si sta muovendo? Forse, visto che anche Canada, USA, Regno Unito e Svizzera stanno valutando l'ipotesi di riconoscere l'elettrosensibilità come una malattia. Non così in Italia dove la questione è al centro di un forte dibattito. Protagonisti della diatriba sono da una parte l'Associazione Italiana Elettrosensibili e quella per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o ambientale (MCS) - che lottano per il riconoscimento della patologia - dall'altra le istituzioni e e la Società Italiana di Elettromagnetismo che appoggia la posizione dell'OMS secondo cui l'elettrosensibilità sarebbe solo una suggestione psicologica.
"Mancano dati di laboratorio precisi" dice Guglielmo D'Inzeo, ordinario di Interazione bioelettromagnetica presso La Sapienza di Roma. A queste critiche risponde invece Angelo Levis, ex ordinario di Mutagenesi ambientale a Padova e fondatore di Apple (Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog), secondo cui il mancato riconoscimento della malattia è dovuto semplicemente alla commistione tra chi fa ricerca, chi fa servizi di telefonia mobile e la realtà istituzionale internazionale. "Questa situazione - afferma Levis - provocherà nei prossimi anni, gli stessi danni che il tabacco ha fatto al '900, e la sua effettività è dimostrata da studi epidemiologici, geografici e dal lavoro di Johansson, che ha aperto uno spiraglio di luce per tutti i malati".
12 aprile 2010 16:43 - Annapaola Laldi
Riprendo la parola per segnalare le attività di sensibilizzazione sulle malattie da intossicazione cronica e/o ambientale organizzate da AMICA per il mese di maggio.
Roma, Orvinio, Catania, Pistoia, Sesto Fiorentino e Bra sono le località interessate. Per saperne di più: http://www.infoamica.it/.
6 gennaio 2010 15:50 - Annapaola Laldi
Ecco il testo della porposta di legge dell'on.le Scilipoti:

CAMERA DEI DEPUTATI
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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato SCILIPOTI
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“Norme per la tutela dei soggetti affetti da Disabilità Ambientale”

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Presentata il 21 dicembre 2009
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ONOREVOLI COLLEGHI ! — Negli ultimi cento anni l’ambiente di vita dell’Uomo è stato completamente stravolto dalle attività industriali. Se prima dell’avvento della chimica, in Natura, erano presenti circa 150 sostanze chimiche, oggi ce ne sono sul mercato oltre 100.000, la maggior parte delle quali non testate per gli effetti sulla salute a lungo termine.
Parallelamente, le micro-onde di fondo dell’ambiente naturale erano praticamente inesistenti, e derivavano da fonti extraplanetarie, dell’ordine di un miliardesimo di microwatt per centimetro quadrato, mentre le comunicazioni personali senza fili introdotte negli ultimi quindici anni hanno introdotto livelli di potenza che possono arrivare ai alle decine di micro watt per centimetro quadrato.
Il corpo umano, dunque, per migliaia di anni si è evoluto in un ambiente formato solo da 150 sostanze chimiche, praticamente privo di micro-onde e non è biologicamente preparato a proteggersi dall’improvviso aumento di questi fattori ambientali, a differenza, per esempio, della difesa dai raggi ultravioletti del sole che è garantita, dopo secoli di selezione evolutiva, dalla melanina.
La nostra società si trova ad affrontare, quindi, l’emergenza di tutta una serie di nuove patologie e di disturbi causati dall’impiego di sostanze tossiche, che sono state considerate innocue per decenni, nonché di sostanze di cui non è noto l’effetto sanitario così come di campi elettromagnetici biologicamente attivi, sebbene considerati innocui dalle leggi vigenti che si basano esclusivamente sugli effetti termici della radiazione elettromagnetica.
A tal proposito va ricordato che la determinazione dei limiti di legge per le esposizioni ad agenti tossici o a campi elettromagnetici è storicamente determinata sulla base di studi che sono in gran parte finanziati dalla stessa industria ed è scientificamente dimostrato che le leggi di salute pubblica arrivano con ritardo ad adeguarsi al progresso delle conoscenze scientifiche.
Nel caso dei campi elettromagnetici, per esempio, a fronte di una proliferazione incontrollata di prodotti per le comunicazioni senza fili, nell’ultimo decennio sono aumentate le evidenze degli affetti non-termini delle esposizioni a campi magnetici molto inferiori di quelli presenti nelle linee guida, al punto che in diverse occasioni scienziati indipendenti hanno adottato risoluzioni per un abbassamento dei limiti di legge di questi campi: Risoluzione di Catania (2002), Risoluzione di Benevento (2006), Risoluzione di Londra (2007), Risoluzione di Venezia (2008), Risoluzione di Porto Alegre (2009).
Nel 2007 alcuni scienziati indipendenti si sono uniti nel Gruppo BioInitiative per effettuare una revisione degli studi e analizzare le attuali politiche sanitarie in merito ai campi elettromagnetici alla luce del principio di precauzione (www.bioinitiative.org). Il Rapporto BioInitiative è stato adottato dall’Agenzia per la Protezione Europea nello stesso anno e le conclusioni invitano ad abbassare i limiti di sicurezza a 0,6 V/m, suggerendo anche che per le onde ad altissima frequenza la soglia di esposizione priva di effetti biologici potrebbe essere migliaia di volte inferiore a quella massima di legge nella maggior parte dei paesi industrializzati.
Nella Risoluzione sulla Valutazione Intermedia del Piano d'Azione Europeo per l’Ambiente e la Salute 2004-2010 del 4 settembre 2008, il Parlamento Europeo, ha elencato, quali nuove malattie emergenti di carattere ambientale, l'ipersensibilità chimica multipla, la sindrome degli amalgami dentali, l'ipersensibilità elettromagnetica, la sindrome degli edifici malati o sindrome da mancanza di attenzione con iperattività (Attention deficit and hyperactivity syndrome) tra i bambini.
Negli ultimi trent’anni è aumentato il numero di soggetti affetti da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e da Elettrosensibilità (ES), due condizioni diverse nel quadro clinico, ma simili perché impongono a chi ne è affetto di evitare gli agenti che scatenano le reazioni, rispettivamente le sostanze di sintesi chimica e i campi elettromagnetici; molto spesso, inoltre, queste due condizioni si sovrappongono.
La Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una patologia che comporta reazioni multi-organo in caso di esposizione a sostanze chimiche presenti nell'ambiente anche in dosi molto inferiori a quelle tollerate dalla popolazione in generale. I criteri diagnostici della malattia sono stati stabiliti dal Consenso Internazionale del 1999, frutto di uno studio multicentrico durato dieci anni, che è stato pubblicato su Archives of Environmental Health (vol. 54/3).
Il Consenso definisce la MCS come:
[1] uno stato cronico
[2] con sintomi che ricorrono in maniera riproducibile
[3] in risposta a bassi livelli d'esposizione
[4] a prodotti chimici multipli e non connessi tra di loro
[5] che migliorano o scompaiono quando gli elementi scatenanti sono rimossi
Successivamente è stato aggiunto un sesto criterio sul fatto che i sintomi interessano più di un organo o sistema organico.

