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28 ottobre 2015 9:55 - brambilla.net
A completamento di quanto scritto poco fa, la professionalità di un consulente preparato si rivela proprio nello scegliere poi con saggezza i singoli titoli azionari od obbligazionari in grado di minimizzare i rischi nel rispetto della strategia generale esposta,
28 ottobre 2015 9:52 - brambilla.net
Nell’analisi dei mercati finanziari dovrebbero contare solo i numeri ed i fatti, non le parole, le opinioni, le intuizioni.

Per la gestione del rischio è utile ricorrere alla teoria dei “Black Swan”, ovvero la teoria degli eventi che pur avvenendo in modo irregolare e formalmente imprevedibile, nei fatti continuano ad avvenire nel tempo. In tal senso è prevedibile che continuino ad avvenire anche in futuro. Spesso sono eventi che vengono interpretati e spiegati facilmente a posteriori dai commentatori, col senno del poi, con ardite e inaffidabili elucubrazioni poggiate sul nulla.

Ma restano un importante successione di eventi di cui tener conto nel pianificare l’allocazione dei propri investimenti, perché se è impossibile prevedere i mercati (nonostante qualcuno si attribuisca questa dote divinatoria) certamente è prevedibile che qualcosa possa accadere prima o poi.

L’unico elemento di cui si possa tener conto è il dominio della statistica sui mercati: i meccanismi automatici, in funzione non di ipotesi, ma della realtà contingente dei mercati. Il “cigno nero”, l’evento imprevedibile, si presenta sempre e l’insieme dei cigni neri può trasformarsi sui mercati in una serie di “mazzate” regolari, ai danni degli investitori, che possono essere capite e gestite.

Si comportano così anche le catastrofi naturali devastanti come i terremoti, che nessuno può prevedere in termini di tempo e di intensità, ma che tutti noi sappiamo che si ripresenteranno sempre. Tutt’al più potremmo evitare di posizionarci proprio in un’area sismica, così come nei mercati finanziari potremmo per lo meno evitare di investire in iniziative truffaldine o di dubbia credibilità e cercare di ridurre l’esposizione su mercati ad alta volatilità. Questo non vale solo per le borse, ma anche per gli altri mercati come le valute, le commodities, ecc. Né basta ricorrere alle opzioni per limitare il rischio: è ormai notorio che le opzioni convengono solo a chi le vende, non a chi le compra.

Una delle risposte più efficienti a questa problematica è il ”Permanent portfolio” proposto da Harry Browne1, che va ribilanciato in linea di massima ogni 12 mesi. Si tratta banalmente di suddividere l’investimento in modo semplicissimo: 1/4 in liquidità, 1/4 in oro, 1/4 in titoli azionari, 1/4 in bonds a lunga scadenza. E’ un portafoglio statico, senza grandi costi di commissioni, che negli anni ha praticamente sempre battuto il benchmark di fondi, borse, ecc. Non occorre pagare un consulente per vendere e comprare ogni momento le stesse cose, rimettendoci i costi di intermediazione senza alcun risultato apprezzabile.

Già il fatto di avere una strategia, anche semplicissima come questa, permette al risparmiatore di avere un valore aggiunto rispetto al mercato, perché si pone al riparo da azioni inconsulte dovute a timori od euforie momentanee che spesso non aiutano a decidere nel modo migliore. I movimenti dei mercati sono abitualmente il risultato dell’irrazionalità degli investitori , e queste irrazionalità si ripetono regolarmente.

Ottimo l’algoritmo proposto da Francesco Caruso sul suo sito Cicli & Mercati: segue logiche puramente quantitative e non è influenzato da nessun altro fattore.

Con il Composite Momentum, indicatore di analisi tecnica inserito nel paper Francesco Caruso ha vinto il “John Brooks Award IFTA” 2008-2009 come miglior lavoro presentato da un MFTA – Master of Financial and Technical Analysis. Proprio lui è il principale fautore della teoria di Harry Browne. Citiamo dal suo sito:
"L’idea guida è di allocare il Patrimonio mobiliare nelle varie Asset Classes, secondo il principio della diversificazione, al fine di ottenere la convenienza oggettiva, impattando il meno possibile sui costi e mantenendo un elevato grado di liquidabilità. In particolare, per costruire l’asset allocation strategica (benchmark) viene usato un sistema a media varianza (Markovitz) con vincoli di massimo peso per le asset classes utilizzate: una versione semplificata del “Permanent Portfolio” (cosiddetto “Portafoglio Perfetto”) di Harry Browne, che è composto da quattro soli asset (tutti espressi in USD): 25% – Azioni (in un fondo di larga base o in un indice azionario come l’S&P 500) 25% – Buoni del Tesoro Poliennali a lunga scadenza (10-20 anni) 25% – Oro (possibilmente con uno strumento legato al metallo fisico) 25% – Cash (in un Fondo comune di investimento o in titoli del Tesoro a breve termine)."

