"Stringiamoci un pò"
"facciamo un passo indietro"
"lasciamo un pò di spazio"
"rinunciamo a qualcosa"
Questa è diventata la parola d'ordine di noi oggi.
Intanto gli altri:
"allarghiamoci un pò"
"avanziamo di un passo"
"prendiamoci un pò di spazio"
"insistiamo per qualcosa"
Sarà una lenta inesorabile metamorfosi. Volenti o nolenti,
se continuiamo di questo passo, quando le proporzioni si
saranno invertite, quei valori che oggi ci stanno tanto a
cuore saranno anche cancellati dagli scritti sulla carta
2 dicembre 2015 16:40 - donato4099
Premesso che conosco personalmente Marco Parma, il Preside
di Rozzano, da oltre 30 anni e posso assicurare chiunque
sulla sua disponibilità e apertura verso gli altri,
tutti.
Non ha fatto altro, come sempre, di rispettare il
regolamento della scuola, dove nessuno è ammesso al di
fuori del personale preposto.
Né per cantare, né per ballare, né per dipingere
qualsiasi cosa, sacra o profana che sia, punto.
Tutto il resto è la paranoia di certa stampa a cui l'ordine
dei giornalisti sta concedendo troppo corda, con il
risultato di infangare una persona seria e onesta,
rispettoso del suo e dell'altrui ruolo.
firmato Rocco Spinelli
2 dicembre 2015 15:31 - ograndotto
Non sono solo i "loro" valori, bensì anche quelli di
milioni di italiani. Ancora tesi laicistiche arroganti che
pretenderebbero una divisione dicotomica dell'agire umano:
quella legata agli aspetti religiosi - che deve restare
ghettizzata - e quella del viceré civile. L'uomo è essere
"unitario" ed i valori cristiani sono stati per secoli la
culla - soprattutto in Europa - dalla quale si sono
sviluppati valori come la solidarietà, la cultura, le
iniziative sociali anche in campo sanitario, ecc. Stop alla
deriva laicista che vorrebbe azzerare 20 secoli di civiltà
dell'autentica umanità!
2 dicembre 2015 8:48 - pat1948
Vi lamentate di alcune cose, a me però sembra che siete i
primi a caderci: Dio non è né di Renzi né di Salvini!
2 dicembre 2015 7:28 - Tycho
Cantare "tu scendi dalle stelle" non è certo indottrinare i
bambini. Che lo si voglia ammettere o meno, l'Italia ha una
traduzione cattolica che si propaga fuori dalle chiese:
architettura, feste, tradizioni. È quindi parte integrante
della nostra cultura e dei nostri valori, anche sociali. Per
secoli è stato così, ma chissà per quale motivo in questo
periodo molti li trovano scomodi, o addirittura se ne
vergognano. Ma questi sono, indipendentemente dal fatto che
uno poi li coltivi in privato come credo religioso o meno.
Per confrontarsi alla pari con un'identità nuova per noi
rappresentata dalle idee portate dalla massiccia
immigrazione, dobbiamo avere salda la nostra, di identità.
1 dicembre 2015 9:55 - Fabry69
a me sembra che abbia solo, e giustamente, difeso la mensa.