L’inizio della MCS è stata associata all’esposizione a sette classi di sostanze chimiche: i solventi organici, pesticidi organofosforati, carbammati, le organoclorine, i piretroidi, il mercurio, il solfuro di idrogeno e il monossido di carbonio (M. Pall, 2009). Le sostanze che possono scatenare le reazioni sono soprattutto insetticidi, pesticidi, disinfettanti, detersivi, profumi, deodoranti personali o per la casa, vernici, solventi, colle e prodotti catramosi, conservanti del legno, materiali dell'edilizia, carta stampata, rimozione delle amalgame dentali, inchiostri, gas di scarico, fumi di stufe, camini, barbecue, prodotti plastici, farmaci, anestetici, formaldeide che si trova nel mobilio, nei tessuti e nelle stoffe nuove, carburanti e tutto ciò che è di derivazione petrolchimica.
La sensibilità ad agenti chimici contenuti nei prodotti d’uso comune è riscontrata negli Stati Uniti nel 15% della popolazione e nel 10% in Danimarca, mentre la MCS invalidante colpisce tra l'1,5 e il 3 % della popolazione (G. Heuser, 1998) ed è causa di moltissime patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici: il sistema renale; gli apparati respiratorio, cardiocircolatorio, digerente e tegumentario; il sistema neurologico; il sistema muscolo-scheletrico ed endocrino-immunitario.
Studi genetici suggeriscono che esista una predisposizione genetica alla malattia nei soggetti con polimorfismi genetici del CYP2D6, del glutatione sulfureo transferasi, del NAT2 e dell’attività di superossidismutasi (SOD) che sono responsabili di una ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche.
Spesso la MCS è erroneamente scambiata per una comune allergia, poiché i sintomi scompaiono con l'allontanamento dalla causa scatenante, ma le sue dinamiche ed il suo decorso sono tuttavia completamente diversi, in quanto viene persa per sempre la capacità di tollerare gli agenti chimici.
Non esistono cure risolutive, ma protocolli sanitari internazionali suggeriscono di adottare un protocollo di evitamento chimico ambientale quale migliore approccio terapeutico privo di controindicazioni. Il malato con MCS deve, quindi, modificare, in funzione di tale evitamento chimico, il luogo di vita e di lavoro, la casa, le sue attività del tempo libero e l’alimentazione che deve essere biologica e priva di additivi chimici o conservanti. Questo compito può essere facilitato dall’adozione di ausili terapeutici come maschere di cotone o carta ai carboni attivi o ai filtri di cotone, maschere di ceramica per l'ossigeno, purificatori ai carboni attivi o all’osmosi inversa per l’acqua, purificatori dell'aria interamente in metallo ai carboni attivi e filtri HEPA per l'auto e per la casa.
Nel caso di allergia di tipo IV ai metalli, è stato dimostrato un miglioramento dei malati di MCS attraverso la rimozione protetta delle amalgame dentali, degli altri metalli odontoiatrici o protesici. Studi sperimentali indicano un percorso terapeutico volto ad abbassare un carico tossico del corpo attraverso l’alloggio prolungato in Unità Ambientali Controllate, terapie quotidiane fisiche e del calore, nonché integrazioni volte ad abbassare lo stress ossidativo che è tipicamente molto alto nei pazienti con MCS.
Poiché la Sensibilità Chimica Multipla può variare molto da caso a caso e nel tempo, con individui completamente disabili e altri che soffrono solo di lievi sintomi occasionalmente, il Consenso Internazionale del 1999 raccomanda di caratterizzare ogni diagnosi con indicatori quantitativi e/o qualitativi di impatto sulla vita o disabilità (ovvero: minimale, parziale, totale); gravità dei sintomi (ovvero: deboli, moderati e gravi); frequenza dei sintomi (ovvero: giornaliera, settimanale, mensile); e implicazioni sensoriali (identificando quali sistemi sensoriali siano coinvolti — olfattivo, trigemino, gustativo, auditivo, visivo e/o tattile, includendo la percezione di vibrazioni, dolore, e caldo o freddo — che mostrino una variazione di sensibilità (in più o in meno) e /o di tolleranza a normali livelli di stimolazioni, sia in modo cronico, che in risposta a esposizioni a particolari sostanze chimiche).
In Italia ci sono già decine di malati gravi con invalidità civile per MCS al 100%, e qualche caso di invalidità con accompagno, ma si tratta di casi in cui la malattia era ad uno stadio talmente avanzato che non c’erano dubbi sulla diagnosi e sullo stato di invalidità, mentre è necessario tutelare con il riconoscimento di invalidità anche i soggetti ancora in attività lavorativa al fine di renderli il più a lungo possibile cittadini attivi nella società.
Negli Stati Uniti d’America la MCS è riconosciuta come malattia e invalidità dall’ADA (legge sulla disabilità), dal Dipartimento Statunitense per lo Sviluppo Edilizio e Urbanistico, dall’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), da agenzie, commissioni, istituti e dipartimenti federali, statali e locali, nonché da sentenze di corti federali e statali.
In Germania, Austria e Giappone la MCS è stata inclusa nella classificazione internazionale delle malattie dell'Organizzazione mondiale della sanità, ICD-10, con il codice T78.4 relativo ad «allergia non specificata». Il Ministero tedesco del Welfare, inoltre, parifica la MCS ad un’invalidità motoria.
L’Agenzia per la Protezione Ambientale della Danimarca ha pubblicato nel 2004 un rapporto sulla MCS, nel quale conclude che esiste un’ampia evidenza scientifica che le sensibilità sono dovute a fattori ambientali e il Governo danese si è impegnato per minimizzare l’uso di materiali che emettono gas negli ambienti interni al fine di prevenire lo sviluppo di questa condizione.
Le patologie che possono comportare iper-sensibilità ad agenti chimici sono l’Encefalopatia Neurotossica, l’Encefalite Mialgica o Sindrome da Fatica Cronica (CFS), la Fibromialgia, la Sindrome delle Vie Aeree Iper-Reattive, l’Asma Aspecifica, l’Emicrania, la Sindrome di Daunderer, la Sindrome di Sjogren, la Dermatite Atopica, il cancro (soprattutto in caso di trattamento chemioterapico) e molte altre condizioni.
Un’altra patologia ambientale di enorme diffusione negli ultimi decenni, che tra l’altro colpisce anche molti soggetti con MCS, è la Elettrosensibilità, ovvero la reazione multi-organo a campi elettromagnetici presenti nella vita quotidiana, come quelli emessi dalle linee elettriche ad alta tensione (elettrodotti), da trasmettitori radiotelevisivi, da elettrodomestici e strumenti di uso lavorativo (per es. video terminali) e, soprattutto, dai cellulari e dai ripetitori della telefonia mobile o da stazioni radio-base. Si tratta di una condizione che può comportare sintomi fastidiosi e saltuari ma anche un vero e proprio stato di malattia grave con una conseguente riduzione o perdita della capacità lavorativa e un degrado della qualità della vita.
Studi scientifici “in doppio cieco” hanno evidenziato che i soggetti elettrosensibili erano in grado di riconoscere correttamente la presenza dei campi elettromagnetici ed manifestavano, a seguito della stimolazione, i sintomi da essi attribuiti a tali campi. Negli ultimi anni, inoltre, si sono accumulate evidenze sperimentali sempre più numerose a supporto della obiettività delle “malattie da elettrosmog” e delle loro possibili basi molecolari, cellulari, e funzionali. Il prof. Olle Johansson dell’Istituto Karolinska in Svezia ha scoperto, in particolare, un aumento dei mastociti e di altre sostanze da essi secrete nei campioni di pelle del viso di persone elettrosensibili poste di fronte a videoterminali. I mastociti svolgono un ruolo nelle reazioni allergiche, di ipersensibilità e nelle reazioni anafilattiche, ma anche nella produzione di sostanze responsabili della vasodilatazione e della contrazione della muscolatura e potrebbero essere responsabili anche dei sintomi simili ad infarto riferiti da alcuni elettrosensibili dopo l’esposizione a campi elettromagnetici.
In Svezia, dove la condizione colpisce, secondo alcuni ricercatori, fino al 10% della popolazione, il Ministero della Salute e del Welfare (Socialstyrelsen), infatti, ha riconosciuto la Elettrosensibilità come una “ridotta capacità che rende una persona inabile nella sua relazione con l’ambiente circostante” e suggerisce ai medici di classificare questa condizione con il Codice Internazionale di Classificazione delle Malattie ICD R68.8, relativo a “Altri sintomi generali specifici e segni di malattia” (Socialstyrelsen, Enheten för klassifikationer och terminologi 2009-03-09 Dnr 55-2573/2009). Il soggetto elettrosensibile, quindi, riceve sussidi per migliorare il proprio ambiente di vita o di lavoro, per esempio attraverso vernici o tende schermanti o, nei casi più gravi, con lo spostamento in un alloggio lontano da fonti elettromagnetiche.
In Canada l’Elettrosensibilità è riconosciuta come condizione invalidante ed esiste una tutela anche da parte del sistema pensionistico per i malati più gravi (http://www.chrc-ccdp.ca/research_program_recherche/esensiti vities_hypersensibilitee/page3-en.asp).
Negli Stati Uniti l’Elettrosensibilità rientra nelle condizioni sotto tutela da parte della legge per le invalidità ADA (Americans with Disabilities Act).
La stessa OMS ritiene che gli elettrosensibili rappresentino dall’1 al 3% della popolazione, mentre stime prodotte nel 2005 da una ricerca dell’Istituto di medicina sociale e preventiva dell'Università di Berna, Svizzera, indicano un 5% di svizzeri elettrosensibili, ma, secondo il prof. Gino Levis, già professore ordinario di Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova e membro permanente della Commissione Tossicologica Nazionale presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, queste percentuali saliranno presto vertiginosamente per l’aumento delle reti wireless.
Il 2 aprile 2009, il Parlamento Europeo, prendendo atto che le tecnologie wireless (cellulari, Wi-Fi/WiMAX, Bluetooth, linee telefoniche DECT) emettono campi magnetici che possono avere effetti avversi per la salute umana, ha richiamato gli Stati Membri a riconoscere come disabili le persone che soffrono di Elettrosensibilità così da garantire un’adeguata protezione e pari opportunità, come ha già fatto la Svezia da diversi anni:
http://www.europarl.europa.eu/oeil/FindByProcnum.do?lang=en& procnum=INI/2008/2211
Alcuni governatori statunitensi e canadesi proclamano il mese di Maggio “Mese per la Consapevolezza della MCS e della Elettrosensibilità”, mentre nel nostro Paese i malati sono di fatto abbandonati a se stessi e solo chi possiede i mezzi finanziari necessari può lasciare il lavoro, migliorare la propria abitazione o trasferirsi in un luogo più sano.
Nel novembre 2009 sedici città francesi hanno deciso di abbassare in via sperimentale i limiti massimi di esposizione a quelli consigliati da BioInitiative (0,6 V/m), in risposta anche all’invito (Maggio 2009) da parte del Ministero dell’Ambiente all’adozione di limiti più stringenti.
Il Ministero per l’Ambiente Israeliano ha informato (Luglio 2009) la popolazione sullo uso attento del telefono cellulare.
L’inquinamento ambientale ha prodotto un aumento considerevole delle allergie spesso complicate da un quadro di poliallergie di difficile risoluzione con la vaccinazione o con il solo trattamento farmacologico e, in alcuni casi gravi, il paziente poliallergico è costretto a seguire un evitamento degli allergeni. E’ noto, peraltro, che molti pazienti poliallergici o con Sensibilità Chimica soffrano anche iper-reattività ai farmaci.
Esistono, inoltre, tutta una serie di altre patologie di carattere ambientale che sono dovute ad una carenza enzimatica o ad un deficit metabolico. Si pensi, innanzitutto a chi presenta una ridotta attività della catalasi o del glutatione sulfureo trasferasi o del superossidismutasi, ma anche ai pazienti fabici che in alcuni casi non possono venire a contatto con la minima traccia di leguminacee, sia da ingestione, che da inalazione.
Questa proposta di legge intende dare una risposta a tutti coloro che, per mantenere uno stato di salute, sono costretti a seguire un protocollo di evitamento di agenti che scatenano loro una riduzione del benessere psico-fisico.
Si fa riferimento, per questo, al principio di precauzione sancito dal trattato europeo del 1992; alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee che ha precisato a più riprese che il contenuto e la portata di tale principio nel diritto comunitario è uno dei fondamenti della politica di protezione perseguita dalla Comunità nel settore dell'ambiente e della salute; al fatto che i criteri adottati dalla Commissione nella sua comunicazione del 2 febbraio 2000 sul principio di precauzione (COM(2000)0001) hanno carattere vincolante; alla risoluzione del 2 aprile 2009 del Parlamento Europeo che ha raccomandato agli Stati membri di interessare gli operatori di mercato a migliorare la qualità dell'aria interna e a ridurre l'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche nei loro immobili, nelle loro filiali e nei loro uffici. A tutt’oggi questa raccomandazione è rimasta disattesa.
Si fa appello soprattutto alla Convenzione delle Nazioni Uniti sull’Eguaglianza delle Opportunità per le Persone con Disabilità (http://www.un.org/esa/socdev/enable/dissre00.htm) e alla Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità (http://www.un.org/disabilities/convention/conventionfull.sh tml) che stabiliscono che tutti gli esseri umani hanno diritto a vivere in una società basata sulla eguaglianza. I pazienti sopra descritti soffrono di fatto di un’esclusione da questo diritto fondamentale alla salute e da questo diritto all’eguaglianza a causa della mancanza di normative specifiche sulla Malattia o sulla Disabilità Ambientale e, soprattutto, della scarsa formazione della classe medica riguardo la medicina ambientale, che non trova sufficienti fondi pubblici, lasciando delegando così la formazione medica prevalentemente alle attività di divulgazione dell’industria che ha tutto l’interesse a puntare l’attenzione solo sui rimedi terapeutici chimici piuttosto che sulle cause reali delle malattie.