Questa allocazione – che può facilmente essere replicata in qualsiasi valuta – fornisce una protezione tanto semplice quanto efficace quando l’economia si sposta attraverso i cicli di prosperità, inflazione, deflazione e recessione. Il suo concetto si basa anche sul principio dei vasi comunicanti: quando un investitore esce in tutto o in parte da uno di questi quattro asset, investirà la maggior parte del ricavato in strumenti che direttamente o indirettamente hanno relazione con gli altri tre asset.
28 ottobre 2015 9:50 - brambilla.net
Ho appena pubblicato un articolo "La natura matematica dei mercati finanziari" a questo link
www.assodigitale.it/2015/10/25/la-natura-matematica-dei-merc ati-finanziari/
16 ottobre 2015 14:01 - fabiospark
Dopo aver fatto una buona pianificazione che tenga correttamente conto di tutti i fattori - budgeting, protezioe, previdenza, indebitamento, ecc, si giunge infine alla determinazione delle quote di capitale da poter investire con diversi orizzonti temporali.
Tutte le strutture di private banking utilizzano metodi di scelta basati sulle analisi quantitative condite in varie salse.
Pedone ci dice che era anche lui convinto dell'efficacia di questi metodi ma... da tempo non lo è più, avendo "imparato" che NON è vero che i mercati sono efficienti e, di conseguenza, prevedibili.
Ciò lascia aperta la domanda centrale che viene posta dall'articolo del Dott. Pedone e cioè: "come scelgo su quali assets investire?".
Io credo non ci sia da vergognarsi nello scoprire di non saper rispondere a questa domanda.
16 ottobre 2015 8:47 - federico6198
savpg8801 Cosa posso dirle,tenga i soldi sotto il materasso e giochi costantemetne alla lotteria sperando in una grossa vincita oppure speri in una grossa erdità come fanno in molti .
La richezza non si misura in termini di cifra ma in termini di tempo, il tempo che potrete vivere senxa lavorare mantenendo stabile il tenore di vita : Robert Kijosaky, autore di Padre ricco ,Padre povero.
Spesso le cose elementari sono quelle che diamo più per scontate.
In Fisica anche i concetti elementari hanno un preciso significato che spesso non corrisponde a quello che attribuiamo loro con il senso comune.
Spesso la poca chiarezza su concetti elementari si ripercuote, spesso in maniera inconsapevole, a cascata su altre nozioni più complesse rendendole non complesse ma complicate e quindi di difficile comprensione e assimilazione.
La Fisica è considerata per tradizione una materia difficile.
Questa fama è dovuta certamente alla complessità delle sue teorie, ma anche al modo in cui talvolta è insegnata.

Che la fisica è intrinsecamente difficile, magari più difficile di altre discipline.
Che non serve a niente tranne che a superare gli esami di fisica (o le interrogazioni).
Che serve solo a chi si vuole occupare di problemi tecnici o chi ha la “passione” per certe cose.
Questi sono in gran parte Luoghi Comuni.
Che hanno ovviamente la loro ragione d’essere.
Per quanto diciamo che la fisica si occupa del mondo reale (fisica= natura=mondo fisico) in fondo pochi ci credono e credono che li riguardi.
Eppure la fisica nasce proprio dalle prime osservazioni dell’uomo comune che si guada attorno e si chiede: perché?
15 ottobre 2015 22:25 - savpg8801
Caro Federico6198, non dici nulla di nuovo, anzi d'antico. Queste cosiddette strategie sono su tutti i libri, o fascicoli di divulgazione elementare dimostrativi che si trovano ovunque. Dalle riviste d'informazione alle semplici norme di chi opera in borsa, in fondi comuni, ecc. cioè dalla pubblicità a carattere di finanza d'investimento.
Come si può evincere dalle specifiche tecniche adottabili per un, di poco, superiore alla media risultato, è impossibile che il normale investitore ne possa trarre profitto.
Queste tattiche sono normali per un addetto ai lavori, ma sono anche, se pur le comprende in generale, inattuabili dalla maggior parte dei risparmiatori/investitori.
Con le parole si insegna poco in reale operatività. E' sul campo che si affinano le tecniche, sbagliando e vincendo, talvolta. E anche qui come altrove, necessita avere molte risorse a disposizione , "legge dei grandi numeri". Con pochi quattrini a disposizione non si può guardare ai fondamentali, agli storici, ai cicli, alle diversificazioni, ai rumors, alle individuazioni.
Non si può criticare che la gente stia lontana dall'operatività personale, lasciando ad altri ritenuti più inseriti, la cura dei propri patrimoni.
15 ottobre 2015 18:47 - federico6198
Caro savpg8801,in questo sito viene spiegato come gestire in modo coretto i propri risparmi,che non è un problema di capacità ma di metodo, in modo da evitare gli errori più comuni cercando di gestire al meglio i propri risparmi senza la pretesa di diventare ricchi investendo in borsa, è chiaro che se avessimo tali doti non servirebbe seguire l'informazione offerta da aduc e saremmo tutti ricchi e contenti. Detto questo il metodo che viene applicato è quello dell'analisi ciclica evitando di entrare con i prezzi troppo elevati come stà accadendo ora sia nell'obbligazinario ma anche con l'azionario che continuano a crescere costantemente, sommata ad una corretta pianificazione e l’approccio all’investimento può essere distinto in tre fasi :

