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9 dicembre 2009 12:25 - Annapaola Laldi
Domani, dunque, si avrà la consegna ufficiale e solenne dei premi Nobel 2009. Fra i quali ha destato un certo scalpore l'attribuzione del premio per la pace a Barak Obama "per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli» ("for his extraordinary efforts to strengthen international diplomacy and cooperation between peoples"). Pur avendo grande simpatia per questo presidente, sono anch'io fra le persone che ritengono precoce tale attribuzione. Ho però anche un'altra riserva; secondo me il premio Nobel per la pace non dovrebbe essere assegnato a un capo di stato, che oggigiorno sarebbe stupido se non perseguisse una politica di pace e di cooperazione fra i popoli, e che, d'altra parte, non ha certo bisogno dei soldi del premio Nobel per lavorare in quel senso.
Il premio Nobel, secondo me, andrebbe assegnato esclusivamente a persone comuni che impegnano per la pace (nel senso ampio che questo termine può significare oggi) se stesse e i loro (spesso) scarsi averi, tessendo però necessariamente una rete di relazioni, che, già di per sé, è un motore di pacificazione e, soprattutto, è un modello, un esempio per altre persone comuni.
Del resto, la stessa Bertha von Suttner, ispiratrice del premio Nobel per la pace, si espresse apertamente contro l'ipotesi che fosse un governante a ricevere quel premio. Quando Nobel le comunicò l'intenzione di creare un premio da assegnare una volta ogni 5 anni a "colui o colei che avrà fatto fare il più grande passo avanti alla pacificazione dell'Europa", lei gli rispose che quella dizione era così vaga che avrebbe potuto consentire l'assegnazione del premio anche alla regina d'Inghilterra, se essa avesse organizzato una Conferenza per la pace. Invece, sosteneva Suttner, bisognava sostenere chi lavorava per la pace dal basso, la gente comune, appunto, che si dedicava a diffondere l'idea e la prassi della pace con grande sacrificio personale, e spessissimo facendo i conti con la mancanza di mezzi finanziari adeguati. Inoltre, Suttner era anche contraria alla divisione del premio fra più persone e all'assegnazione dello stesso a delle associazioni. Tutte cose che le diverse commissioni dei premi Nobel (e non solo quella per la pace) fanno però correntemente, in virtù dei loro statuti, del resto faticosamente elaborati.
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