PROPOSTA DI LEGGE

ART. 1.
(Definizione e riconoscimento della Malattia Ambientale come malattia sociale
e definizione dei diritti di chi è affetto da Disabilità Ambientale)

1. Si definisce Malattia Ambientale ogni condizione che comporta un’alterazione dello stato di salute della persona indotto da fattori dell’ambiente e si definisce Disabilità Ambientale una ridotta capacità della persona nella sua relazione con l’ambiente circostante. Rientrano in tale definizione tutte le patologie che sono note per avere un’origine prevalentemente ambientale, come la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), la Elettrosensibilità, le allergie, l’asma, la iper-sensibilità ad agenti chimici, ma anche tutte quelle condizioni morbose di origine eziopatogenica diversa o ignota che, però, comportano lo stesso tipo di incapacità di relazione con l’ambiente circostante, come la Fibromialgia, la Sindrome da Fatica Cronica, la Sindrome dell’Edificio Malato, il favismo, nonché le alterazioni metaboliche o le complicanze del trattamento chemioterapico.

2. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali provvede, con proprio decreto, in attuazione di quanto disposto dal comma 1 del presente articolo, entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, ad apportare le necessarie modificazioni al decreto del Ministro della Sanità 20 dicembre 1961, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 73 del 20 marzo 1962, così come alla “Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” n. 104 del 5 febbraio 1992.


ART. 2.
(Finalità)

1. Gli interventi previsti dalla presente legge sono diretti, unitamente agli interventi generali del Servizio Sanitario Nazionale, a tutelare la salute, a garantire i diritti fondamentali all’eguaglianza e alle pari opportunità, nonché a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale e a promuovere la ricerca sulla medicina ambientale.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano predispongono, nell’ambito dei rispettivi piani sanitari e nei limiti delle risorse indicate dal Fondo sanitario nazionale, progetti obiettivo, azioni programmatiche e altre idonee iniziative dirette a fronteggiare la Disabilità Ambientale.
3. Gli interventi nazionali e regionali di cui ai commi 1 e 2 sono rivolti ai seguenti obiettivi:
a) creare un Centro di Riferimento Nazionale di Medicina Ambientale, interamente finanziato dal Sistema Sanitario Nazionale e gestito esclusivamente da specialisti che abbiano anche una formazione di tossicologia clinica e siano completamente privi di conflitti di interessi, ovvero che non abbiano altre attività di natura privata (se non la libera professione), che non abbiano lavorato anche saltuariamente per l’industria nei cinque anni precedenti la loro assunzione, che non facciano parte di organizzazioni professionali o associazioni sponsorizzate dall’industria e, infine, che non possiedano azioni o partecipazioni in industrie chimiche o farmaceutiche per un valore superiore ai cinque mila euro.
b) agevolare l’accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza garantiti dall’Art. 3 della Costituzione, modificando le strutture del Sistema Pubblico Sanitario con l’adozione di protocolli di pronto soccorso specifici e con la creazione di almeno un ambulatorio per ogni provincia dedicato a soggetti affetti da Disabilità Ambientale, realizzato cioè secondo le regole delle Unità Ambientali Controllate degli ospedali di medicina ambientale internazionali che prevedono un accesso diretto dall’esterno, l’uso di materiali e tecniche della bioedilizia, inerti ed inodore, esenti da emissioni di radon e/o particolato naturali, ma anche con l’adozione di sistemi di ventilazione controllata e purificazione dell’aria che consentano di isolare l’ambiente dell’ambulatorio dal resto dell’ospedale;
c) imporre il divieto d’uso del cellulare, del fumo e dei prodotti contenenti fragranze in tutti gli ambienti sanitari (ospedali, ambulatori, studi medici), così come nelle scuole, negli uffici pubblici e di pubblica utilità, nonché l’obbligo, per tutti gli esercizi commerciali, compresi quelli dell’accoglienza turistica, di avviso con cartellonistica in merito a: l’uso di impianti Wi-Fi o di comunicazioni senza fili, l’impiego di insetticidi, erbicidi o pesticidi (nei dieci giorni precedenti), la presenza di prodotti profumati come pout-pourri o deodoranti ambientali, la presenza di fave o leguminose;
d) effettuare la prevenzione delle complicanze delle Malattie Ambientali o delle malattie che comportano la Disabilità Ambientale favorendo una maggiore consapevolezza da parte degli enti locali e degli operatori sanitari riguardo l’importanza della qualità dell’aria indoor, degli effetti nocivi delle sostanze chimiche presenti nei prodotti d’uso comune (detersivi, insetticidi, vernici, materiali per l’edilizia, ecc.), così come dei pericoli legati alle attuali tecnologie di comunicazione senza fili (cellulari, Wi-Fi, Wi-Max, Bluetooth, DECT, ecc.) al fine di prevenire l’attivazione di malattie con un particolare riguardo verso i bambini, i malati cronici, gli anziani, le donne in gravidanza e soprattutto i soggetti con ridotta capacità genetica di disintossicazione delle sostanze xenobiotiche che sono i più suscettibili a contrarre Parkinson, MCS e cancro;
e) prevedere modalità di esercizio del diritto di voto compatibili con la Disabilità Ambientale, compresa, ove necessario, la possibilità di votare per corrispondenza, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 8;
f) migliorare l’educazione sanitaria della popolazione sulla Disabilità Ambientale;
g) favorire l’educazione sanitaria del soggetto affetto da Malattia o da Disabilità Ambientale e della sua famiglia;
h) provvedere alla formazione e all’aggiornamento professionale del personale sanitario in relazione alla Disabilità Ambientale;
i) provvedere all’istruzione e alla formazione del personale dei servizi sociali e delle Forze dell’Ordine in relazione alla Disabilità Ambientale;
l) provvedere alla rivalutazione delle rendite dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) in favore dei soggetti esposti a sostanze chimiche o ad esposizioni elettromagnetiche sul luogo di lavoro, la cui malattia professionale è evoluta in Disabilità Ambientale, che sono inabili al lavoro a seguito della ridotta capacità di disintossicazione del loro organismo o ad uno stato di iper-sensibilità, a volte determinata da fattori genetici;
m) predisporre gli opportuni strumenti di ricerca sulla Disabilità Ambientale;
n) aggiornare la legge 104/92 per comprendere anche le esigenze di chi è affetto da grave Disabilità Ambientale al fine di garantire la fornitura di ausili terapeutici, di fondi necessari a modificare il proprio ambiente domestico e a migliorare il proprio inserimento nella vita sociale;
o) predisporre l’adozione di visite e terapie domiciliari per chi è affetto da Disabilità Ambientale.