1. individuare la tipologia di profilo di rischio per un investitore generico, in base alla quale è costruito il Portafoglio.
2. scegliere la strategia di investimento corretta, in base all’andamento dei mercati;
3. definire i singoli investimenti con il migliore rapporto rischio/rendimento

Fase 1. Individuare la tipologia di profilo di rischio, in base alla quale viene poi costruito il Portafoglio.

È necessario definire i livelli massimi di rischio e gli obiettivi di rendimento coerenti con la tipologia di profilo di rischio scelta per quel determinato Portafoglio.
Per il conseguimento di questo scopo,per la parte obbligazionaria ,utilizziamo semplici titoli di stato ed obbligazioni ,buoni fruttiferi postali ordinari emessi dalla cassa depositi e prestiti dello stato italiano, per la parte azionaria semplici etf che replicano un indice diversificato.
Fase 2. Scegliere la corretta strategia di investimento, in base all’andamento dei mercati;

È determinante una corretta interpretazione delle fasi del ciclo economico (i mercati finanziari) per ottenere ritorni superiori alla media di mercato. Per il conseguimento di questo obiettivo è necessario monitorare i fondamentali del ciclo economico, anticipando le propensioni prevalenti degli investitori.

Fase 3. Definire i singoli investimenti, con il migliore rapporto rischio/rendimento. La ricerca degli investimenti con il miglior rapporto rischio/rendimento è l'elemento conclusivo che consente la massima efficienza complessiva. Questo risultato viene raggiunto applicando rigorosi criteri di scelta -sia qualitativi sia quantitativi- prima dell’inserimento di ciascun investimento nel nostro portafoglio.
15 ottobre 2015 18:37 - lucillafiaccola1796
saggissimo sav8801
grazie per averci fatto capire che i mercati finanziari cosiddetti sono come il gioco del lotto...stabiliscono loro prima quali numeri debbano uscire...loro sio sa chi sono scudorosso contadino e fendiroccia campo di segale
15 ottobre 2015 16:21 - savpg8801
Caro amico federico6198, come pochi sanno districarsi nel mondo finanziario anche meno sanno analizzare coerentemente i livelli di questa cosiddetta disaffezione cognitiva.
E quei pochi che, dopo infiniti approcci riescono a capirci qualcosa(credono) incespicano pur essi.
Difficile curarsi da soli quando le conoscenze della medicina sono di misura cosmica e non è neppure finita qui.
Gli stessi medici, per luminari che siano, spesso non sanno come curarti. Lasciamo a parte quelli che di professionalità hanno solo un diploma conquistato come non si sa. Difficile che il paziente faccia battibecco col medico per dirgli cosa deve fare.
Non è il paradigma giusto asserire che si potrebbe fare a meno di rimetterci centinaia di migliaia di euro o dollari o altro, essendo ignoranti o infingardi, per non essersi istruiti correttamente, del resto cosa impossibile.
Gli stessi "esperti" dopo anni di studi, master, congressi, e notti insonni a studiarsi la performance di qualche prodotto finanziario, non sanno che dirti . Perchè se lo sapessero veramente non avrebbero neppure più necessità di lavorare per gli altri.
Come certa pubblicità che ti fa raddoppiare il capitale in un mese, chi te la propone non è un esperto, ma un farabutto.
15 ottobre 2015 15:14 - federico6198
ed aggiungo la capacità di spesa è legata alla capacità di risparmio, se diminuisce la capacità di risparmio conseguentemente diminuisce la capacità di spesa .
15 ottobre 2015 15:02 - federico6198
Frequentando da tanto tempo questo sito mi sono fatto la seguente opinione sulla massa dei piccoli risparmiatori che non conoscono le basi della finanza :
1) La vita è breve ed il futuro è incerto ,meglio vivere alla giornata con la pancia piena oggi pittosto che interessarsi del proprio benessere finanziario domani.
2) associare l'investimento alla speculazione ed il risparmio al sacrificio.
e come disse nicola Zanella non pianificao adeguatamente :
sono diventati sempre più complessi i bisogni finanziari degli individui. Infatti:
1) si è verificato il necessario passaggio, per la tenuta dei conti pubblici dato l’aumento dell’aspettativa di vita, dai piani pensione a benefici definiti ai piani pensione a contributi definiti. Questi ultimi di fatto hanno spostato la responsabilità di quanto risparmiare e come investire la ricchezza a fini pensionistici ai singoli individui, che godranno per di più in futuro di assegni previdenziali sempre più magri;
