Voglio quindi posso anzi DEVO POTERE. Questa è la lezione
che viene somministrata quotidianamente perchè accettare i
propri limiti, nel modello sociale dominante, non si
deve.
Ne consegue, fra l'altro, che anche l'avere un figlio non è
il lecito desiderio di una coppia ma è un diritto da far
valere, a tutti i costi. Costi quel che costi. Questa è
l'aberrazione umana che ha "ridotto" la procreazione a un
atto di "compravendita", di "locazione".
Che tristezza!
E poveri bambini!
19 novembre 2014 14:43 - erika7826
Attenzione ai commenti facili e fondati sulla non conoscenza
dei fatti di causa. Se l'articolo Aduc si riferisce alla
sent. n. 24001 della I sez. della Corte di Cassazione
dell'11.11.2014 (ci sono già numerosi commenti della
pronuncia sul web), una perizia medica espletata in corso di
causa ha confermato che NESSUNO dei genitori del bambino era
quello biologico, neppure il padre, e la coppia era stata
ritenuta due volte inidonea all'adozione dal Tribunale di
Brescia.
14 novembre 2014 16:50 - crisman
Ho sempre pensato all'utero in affitto come ad una
incubatrice organica che permette a due esseri umani si
realizzare un sogno d'amore. Se i tre soggetti che cooperano
alla nascita della nuova vita sono coscienti e consapevoli
di ció che fanno, perchè deve risultare problematico dare
asilo ed aiutare a crescere un bimbo grande un paio di
cellule frutto dell'unione di mamma e papà?
Certo, altro frangente se il patrimonio genetico non
appartiene interamente alla coppia...
12 novembre 2014 17:07 - Annapaola Laldi
Più che "dura lex sed lex", questa sentenza mi richiama
l'altro detto latino: "Summum jus summa iniuria".Che vuol
dire che se si applica una legge in modo estremamente rigido
si commette una terribile ingiustizia.
Povero bambino e poveri adulti vittime tutti e tre di un
vero accanimento giudiziario.