ART. 3.
(Diagnosi e prevenzione della Disabilità Ambientale)

1. Ai fini della diagnosi precoce e della prevenzione della MCS, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, attraverso i rispettivi piani sanitari e gli interventi di cui all’articolo 2, tenuto conto dei criteri e delle metodologie stabilite con specifico atto di indirizzo e coordinamento del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, indicano alle aziende sanitarie locali gli interventi operativi più idonei a:
a) definire un programma articolato che permetta di assicurare la formazione e l’aggiornamento professionale del personale medico in relazione alla Disabilità Ambientale, al fine di facilitare l’individuazione dei soggetti affetti da patologie che potrebbero evolvere in una Disabilità Ambientale, come nel caso degli allergici che rischiano di ammalarsi di MCS o dei malati oncologici che rischiano di sensibilizzarsi agli agenti chimici in seguito alla chemioterapia;
b) prevenire le complicanze e monitorare le patologie associate alla MCS, alla Elettrosensibilità e alle poliallergie;
c) definire il monitoraggio dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale attraverso un Osservatorio Nazionale.
2. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1 le aziende sanitarie locali si avvalgono di pres?di accreditati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, con documentata esperienza di attività diagnostica e terapeutica specifica, nonché di centri regionali e provinciali di riferimento, cui spetta il coordinamento dei pres?di della rete, al fine di garantire la tempestiva diagnosi, anche mediante l’adozione di specifici protocolli concordati a livello nazionale.
3. Le aziende sanitarie locali provvedono, altresì, a:
a) promuovere presso le unità di pronto soccorso l’adozione di un protocollo di ospedalizzazione per i soggetti con Malattia o Disabilità Ambientale da attuare nei casi di necessità ed urgenza;
b) istituire in ogni regione e provincia autonoma un centro di riferimento per la diagnosi e la cura delle patologie che comportano una Disabilità Ambientale;
c) favorire il soggiorno dei medici impegnati nel trattamento della Malattia o della Disabilità Ambientale presso le strutture sanitarie internazionali maggiormente accreditate per tale patologia, al fine di far loro acquisire l’esperienza clinica necessaria per la ricerca, la diagnosi e la cura;
d) predisporre visite domiciliari per indagini specialistiche e/o di laboratorio da parte di personale sanitario istruito riguardo il tipo di Disabilità Ambientale del paziente, per esempio con una preventiva decontaminazione da fragranze, da tracce di fumo di sigaretta oppure che sappiano di dover tenere il cellulare spento nel caso di pazienti Elettrosensibili;
e) predisporre unità odontoiatriche mobili per interventi e/o terapie realizzate con materiali compatibili secondo le prescrizioni delle Unità Ambientali Controllate per le patologie che comportano una Disabilità Ambientale.

ART. 4
(Sostegno economico per l’alimentazione e la cura personale)

1. Al fine di garantire un’alimentazione equilibrata ai soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale è riconosciuto loro il diritto a un contributo per l’acquisto di prodotti speciali o di acqua oligominerale tollerata imbottigliata in vetro.
2. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con proprio decreto, stabilisce i modi e le forme per il riconoscimento del contributo di cui al comma 1 e 2.


ART. 5
(Erogazione di farmaci, di integratori nutrizionali e di ausili terapeutici)

1. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’erogazione dei farmaci salvavita e dei farmaci che contribuiscono significativamente al miglioramento delle condizioni dei soggetti affetti da Disabilità Ambientale.
2. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce le cure odontoiatriche, la terapia con agopuntura, la riabilitazione motoria, anche domiciliare, la ossigeno terapia e la terapia con camera iperbarica ad uso singolo o collettivo, se compatibili con assenza di fragranze ed esalazioni chimiche e comunque qualsiasi terapia per la quale sia dimostrabile un miglioramento delle condizioni psico-fisiche del malato.
3. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce, inoltre, l’erogazione gratuita di ausili terapeutici al soggetto affetto da Disabilità Ambientale in funzione del suo grado di invalidità. Gli ausili terapeutici previsti per i soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale per sovraccarico tossico chimico sono: sauna, maschere di tessuto, maschere ai carboni attivi, purificatori per l’aria e per l’acqua, guanti di cotone, scatole per la lettura e per l’utilizzo del personal computer, nonché altri ausili eventualmente prescritti dal medico del centro regionale o provinciale di riferimento di cui all’articolo 3, comma 2; per quanto riguarda l’Elettrosensibilità gli ausili terapeutici previsti sono computer schermati, vernici e tende speciali per isolare l’abitazione del malato, la sua automobile o un veicolo speciale, nonché altri ausili eventualmente prescritti dal medico del centro regionale o provinciale di riferimento di cui all’articolo 3, comma 2.


ART. 6
(Norme per l’edilizia)

1. E’ garantito il diritto alla casa dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale che abbiano una situazione economica disagiata attraverso diverse misure:
a) sgravio fiscale del 55% sulle ristrutturazioni delle case di proprietà o in affitto per adeguarle alle esigenze imposte dalla Malattia o dalla Disabilità Ambientale su indicazione di medico del Sistema Sanitario Nazionale;
b) realizzazione di alloggi di edilizia pubblica in almeno ogni capoluogo di provincia realizzati secondo le regole delle Unità Ambientali Controllate ovvero alloggi posizionati preferibilmente all’interno di Parchi Naturali e in ogni caso lontano da fonti di esposizione chimica ed elettromagnetica; gli alloggi saranno realizzati con materiali della bioedilizia, inerti ed inodore, esenti da emissioni di radon e/o particolato con sistemi di ventilazione controllata e di purificazione dell’aria che consentano di isolare ogni unità abitativa;
c) realizzazione, da parte della Protezione Civile, di unità mobili realizzate secondo i principi delle Unità Ambientali Controllate per il soggiorno temporaneo, in aree sicure, dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale in caso di calamità naturali o nei casi in cui il soggetto debba necessariamente allontanarsi dalla propria abitazione, per esempio, nel caso sia debba allontanare da esposizioni pericolose intorno alla sua abitazione o simili.
2. L’utilizzo di insetticidi, di pesticidi e di erbicidi chimici è vietato per un raggio di 100 metri nelle aree urbane e di 500 metri nei contesti agricoli, dall’abitazione di un soggetto affetto da MCS con l’obbligatorietà della notifica dell’orario e del giorno di irrorazione almeno una settimane prima. Tali prodotti sono sostituiti da operazioni meccaniche o da prodotti naturali.
3. L’utilizzo di deodoranti ambientali, di vernici contenenti solventi e di solventi è vietato per un raggio di 50 metri dall’abitazione di un soggetto affetto da MCS e negli ambienti pubblici destinati al ricevimento e all’accoglienza del pubblico (sale d’attesa, servizi igienici, pronto soccorso, ambulatori, ecc). Tali prodotti sono sostituiti da prodotti ad acqua, a basse emissioni di composti organici volatili e privi di fragranze.
3. E’ fatto divieto di installazione di antenne Wi-Fi, Wi-Max, DECT, della telefonia mobile o del segnale radio-televisivo in prossimità dell’abitazione o del luogo di lavoro di un soggetto affetto da Elettrosensibilità o da Disabilità Ambientale incompatibile con campi elettromagnetici biologicamente attivi e le ASL provvederanno a misurare il campo magnetico dentro e intorno all’abitazione o al luogo di lavoro ritenuto accettabile per il malato al fine di garantire che le sue caratteristiche non vengano modificate nel tempo, anche se le esposizioni sono inferiori ai limiti stabili dalla legislazione vigente in materia;
4. I Comuni predispongono il piano della viabilità, il piano del traffico e vincolano il rilascio di autorizzazioni per attività commerciali e per installazioni di antenne in funzione della presenza di abitazioni ove risiedono i soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale;
5. I Comuni procederanno regolarmente e frequentemente alle rilevazioni delle emissioni, effettuate da Organismi Indipendenti (ai quali parteciperanno Associazioni in rappresentanza delle persone affette da Malattie o da Disabilità Ambientali) con informazione pronta ed immediata alla popolazione interessata;
6. Le Regioni favoriscono con incentivi la creazione di Zone Bianche, preferibilmente all’interno di Parchi Naturali, ma non solo, che siano caratterizzate dalla totale assenza di contaminazioni chimiche derivanti da attività industriali, artigianali o dell’agricoltura, così di campi elettromagnetici inferiori ai 0,1 Volt/metro, limite considerato sicuro per gli Elettrosensibili.


