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21 ottobre 2009 13:49 - savpg8801
Ciò che attira l’investitore PAC (non solo nel comparto azionario) è l’esiguità della commissione e poi la certezza di non averci più a che fare. Sarebbe poi interessante che l’investitore potesse tenere una sorta di scalare (per intenderci come un c/c) e evidenziando e paragonando ogni ingresso ai relativi corsi, con parallele operazioni tipo immediato o di stop-loss cosiddetto effettuandole in modo virtuale, con evidenti commissioni più alte, ma con la certezza di entrare ed uscire nei momenti e nei tempi più opportuni e remunerativi anche visti dal punto del contenimento di perdita.
Il PAC di prodotti non espressamente di trading azionari (parlo di fondi, od altro) specie con caratteristiche di misti, bilanciati o full, con qualche rischio di non linearità dei corsi e dei rendimenti, a mio parere può risultare controproducente perché conduce o conduce per forza ad investire , date le scadenze fisse, in momenti sbagliati alle quotazioni non ottimali. Può anche accadere il contrario, ma la mia esperienza mi ha fatto rilevare maggiori guai che benefici. Il lungo tempo raccomandato per lasciare incontrollato o dimenticato l’investimento, non permette di comprenderne le dinamiche di eventuale rendimento e di valutazione positiva di buon investimento. Da dire, poi, che per il PAC debbasi sempre costituire o tenere costituita una adeguata maggior provvista in conto , a prescindere da altre operazioni che ne possano influenzare la reale disponibilità con il rischio (per mancata attenzione) di andare in rosso.
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