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12 novembre 2012 11:06 - Cepu
giproma non è corretto il tuo suggerimento.

Se non costringi i giovani ai compiti a casa assegnati, sacrificando le esigenze familiari a quelle dello studio coadiuvato, passi immediatamente dalla parte del torto ! Per gli insegnanti diventi un genitore non collaborativo e ovviamente gli studenti ne fanno le spese.

Gli insegnanti, peraltro, sono sempre interessati alle lezioni di sostegno private, e spesso ne alimentano indirettamente il mercato.

Diverso sarebbe se un insegnante fosse obbligato a un minimo di lezioni di sostegno retribuite in modo simbolico dai propri alunni che evidenziano difficolta'.

Ciò migliorerebbe sicuramente lo stile di insegnamento, alleggerendo pure il compito delle famiglie che hanno oggettive difficoltà ad azzeccare un insegnante adatto alla necessità del momento.
26 settembre 2012 15:05 - giproma
L'unica utilità, al momento, è quella di costringere gli studenti a lavorare da soli, cosa che spesso fallisce per le interferenze più o meno volontarie delle famiglie; questi interventi sono spesso dovuti al fatto che i bambini non hanno idea di quello che debbano fare a casa. Questo ha due spiegazioni: o i bambini mentono per costringere i genitori ad aiutarli o gli insegnanti lavorano poco e male a scuola. In ogni caso suggerisco ai genitori di non aiutare i figli e in caso di incomprensioni ... rimandarli agli insegnanti, senza cadere nel ricatto del bambino che va a scuola impreparato.
14 settembre 2012 14:42 - ValeriaV
I compiti potrebbero servire se fossero di "sostegno" di quanto fatto a scuola il giorno stesso e non un modo per sostituire una lezione non fatta a scuola trasformando così i genitori in insegnanti stanchi. Un compito deve riguardare qualche cosa che si sa già, che si ha appena imparato per fissare un'informazione acquisita nella memoria. I compiti delle vacanze poi sono basati su libretti che spesso sono di una noia mortale, dei veri mattoni.
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