ART. 7
(Tutela del diritto al lavoro e allo studio)

1. Al fine della tutela del diritto al lavoro dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale sono previste le seguenti misure:
a) adozione di adeguati ausili sul posto di lavoro, tra i quali, in particolare, quelli elencati all’articolo 5, comma 3;
b) impiego di detergenti a bassa emissione di composti organici volatili e privi di fragranze per la pulizia dei locali adibiti all’attività lavorativa e per i relativi servizi igienici nel caso di Sensibilità Chimica;
c) impiego di elementi di arredo che non esalino sostanze chimiche volatili nel caso di Sensibilità Chimica;
d) allocazione in ambienti attrezzati con depuratori e/o ricambio dell’aria delle apparecchiature che rilasciano fragranze di inchiostro e sostanze chimiche volatili (ad esempio, toner, ecc.);
e) possibilità di mutamento delle mansioni, qualora incompatibili con la condizione di soggetto affetto da Disabilità Ambientale;
f) divieto d’uso di sistemi di comunicazione senza fili (Wi-Fi, cellulari, DECT) negli uffici in cui sia presente un soggetto affetto da Elettrosensibilità o da Disabilità Ambientale incompatibile con campi elettromagnetici biologicamente attivi;
g) mantenimento della categoria professionale per i soggetti che hanno contratto una Malattia o una Disabilità Ambientale per cause di lavoro;
h) favorire il telelavoro in tutti i casi in cui sia di vantaggio per il soggetto affetto da Malattia o da Disabilità Ambientale.
2. Al fine della tutela del diritto allo studio dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale sono previste adeguate soluzioni di soggiorno in un ambiente scolastico bonificato, sia per quanto concerne i materiali edili che per quelli necessari alla didattica, nonché opportuno divieto dell'uso di fragranze e di detersivi chimici, nel caso di sensibilità chimica per esempio, oppure con il divieto d’uso di sistemi Wi-Fi o il divieto di lasciare il cellulare acceso anche in stand-by, ricorrendo, nei casi più gravi, all’apprendimento e alla verifica a distanza.


ART. 8
(Esercizio del diritto di voto, di elezione e di partecipazione a concorsi pubblici e privati)

1. Al fine di garantire il diritto di voto ai soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale, il diritto di voto per corrispondenza previsto dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459, è esteso ai medesimi soggetti, in conformità a quanto stabilito dal comma 2 del presente articolo.
2. Al fine di garantire il diritto sancito dall’Art. 51 della Costituzione all’accesso agli uffici pubblici e alle cariche pubbliche in condizioni di eguaglianza, in caso elezione di soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale presso il Parlamento, i Consigli Comunali, Provinciali, Regionali o presso altri Enti Pubblici, questi avranno diritto ad un accesso sicuro nelle strutture pubbliche, predisponendo per gli stessi protocolli di modifica degli edifici, della mobilia e, in ultima analisi, qualora politiche di tutela (come il divieto di fumo, di divieto indossare profumi, di tenere i cellulari accessi, ecc.) non dovessero essere sufficienti, dovranno essere predisposte modalità di partecipazione alle assemblee e alle votazioni a distanza.
3. Ai soggetti affetti da Disabilità Ambientale, che partecipano a concorsi pubblici e privati, devono essere attivate le misure di decontaminazione di sostanze chimiche negli ambienti destinati alle prove di concorso


ART. 9
(Relazione al Parlamento)

1. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali presenta al Parlamento una relazione annuale sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche in tema di Malattie e Disabilità Ambientale, con particolare riferimento ai problemi concernenti la diagnosi precoce e il monitoraggio delle complicanze.


ART. 10
(Copertura finanziaria)

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 10.000.000 di euro annui a decorrere dall’anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell’ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti emanati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, numero 2), della citata legge n. 468 del 1978.
3. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.




On. Dott. Domenico Scilipoti
6 gennaio 2010 15:49 - Annapaola Laldi
Ho ricevuto dall'onorevole Scilipoti (
www.domenicoscilipoti.i; [email protected])
l'e-mail che adesso copio di seguito. Il deputato dell'IdV ha presentato, il 21 dicembre 2009, una proposta di legge dal titolo "“Norme per la tutela dei soggetti affetti da Disabilità Ambientale” che mi sembra molto interessante.
Poiché il testo non risulta ancora leggibile sul sito della Camera dei Deputati, lo metterò in rete io nel commento che segue a ruota il presente.


SALUTE. SCILIPOTI (IDV): TUTELA PER I SOGGETTI AFFETTI DA DISABILITA’ AMBIENTALE


Roma 13.11.09: “Per tutelare tutti quei soggetti affetti da Disabilità Ambientale, per i quali la sopravvivenza o la qualità della vita non dipendono tanto da farmaci, ma dall’evitare certi fattori ambientali, è stato presentato alla Camera un progetto di Legge relativo alla problematica in questione”. Così l’On. Scilipoti in riferimento alla legge per la tutela dei soggetti affetti da Disabilità Ambientale. “La legge riguarda patologie causate dall’inquinamento, come la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), che comporta la perdita di tolleranza degli agenti chimici, la Elettrosensibilità, che impone di allontanarsi dai campi elettro-magnetici di cellulari, reti Wi-Fi, cavi dell’alta tensione, ma - prosegue il deputato IDV - anche patologie genetiche, metaboliche, neurologiche o immunologiche come la fibromialgia e la CFS che comportano intolleranze chimiche, o il favismo, che dà gravi reazioni ai legumi. Altri casi in cui si può incorrere in una disabilità ambientale sono l’autismo, l’epilessia, l'emicrania e il Lupus che comportano reazioni all’illuminazione fluorescente. E’importante – conclude Scilipoti – che questa Legge venga messa in discussione affinchè sia risolto, il prima possibile, questa problematica”.





On. Domenico Scilipoti



Segreteria

06 67608028

090 693070



[email protected]

www.domenicoscilipoti.it












________
30 giugno 2009 0:00 - Gianni Comoretto
Concordo in pieno con quanto scritto da l'Olandese volante.

Mi sono letto tutta la documentazione, e l'unico problema che merita un po' di attenzione riguarda lo smaltimento delle lampade.

Preciso che uso solo lampade a basso consumo da 15 anni, e ne ho bruciate (e smaltite presso un'isola ecologica) DUE. Rotte: nessuna.

MERCURIO: lo studio rileva che nel malaugurato caso che una lampadina si rompa, i livelli di esposizione al mercurio sono poco superiori ai limiti, calcolati per esposizioni di ANNI, per qualche settimana. Non bello, ma neppure particolarmente preoccupante. E ovviamente la legislazione, che prevede uno smaltimento differenziato delle lampadine, con ritiro obbligatorio nei punti vendita, deve diventare operativa.

Campi EM: Sono 30 anni che si studiano possibili effetti dannosi dei campi,e per ora non si è visto sostanzialmente NIENTE. Qualche sospetto sull'uso dei cellulari (che sparano una frazione di watt a radiofrequenza accanto alla testa). L'opinione dell'OMS sull'
"elettrosensitività" è che si tratti di un fenomeno psicosomatico.

Lo studio "ecologico" che mostra un aumento di cancro per "elettricità sporca" soffre dei problemi di tutti gli studi di quel tipo: abbiamo un aumento di tumori in un "cluster (nel caso, tra i maestri che lavorano in una particolare scuola), e lo attribuiamo ad uno specifico agente. Ma quanti altri agenti potevano esserci in quella scuola?

Radiazioni UV delle lampade fluorescenti: Sono classificati come "sospetti cancerogeni", cioè esistono studi isolati in cui si intravede qualcosa, che potrebbe suggerire la presenza di un problema. Praticamente TUTTE le cose innocue che vengono studiate cascano in questa categoria. Il che suggerisce di mettere uno schermo UV nel vetro delle lampadine (come si comincia a fare), ma non che queste siano davvero pericolose.

Spettro luminoso: le lampade ad incandescenza sono più "rosse". Ma la luce solare è MOLTO più "blu" di qualsiasi lampada a basso consumo, che sono comunque abbastanza arrossate rispetto ai vecchi tubi fluorescenti.

Epilessia: le luci tremolanti od intermittenti possono scatenare un attacco. Di solito serve una luce che lampeggi in modo visibile, i 100 Hz di una vecchia lampada fluorescente sono al più fastidiosi. Ma le lampade a basso consumo non tremolano, sono alimentate ad alta frequenza.

Autismo, lupus, ecc: non esiste lo straccio di una prova che queste malattie siano collegate od aggravate dalle lampade a basso consumo. Con la stessa enfasi, e la stessa base fattuale, potrei chiedere la messa al bando dei broccoli, perché magari uno studio isolato trova un debole collegamento.

In conclusione: non esistono soluzioni perfette. Ed è giusto sottolineare difetti e rischi di qualsiasi cosa. Ma senza esagerare. A parte lo smaltimento, che va affrontato in modo corretto, tutti gli altri problemi evidenziati sono veramente infinitesimi. Per intendersi, il rischio che i cetrioli sottaceto siano cancerogeni (sono "possibili cancerogeni", peggio di "sospetti") è molto più reale.

