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21 novembre 2014 9:22 - IOLETTA
Voglio quindi posso anzi DEVO POTERE. Questa è la lezione che viene somministrata quotidianamente perchè accettare i propri limiti, nel modello sociale dominante, non si deve.
Ne consegue, fra l'altro, che anche l'avere un figlio non è il lecito desiderio di una coppia ma è un diritto da far valere, a tutti i costi. Costi quel che costi. Questa è l'aberrazione umana che ha "ridotto" la procreazione a un atto di "compravendita", di "locazione".
Che tristezza!
E poveri bambini!
19 novembre 2014 14:43 - erika7826
Attenzione ai commenti facili e fondati sulla non conoscenza dei fatti di causa. Se l'articolo Aduc si riferisce alla sent. n. 24001 della I sez. della Corte di Cassazione dell'11.11.2014 (ci sono già numerosi commenti della pronuncia sul web), una perizia medica espletata in corso di causa ha confermato che NESSUNO dei genitori del bambino era quello biologico, neppure il padre, e la coppia era stata ritenuta due volte inidonea all'adozione dal Tribunale di Brescia.
14 novembre 2014 16:50 - crisman
Ho sempre pensato all'utero in affitto come ad una incubatrice organica che permette a due esseri umani si realizzare un sogno d'amore. Se i tre soggetti che cooperano alla nascita della nuova vita sono coscienti e consapevoli di ció che fanno, perchè deve risultare problematico dare asilo ed aiutare a crescere un bimbo grande un paio di cellule frutto dell'unione di mamma e papà?
Certo, altro frangente se il patrimonio genetico non appartiene interamente alla coppia...
12 novembre 2014 17:07 - Annapaola Laldi
Più che "dura lex sed lex", questa sentenza mi richiama l'altro detto latino: "Summum jus summa iniuria".Che vuol dire che se si applica una legge in modo estremamente rigido si commette una terribile ingiustizia.
Povero bambino e poveri adulti vittime tutti e tre di un vero accanimento giudiziario.
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