2) si è assistito ad un aumento significativo della prosperità, ma anche dell’accesso al credito facile e quindi della possibilità di indebitarsi da parte degli individui, anche e soprattutto giovani.
Inoltre, i prodotti e i servizi finanziari/assicurativi sono diventati più sofisticati e spesso complicati da capire. Infatti:
1) gli strumenti a cui gli individui hanno potenzialmente accesso per investire i loro risparmi e assicurarsi sono cresciuti enormemente di numero, molti sono di recente introduzione e richiedono conoscenze adeguate per un loro utilizzo efficace;
2) si è realizzata una progressiva deregolamentazione dei mercati finanziari;
3) è aumentata notevolmente la massa delle informazioni che gli individui devono raccogliere e processare per poter prendere adeguate decisioni finanziarie.
Ma qual è il livello delle conoscenze finanziarie diffuso tra la popolazione?
Le ricerche accademiche a livello mondiale, tra cui spiccano proprio quelle di Annamaria Lusardi, fotografano una situazione allarmante, nella quale la maggioranza degli individui, dai più giovani agli adulti, ha insufficienti conoscenze (anche di base) per prendere decisioni finanziarie che sono nel loro migliore interesse, sia nel breve che nel lungo termine.
È dimostrato che il livello delle conoscenze finanziarie (financial literacy) è in grado di influenzare il comportamento finanziario degli individui. Infatti, le persone con una bassa cultura finanziaria:
- tendono ad avere maggiori problemi con i debiti, sottostimando il potere del tasso composto nel corso del tempo;
- sono meno propense di altre ad investire sul mercato azionario;
- non scelgono i fondi comuni di investimento dai bassi costi, nemmeno se obbligazionari;
- accumulano meno ricchezza nel corso della loro vita e si indebitano maggiormente;
- non pianificano adeguatamente in vista del momento della pensione.
Sono convinto che anche un’adeguata educazione finanziaria sia in grado di influenzare positivamente il comportamento finanziario presente e futuro degli individui. Maggiori conoscenze finanziarie potrebbero portare benefici per gli individui, per la società e l’economia in generale.
Basti pensare che secondo uno studio australiano, al lavoratore medio la mancanza di conoscenze finanziarie adeguate costa circa 790.000 $ (circa 590.000 € al tasso di cambio attuale)! Non vi sembra una cifra degna di nota? A me sì.
Nonostante questo, le parole di Annamaria Lusardi, non si dimostrano, almeno per ora, sufficientemente «illuminanti», nel senso che la quasi totalità delle persone continua a disinteressarsi di come investire efficacemente i propri risparmi, spesso ottenuti con grande fatica e in un’intera vita. La delega a terzi della gestione del denaro è la norma. Nemmeno un minimo controllo, fattibile con qualche conoscenza in più, è mai preso in considerazione. Perché?
In fondo, quando dobbiamo prendere decisioni in altri campi cerchiamo di raccogliere le maggiori informazioni possibili. Pensiamo banalmente all’acquisto di un’auto nuova.
Come ogni italiano che si rispetti, la scelta dell’auto è un processo che richiede tempo, anche delle settimane, per confrontare le auto delle diverse marche e scegliere la concessionaria più conveniente. Nella maggioranza dei casi, non ci si ferma alla prima concessionaria, né si prende necessariamente per buono quanto riferito dal primo addetto alla vendita che si incontra. Le riviste di auto consultate sono numerose.
Invece, quando si tratta di investire i propri risparmi, per un valore monetario anche molto maggiore di un’utilitaria, questa attenzione svanisce di colpo e ci si affida alle cure dell’amico «esperto» in materia, all’addetto bancario che si conosce da tempo o al primo consulente indipendente di turno.
Succede così che le persone si lamentino e giustamente si spaventino quando vedono il proprio patrimonio calare di diversi punti percentuali (anche decine!), come accaduto drammaticamente a molti in questi ultimi due mesi.
Ma se gli si chiede in che cosa si è investito per subìre tali perdite, la risposta tipica che si rischia di ricevere è «non mi chiedere queste cose, se ne occupa il mio consulente/la mia banca». Dopo una pausa (di sconforto), aggiungono tristemente «forse non troppo bene»
15 ottobre 2015 11:18 - neru
Pedone, sono sostanzialmente d'accordo con la sua analisi, però, però.....una previsione macro non la si può non fare.