Gianni Comoretto
25 giugno 2009 0:00 - Consuelo
La signora Laldi ha fatto bene a riportare l'articolo sulla pericolosità delle lampade a basso consumo energetico. Ci sono persone che hanno problemi a causa di esse e non sono uno scherzo.
Voglio segnalare anche un altro problema simile, quello della sensibilità chimica e invito a visitare il sito http://www.infoamica.it/default.asp
e a firmare la petizione che propone. Questo è il testo:
Statuto della petizione
Petizione promossa dall’Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.)
www.sensibilitachimica.it

Alla Presidenza del Senato della Repubblica Italiana
Alla Presidenza della Camera dei Deputati

Alla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

Alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato

Visto che la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una patologia cronica invalidante che comporta reazioni multiorgano per esposizioni a varie sostanze chimiche in quantità normalmente tollerate dalla popolazione generale e che i criteri diagnostici sono stati stabiliti da un Consenso Internazionale nel 1999;

Visto che dal 2 al 10% della popolazione risulta iper-sensibile alle sostanze chimiche presenti nell’ambiente e nei prodotti d'uso comune e che una percentuale crescente risente di sostanze multipla - ovvero è affetta Sensibilità Chimica Multipla o MCS - con una compromissione della capacità lavorativa, della vita sociale e dell’autonomia che varia da lieve a molto grave a seconda degli stadi della malattia;

Visto che la MCS è riconosciuta negli Stati Uniti dalla legge federale per la disabilità American with Disabilities Act, dalle agenzie federali - come l’Environmental Protection Agency, lo U.S. Housing and Urban Development, la Social Security Administration - e da molte amministrazioni locali;

Visto che la MCS è riconosciuta da Agenzie del Governo Federale e Provinciale del Canada;

Visto che la MCS è classificata dalla Germania dal 1998 nell’International Code of Diseases con il codice T 78,4 nel Capitolo 19 (Lesioni, avvelenamenti ed altre conseguenze determinate da cause esterne) e nella Sezione T66-T78 (Altri e non meglio precisati danni da fattori esterni);

Visto che il Ministero del Welfare e del Lavoro tedesco, che aveva classificato la MCS nell'elenco delle invalidità motorie (in quanto paragonabile a queste per l'impossibilità dei malati di muoversi), ha tolto la descrizione della malattia come psicosomatica (di origine psicologica/psichiatrica), mettendo fine alla discriminazione di questa patologia ambientale;

Visto che il Ministero della Salute, del Lavoro e della Previdenza Sociale e il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria (del Giappone), che da anni già riconosceva la Sindrome dell’Edificio Malato - analoga alla MCS, ha annunciato inserire la MCS dall’ottobre 2009 nella lista delle patologie coperte dall’assicurazione del servizio sanitario nazionale;

Visto che in Italia manca una legge quadro che equipari i diritti dei malati ambientali (non solo di MCS, ma anche di Sindrome da Stanchezza Cronica, di Elettrosensibilità, di Fibromialgia, di Sindrome dell’Edificio Malato, ecc.) a quelli di qualsiasi altra forma di disabilità in termini di tutela del lavoro, del diritto alle cure, di diritto ad una casa “sicura”, ecc.;

I firmatari richiedono che vengano messe in discussione con la massima urgenza le sei proposte di legge d’iniziativa di parlamentari della Camera (N. 1621 il 5 agosto 2008, N. 1654 del 18 settembre 2008, N. 1667 del 18 settembre 2008, N. 2287 del 12 marzo 2009) e del Senato (N. S.1019 del 17 settembre 2008, N. 1165 del 28 ottobre 2008) per il riconoscimento della MCS come malattia sociale, utilizzando il Consenso Internazionale del 1999 come parametro per le diagnosi, come avviene in tutto il mondo.


Grazie dell'attenzione.
6 giugno 2009 0:00 - De Pravato
A me sembra, che una volta di più l'uomo mostri la sua faccia peggiore.

Ognuno tira acqua al suo mulino, esaltando e gonfiando certe caratteristiche di un qualsivoglia fenomeno (quelle che avvalorano la tesi che va sostenendo), ignorando, svilendo, violentando o alterando quelle invece che giustificherebbero o appoggerebbero una posizione diversa.

Cioè a dire si fa campagna elettorale sempre, anche quando pretestuosamente ci si atteggia a fare informazione scientifica, anche quando si parla di salute, anche quando si gioca sulla pelle della gente.

Come quando io dico: "Il sole mi fa bruciare gli occhi; spegnete il Sole, che è dannoso!..."

Ma la cosa peggiore è che persone notoriamente serie, anche loro si prestano a sottoscrivere certe manfrine!
Infatti la società dovrebbe basarsi sulle persone serie, ché è comprensibile che i pagliacci si comportino da pagliacci!
6 giugno 2009 0:00 - ISAIA KWICK
Nicola Ulivieri son daccordo con te, e non aggiungo altro.
Isaia Kwick Zingaro ROM
6 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Sig. Annapaola, Non so se esiste qualcuno su questa terra ad avere un conoscenza di tutti i settore tale da rimanere immune da qualunque condizionamento, Io di certo non ho questa fortuna.

Sono ormai 30 anni che studio e lavoro nel settore elettronico, questo non mi rende immune da errori, visto la vastità del settore, da invecchiamento del mio cervello, dalla memoria che non è al massimo, da convinzioni per non parlare del mio linguaggio non all'altezza.

Un qualunque studio che abbraccia diversi settori, in questo caso, medico scientifico, elettronica ed elettrotecnica e fisica, richiede esperti in diversi settori, ciascun esperto a sua volta, possono essere condizionato dai stessi mie problemi indicato precedentemente.

Qui tiriamo fuori analisi difficile da provare, e facciamo ipotesi che farebbe sorridere quasi tutti gli elettrotecnici, questo non esclude che gli elettrotecnici hanno torto, ma serve qualche prova più sostanziosa prima di fare dichiarazione simili.

Faccio un esempio:

Nei primi anni 80 c'era la moda del braccialetto di rame trattata 100.000 Volte !!!! (o Volts) che scaricava l'energia negativa (non si capive se negativo perché faceva male alla salute oppure di polarità negativa ?).
Questa veniva venduto a solo 100 mila lire (€50 di oggi).

Se fosse solo un semplice braccialetto in rame la potevi trovare tranquillamente ad un paio di euro.

Io sono circondato giornalmente da tecnici elettrotecnici ed elettroniche, mi stupivo di quanti di questi andavano in giro con questo braccialetto e si dichiaravano anche soddisfatto.

Sempre nelle solite televendita c'era uno con il camice bianco (dava impressione di essere un medico oppure un scienziato), e dichiaravano che il fatto di lasciare una macchia verde sulla pelle è indice che il braccialetto funziona.

Meno male tutta questa mega presa per il culo al livello nazionale ha avuto un durata breve.
Bastava un ragazzino delle scuole tecniche per spiegare che non è possibile applicare 100.000 Volt su un pezzo di rame, la corrente tenderebbe all'infinito e si fonderebbe tutto, anche se il tratto in rame inizialmente fosse parte di una matassa di qualche migliaia di chilometri di lunghezza, in un tratto di 10 cm non si troverebbe mai più di pochi millesimo di Volt ai capi, Il braccialetto d'oro ha un conducibilità elettrico superiore al rame quindi non c'è bisogno di sostituirla, non è possibile scaricare energia elettrostatica (non vedo cosa altro volevano scaricare), se non c'è un differenza di potenziale, cosa impossibile in un braccialetto sul polso.

Ritornando a questa discussione, gli elettrotecnici sanno per esperienza cosa ci circonda al livello elettromagnetico, è l'apporto che potrebbe dare queste lampada non ci sembra un granché in confronto, è per questo quindi che ci fa sorridere questa notizia, è possibile che ci possiamo sbagliare, non abbiamo un fede religiosa nella tecnica, ci spostiamo dove sono le prove, ci vuole qualcosa in più per rendere la storia plausibile.
6 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Si Ulivieri, e' tutto un gestioni losca con il coinvolgimento dei illuminati, connessione con la chiesa, la mafia e sono certo che c'è di mezzo Al Qaeda.

In realità con il certificato bianco, le aziende produttrice di energia elettrica ci guadagnano regalando persino le lampade a basso consumo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Certificato_bianco

Quindi non c'è alcun interesse a tenere alti i consumi.
6 giugno 2009 0:00 - Annapaola Laldi
Mi pare che la maggior parte degli interventi non abbiano colto i due punti essenziali delle mie noterelle e del perché ho ritenuto giusto far conoscere quello studio.
In primo luogo -e il titolo mi sembra chiaro- ho voluto richiamare l'attenzione su una realtà/verità della vita e del mondo: non esiste alcun ritrovato che sia solamente positivo, ma ogni scoperta o invenzione, che pure risolve alcuni problemi, ne crea altri.
E questo è un fatto che bisogna tenere sempre ben presente (e prima che agli altri lo dico a me stessa).
Il secondo punto è che ho inteso cor-rispondere al grido di dolore che ho sentito in quell'articolo che non intende affatto demonuizzare le lampadine a basso consumo energetico, ma richiama l'attenzione sulla loro nocività per alcuni gruppi di persone affette da malattie e disturbi che penso proprio a nessuno degli intervenuti (me in testa) piacerebbe avere (né per sé né per i propri cari).
Io non ho alcuna competenza per valutare se la ricerca ha serie basi scientifiche, ma non mi pare che neppure i suoi detrattori qui intervenuti questa competenza ce l'abbiano davvero. Il fatto di averla trovata sull'organo di collegamento e comunicazione del Gruppo per la lotta contro il Lupus eritematoso sistemico, che è formato anche da molti medici specialisti in diversi settori della medicina, mi ha dato e continua a darmi una certa sicureza che non è una stupidaggine.
Concludo esprimendo il mio profondo dispiacere per l'intervento a mio avviso totalmente ingeneroso del signor Nicola Ulivieri, che invito a rileggere tutto quanto con calma e magari anche a fare una visitina sul sito del Gruppo LES e perfino a entrare in contatto diretto con persone affette da questa malattia.
Un cordiale saluto a tutti/e.
3 giugno 2009 0:00 - Nicola Ulivieri
Intervengo brevemente solo per invitare chi riporta questi articoli che bisogna fare attenzione a chi li scrive e da chi è finanziato. In genere si tende a far uscire articoli che parlano male di tecnologie o altre cose buone per la popolazione ma dannose per le industrie. Ad esempio ora che si riparla di macchine elettriche (che potevano essere costruite decenni fa) ecco che escono articoli in cui si dice che sono pericolose perchè silenziose e in città c'è rischio per i pedoni!! 90 anni fa si è iniziato a demonizzare la canapa indiana chiamandola droga e marijuana solo perchè si doveva usare carta presa da foreste primarie, petrolio e nylon invece di carta da canapa, olio combustibile e tessuti tutti ricavanti dalla canapa.
Quindi: non è che questa è una delle tante controinformazioni "pilota" per convincere la gente a continuare a consumare elettricità? Io dico di si.
2 giugno 2009 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentili Signori ,
vi ringrazio per i vostri contributi.
La scienza applicata alla medicina, lavora cosi’:
applica tutto quello che si conosce, sapendo che quello che non si conosce non si applica e non si puo- applicare.
In medicina tutto ci si puo’ applicare a cio che si conosce, la qualcosa non e’ possibile in quello che non si conosce, semplicemente perche' non lo si vede .
In altre parole, quando non si conosce, si applica il principio del Signor Pinocchio, come quando il rumore veniva escluso dal senso, non la si vede e non si sente.
Allora, il medico da una ventina di anni a questa parte, inizia ad applicare anche una procedura inversa.
Tra alcune di esse, c’e’ anche il metodo della esclusione.
E’ propriamente cio’ che feci io in presenza dei pazienti della sveglia.
Per qua bisogna precisare che l’effetto placebo, inizia ad essere apprezzato come valenza terapeutica.
Per tanti versi, dovrebbe scoraggiare la scienza, in quanto, proprio perche effetto terapeutico esistente , non e' registrabile nelle procedure di controllo permesse e valutate con i metodi scientifici.
E’ tra le tante cose, ad esempio l’effetto della Omeopatia e dell’agopuntura.
Chi sostiene che e’ effetto placebo, non sapeva di parlare di effetto terapeutico alternativo…, e, chi non lo sapeva non credendolo tale, lo si vedeva impossibilitato a sostenere cio’ perche’ l'effetto terapeutico si realizzava anche nei bimbi e negli animali, che con l’effetto placebo non c’entravano nulla.riguarda il concetto degli effetti placebo ed Nocebo,
Il problema pertanto e- la dimensione di portata di visibilità- della scienza, non stiamo vedendo cio- che dovremmo vedere, e non vedendo oltre, diamo un limite ben definito, e lo chiamiamo Placebo, una identita- che non e’ nulla di piu’ sconcertante.
La medesima regola vale anche per il Nocebo, anche se, per fortuna in minor entita-.
E’ piu’ facile che un atteggiamento psichico possa far istintivamente guarire che ammalare, e probabilmente questo per un principio di sopravvivenza della specie umana.
Quindi, se condizioniamo qualcuno a dire che dorme in una stanza altamente elettromagnetica che puo’ cagionare il cancro, e’ verosimile che questo cancro non arrivi mai.
Viceversa, il condizionamento positivo, fa guarire, pensate alle acque miracolose con effetti strabilianti, oppure, al paziente che, sa che l’aspirina fa passare il mal di testa, li soministrate un po di acqua gasata e qualche goccia di succo di limone, lui non lo sa, ma mezz’ora dopo il mal di testa non c’e’ piu’.
La guarigione e’ un principio istintivo, che fa parte della nostra specie umana, e’ una fortuna che sia cosi, altrimenti nessuno avrebbe fatto il medico, ci sarebbe stato troppo lavoro!
La verita’ e’ che il cervello controlla tutto l’organismo, ed in materia di psiconeuro’endo immunologia, siamo ancora ai veri albori, e tanvolta brancoliamo semplicemente nel buio.
Una saggia regola che mi sento in dovere di sostenere per esperienza, e’ di non farsi troppo fregare dai preconcetti dei condizionamenti “psicico” , dobbiamo imparare ad sapere ascoltare dentro noi, cosi- come sanno ben fare gli animali.
Il nostro organismo parla, ed e- in continuo contatto tra noi ed il nostro inconscio, dobbiamo imparare ad avvertire cio- che ci fa bene e cio- che ci fa male, a tale cosa ci si arriva per gradi, l-importante e- iniziare.


Giuseppe Parisi
2 giugno 2009 0:00 - Pinocchio
Pensoso, infatti, è un invito a concentrarsi sul rumore e non sul elettromagnetismo.

Sono pienamente convinto che quello che il cervello esclude dalla nostra attenzione non esclude che può causarci qualche disturbo.
2 giugno 2009 0:00 - pensoso
signor pinocchio si renderà conto che non tutto quello che il cervello esclude dalla registrazione smette seduta stante di recare eventuali danni all'organismo. E inoltre sono molte le cose che non sappiamo oggi e scopriremo domani o posdomani. Irridere chi è più sensibile oggi non solo è inutile ma anche dannoso. Un atteggiamento più cauto e rispettoso mi sembra anche più razionale e scientifico.
2 giugno 2009 0:00 - L'Olandese Volante
Signor Parisi,

Per quanto riguarda il fatto che l'ambiente nella quale viviamo ci espone ad influenze nefaste, sono senz'altro d'accordo. Tra le influenze più nefaste però (e lei in quanto medico dovrebbe ben saperlo) è l'effetto nocebo.

(Per coloro che non conosconno il termine, l'effetto nocebo è l'esatto opposto dell'effetto placebo. Vale a dire che, se una persona fosse convinta d'essere esposta ad entità dannose, sovente finirebbe per ammalarsi perdavvero anche se l'entità dannosa in effetti non esiste, oppure esiste ma è molto meno dannosa di quanto si crede.)

Per quanto riguarda l'esempio (sveglia elettrica) da lei citato, si renderà senz'altro conto che tale esempio sta nella categoria "aneddoti", e nessun academico oserebbe trarre delle conclusioni a base di questi, oltre che l'osservazione che la cosa potrebbe meritare una ricerca più approfondita.
Per quel che sò, tali ricerche sono state fatte, e finora nessuna ricerca è riuscita a dimostrare che la "ipersensibilità elettromagnetica" effettivamente esiste. Nè è stato dimostrato che non esista, ma è ben noto che provare un negativo è sempre più difficile.

Fino a quando non sia stato fatto chiarezza sull'argomento, per via del sopra citato effetto nocebo, non mi sembra opportuno presentare la "ipersensibilità elettromagnetica" come fatto confermato. Chissa quante persone soffrono perdavvero solo e soltanto perché il livello di pericolosità delle onde elettromagnetiche (dalle quali nella vita odierna non si ha scampo) viene esagerato?

(E potrei aggiungere: Quanti soldi si faranno i soliti furbi proponendo rimedi fasulli a questo "male immaginario"? Ne ho visti, a tonnellate, di dispositivi che "proteggono" contro le radiazioni dei telefonini. Del tutto inefficaci, perché se funzionasse davvero, il telefonino smetterebbe di funzionare.)

A proposito di telefonini: Una ricerca fatta in Norvegia ha evidenziato che esiste infatti un leggero aumento di probabilità di contrarre certi tipi di tumori al cervello con l'uso intensivo di apparecchi per telefonia mobile a lungo termine. Bisogna però prendere nota del fatto che i livelli medi di energia elettromagnetica coinvolti erano assai più alti di quelli che s'incontrano oggi, per due motivi:
*La ricerca copre un periodo nella quale erano in uso telefoni mobili primitivi con livelli di radiazione assai più elevati rispetto a quelli odierni;
*La situazione geologica del territorio imponeva distanze tra le stazioni base assai più grandi rispetto alla situazione odierna in ambienti più urbanizzati, nelle quali vive la maggior parte dell'utenza della telefonia mobile oggi. Questo implica che la potenza di trasmissione necessaria per poter condurre una conversazione era assai più elevata (alcuni ordini di grandezza) rispetta alla media odierna.
1 giugno 2009 0:00 - Pinocchio
Sig. Parisi se vuole fare un sperimento serio, si faccia aiutare da qualche laboratorio di strumentazione elettronica ben attrezzato.

E più facile che i suoi pazienti erano disturbato dal ronzio a 50Hz del trasformatore che dal campo magnetico, di quest'ultimo siamo talmente immerso e dubito che un banale radiosveglia possa fare la differenza.

Avevo un amico che riusciva a dormire tranquillamente ad una ventina di metri dalla linea dei treni che faceva vibrare tutta la casa, e doveva subire in continuazione il rumore degli automobili che passavano praticamente sotto casa.