Eeconomie che stentano a decollare per assurde politiche recessive - per non dire criminali - in ossequio a una dottrina neoliberista da cui è discesa la bufala dei mercati efficienti;

mercati borsistici che a parte qualche correzione continuano a salire - nonostante economie al palo quando non in piena recessione - per l'enorme liquidità iniettata dalle principali banche centrali in favore di un sistema bancario al collasso e sostanzialmente fallito (vedi,una per tutte,Deutsche Bank);

beh, a meno che non cambino le politiche economiche di 360° e alla svelta - eventualità che personalmente ritengo remota - possiamo prevedere tempi diversi, un anno, forse due, ma che stia montando una BOLLA FINANZIARIA GIGANTESCA ritengo non ci voglia un Eistein per prevederla. E questo a futura memoria.
Cordiali saluti.
15 ottobre 2015 9:19 - savpg8801
A me tutta l'informazione giornalistica e dei commentatori, siano essi in forum televisivi o giornalistici, sia relativamente ai commenti degli inviati in zona borsa o intervistati estemporaneamente, fanno piangere.
Le informazioni che danno sono (a parte la tendenziosità che prevale a seconda dell'implicazione più o meno politica o interessata delle emittenti) spesso fuorvianti e pure mendaci.
Un esempio: a proposito del famigerato spread, che ha tenuto banco negli ultimi anni quale unico termometro della febbre finanziaria e della "fiducia" nelle proprie ed altrui nazioni, che viene citato in maniera catastrofica circa gli aumenti, ma molto più in sordina circa le diminuzioni e, peggio, quando il relatore afferma e informa che lo stato paga sul decennale interessi "TOT" dando l'impressione, a chi non conosce la materia e sono la quasi totalità, che su tutti i titoli della specie sia quello il saggio cedolare pagato in toto. Non è così. Le comunicazioni riguardano solo le partite uscite in fix dall'asta di quel giorno. Ma ogni altra voce del debito pubblico, ha ben altra quotazione sia di saggio che di rendimento. Ogni titolo a tasso fisso, ha e mantiene la sua cedola. Altro discorso è sui rendimenti che tengono conto del prezzo di mercato che è variabile.
Altra fuorviante informazione è la pretesa capacità di dare sempre una causa specifica forzata alle quotazioni singole o agli indici generali. ...aspettando W.S., la Grecia, la Spagna, la Cina, la nave ribaltata, il discorso di Draghi, la fiducia dei consumatori americani, il PIL, l'indice di produzione del comparto mutande, ed ogni altra notizia del giorno che non c'entra niente, ma che viene presa come pretesto per sentenziare cause di orsi o tori.
E si parla di scientifiche previsioni dei mercati e loro analisi!
15 ottobre 2015 7:43 - giuseppeA207
buongiorno a tutti. si, la teoria è una cosa, e la pratica è un'altra. quello che è prevedibile, monitorando uno o due titoli sostanzialmente stabili, è quando per motivi di mercato perde un 4-5% in un giorno, è quasi automatico che in un paio di sedute riprende, come l'indice di borsa (se oggi fa -4% domani farà +3-4%). Abbastanza frequentemente. Quello che mi fa sorridere sono i commenti e le giustificazioni dei giornali: "oggi la borsa è crollata perchè..........." e quando il giorno dopo riprende completamente, tutti zitti.
14 ottobre 2015 20:15 - savpg8801
Bahhhh...hanno scoperto l'acqua calda.
E questo se i mercati fossero puliti.
La prevedibilità invece esiste. Ma è una prerogativa della speculazione; quella vera genuina, grande, altamente criminogena e non facilmente esercitabile da tutti i milioni di "tecnici" analisti o presunti tali.Come cercare di analizzare le continue mutazioni di un bacillo prevedendo come, dove e quando colpirà endemicamente. Le scienze inter ed extrapolative sono ormai un bel sogno.
14 ottobre 2015 18:31 - lucillafiaccola1796
si, con la palla di vetro della Si Billla Cu Mana !
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