Il nostro cervello fa un grande lavoro di filtraggio e trattamento dei suoni, qualche tempo indietro il mio nipote mi chiese come facevo a sopportare quel rumore, mi fece notare che riusciva a sentirla dal salotto (circa 10 metri di distanza).
Non c'era niente da fare, non sentiva alcun suono, abbiamo cercato insieme, ma non siamo riuscito ad individuare la fonte, ha cercato attentamente di spiegarmi di che suono si trattava, ed ho fatto di tutto per concentrarmi ad ascoltarla, dopo una lunga concentrazione ed attenzione, iniziavo a sentirla nel sottofondo, poca alla volta era diventato molto forte e fastidioso, alla fine abbiamo scoperto la causa, un sveglia/cronometro che emetteva BIP BIP di continuo da oltre una settimana, il mio cervello lo ha del tutto escluso dalla mia conoscenza consapevole.
1 giugno 2009 0:00 - mario schepis
Ho letto sui pericoli delle lampade a basso consumo. Avevo già fatto scorta delle lampade ad incandescenza: in un anno , essendo circuiti elettronici, se ne sono bruciate tre (tutte di marca!), con quel che costano che risparmio vi è ?
1 giugno 2009 0:00 - Baco
Un articolo infarcito di sciocchezze, tra le quali:
l'affermazione "le LFC generano potenti campi elettromagnetici..." Per definizione sono lampadine a basso consumo e quindi consumano meno WATT rispetto alle lampade ad incandescenza, per generare campi più potenti dovrebbero consumare più WATT.

Ma che informazione è affermare che (come tutti sappiamo???) dal 2012 saranno bandite le lampade ad incandescenza (evidenziato in neretto) e qualche riga più sotto scrivere che il regolamento deve essere ancora approvato dal parlamento europeo.
Fantastica (nel senso letterale della parola) la citazione dell'elettricità sporca...Mi viene in mente quell'elettricista che quando tagliava i fili elettrici li lasciava pendere in giù per far sgocciolare la corrente... Roba da mat.
1 giugno 2009 0:00 - Giuseppe Parisi
Signor L'Olandese Volante,
e’ mai possibile, che qualsiasi indirizzo di pensiero si dia ad un articolo su Aduc, bisogna trovare il pelo dell’uovo?

La piu’ che brava Dottoressa Annapaola Laldi, ha riportato alcuni pensieri, frutti di ricerche , che ovviamente non possono essere la verita’ assoluta.
Pensi allo studio mai esattamente definito sul rischio dei telefonini.
Per quello che le dico a proposito di psicosi, nella mia vita professionale di medico, mi e’ capitato diverse volte, almeno dieci casi, di pazienti che lamentavano difficolta’ ad addormentarsi, sonno non piu’ come prima…., risvegli notturni, stanchezza durante la giornata.
Da attento osservatore, nell’aanamnesi veniva fuori che, usava da qualche tempo sul comodino la sveglia elettrica, cosi’ suggerivo non direttamente al paziente, di spostarla in altre stanze.
Dopo alcuni giorni, il sonno ritornava come prima.
Lo stesso fenomeno capitava ad altro paziente, quando litigando con la moglie dormiva in altra stanza munita di sveglia elettrica
Ritornando in una situazione di non sveglia sul comodino, il fenomeno del sonno cattivo non si presentava.
Ho fatto alcune prove, facendo dire al compagno della persona con disturbi, che la sveglia era in riparazione, per evitare comportamenti viziati da condizionamenti.
Il risultato era netto, con la sveglia non si dormiva, senza sveglia si.
Sono giunto alla conclusione, che ci sono individui particolarmente sensibili a piccoli fonti di campo magnetico, e ne siamo circondati da tutte le parti.
Dire che non facciano male, o che facciano bene, dipende dalle capacitaà economiche e dagli interessi sottostanti che si muovono sotto.
Questo vale per qualsiasi faccenda , a cominciare dai farmaci chimici, anzi loro piu’ di ogni altra cosa
Di mrcurio _ ne sono strapieni i pesci che mangiamo, soprattutto quelli grassi, per il fatto che i tossici si depositano e si accumulano proprio nel grasso.
Quello che dobbiamo subito comprendere e’ che una sostanza,una situazione nociva, non agisce immediatamente, ma necessita’ del tempo.Il tempo di latenza,
e’ il periodo nella quale un osservatore dovrebbe scoprire il danno, sovente non lo scopre, e se accade e’ gia’ troppo tardi, quando ormai e’ estremamente difficile risalire ad una causa in particolare.
Che dirle dei frequentatori di piscine e di cancro alla vescica?
Cosa dirle di mangiatori di carne barbecue e carbonella e cancro allo stomaco?
In altre parole, e’ molto verosimile dire che, l’ambiente costruito dall’uomo , non risponde esattamente alle sue necessita’ per una sana vita
Questa regola vale in ogni ambito.

Tuttavia e’ piu’ facile far credere alla cittadinanza, che gli allarmismi sono “stupidate’ da clown, piuttosto che provare un danno diretto di una determinata cosa o circostanza.
Basti pensare, a quanto sta accadendo per il momento sul problema delle risorse idriche, c’e’ chi lancia allarmi circa un netto inquinamento delle nostre acque, c’e chi sdrammatizza, nel mezzo ci sono interessi economici ingentissimi.
Medesima cosa sul riscaldamento del pianeta.
E’ facile per oligarchie economiche , addestrare media e cittadinanza, sovente propensa a credere che tutto vada bene, e sempre.
La verita’, non sta mai da una parte pero’.
Cordialita’
Giuseppe Parisi
1 giugno 2009 0:00 - ViOletz
Ma quale dovrebbe essere il campo magnetico che le lampade a basso consumo creano che quelle a incandescenza non creerebbero? La corrente che circola è addirittura molto minore, ergo produce un MINOR campo magnetico.

Le lampade a incandescenza emettono MOLTI più UV di quelle a basso consumo, studiate per avere l'emissione molto piccata nel visibile, al contrario delle lampade a incandescenza o alogene che emettono tantissimo anche dove lo spettro non è visibile all'occhio umano.

Eccetera...
1 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Sulla questione mercurio, da pochi mesi finalmente sono andati in pensione i termometri a mercurio.

Attendiamo l'arrivo di lampade senza mercurio e nel frattempo immettiamo un sproposito di CO2 in atmosfera, oppure possiamo convivere con il rischio.

Una soluzione facile potrebbe essere di mettere un sovra prezzi obbligatorio di €2 per ogni lampadina che sarà rimborsato alla restituzione quando guasta oppure rotta, in questo modo si garantisce che arrivano quasi tutti nei punti di raccolta.
1 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Mi sembra un ricerca un po infantile, e non c'è alcuna prova del anche di un minino disturbo sul uomo.

A questo punto vedo che c'è spazio per un mercato di lampade con assenza di disturbi per l'uomo, dove possono coprire lo zoccolo della lampada con un foglio metallico connesso a terra.

L'onda elettromagnetico può essere confrontato con l'acqua. Se siamo immerso in una piscina, ed intorno a noi ci sono 100 generatori di onde, tutti che generano onde con diverse forme (modulazione), ampiezza (potenza), frequenza, sul corpo arriva un complesso forma risultato di tutte queste onde, che fastidio potrebbe mai darci ?

L'età del uomo/donna e oggi di 75/85 e dobbiamo ringraziare sopratutto le onde elettromagnetico, perché senza non saremmo mai arrivati a questo qualità di vita.
I nostri nonni hanno vissuto tutta la vita in ambienti senza alcuna cura o attenzione per i disturbi elettromagnetici, e solo nei ultimi 30 anni le normativi iniziano lentamente a fare un po' di “pulizie” a riguardo.
1 giugno 2009 0:00 - L'Olandese Volante
Sebbene il sottoscritto non è a favore di un divieto specifico sulla vendita di lampadine ad incandescenza "vecchio stile", sull'articolo c'è da ridire, ed anche parecchio.

Radiazioni elettromagnetiche:
Finora non ci sono indicazioni chiare che la sindrome di "ipersensibilità elettromagnetica" effettivamente esista. Alcune ricerche hanno evidenziato che sia possibile provocare dei "sintomi" in soggetti che si credono afflitti di tale condizione, semplicemente suggerendo la presenza di campi elettromagnetici che in realtà non esistono: in altre parole, trattasi di una forma di psicosi.

Poi, anche lampadine ad incandescenza provocano campi elettromagnetici, semplicemente per via della corrente che consumano, la quale circolando per l'impianto elettrico produce un campo elettromagneticomagnetico proporzionale al consumo elettrico, vale a dire, più di una lampadina a basso consumo...


Mercurio:
Il problema c'è, ma in misura assai inferiore a quanto viene suggerito dall'articolo. Il sottoscritto usa lampadine CFL da oltre 10 anni, senza avere un solo caso di rottura del bulbo con conseguente pericolo di esposizione a vapori di mercurio. Nel insperato caso che avvenisse, basta raccogliere immediatamente i frammenti di vetro e chiuderli dentro un recipiente "ermetico" come ad es. un vasetto di vetro. Il mercurio contenuto nelle CFL rimane in gran parte assorbito alla polvere di fosforo che ricopre l'interno del bulbo.

Radiazioni UV:
Viene citato un'articolo del 1982. Ma vi ricordate le lampade fluorescenti di quasi quarant'anni fà? Io sì. Fatevelo dire, tra quelle odiose "neon" d'allora e le CFL di oggi ci passa una certa differenza.
E cosa fate quando dovete uscire di casa e c'è il sole? Vi mettete la tuta da astronauta?

A quando un'articolo sulla tossicità di ossido di idrogeno? ;-)
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