Già... neologismi o virtuosismi? Ormai la lingua italiana
tra congiuntivi(ma che roba è?) nomi collettivi, pronomi,
articoli, vicino casa vari, e petalose(qualcuno spieghi
esattamente, please) varie, ognuno lascia la propria
impronta.
Quella che sparisce e quella che resta.
Oggi al giornale radio rai l'annunciatrice(del resto bravina
rispetto ad altri che parlano a scatti, con accenti
meridionali incomprensibili dal sapore turcomanno(bellissimi
nelle gags), o dagli infiniti"cambiamo decisamente
argomento" o "voltiamo drasticamente pagina" o gli orrendi
"assolutamente si o no") parlava di un non so quale
organismo di beni culturali dicendo : ..lui (bada ben, bada
ben) ripeto:" lui " ha fatto...ecc.ecc. LUI come di una
persona! E questo è ormai comune dovunque. Esso, essa,
questo, codesto, quello....non esistono più?
Purtroppo l'imbarbarimento "sudista" ha lasciato il segno e
chissà dove ci porterà. Anche i doppiaggi o gli "attori"
italici masticano parole quasi incomprensibili, sussurri
infiniti, e, ormai, quasi accettabili " io speriamo che me
la cavo" .
15 marzo 2016 19:27 - lucillafiaccola1796
insaputellati
meraviglioso neologismo da accademia della crusca
altro che petalosa... io avevo capito cosa diversa dal
petalo...
14 marzo 2016 11:02 - savpg8801
Già dicevo il mio piccolo parere a proposito dell'olio :
^^12 marzo 2016 18:25 - savpg8801
Ma chi è il consumatore? Uno due o trentamilioni?
Meglio dire, se proprio interessa, "i consumatori" popolo
variegato di pareri eterogenei, di pancia e di testa, di
amore e d'odio, di soldi da spendere e di soldi da
risparmiare, di fidelizzazione ai bollini e di acquisti
basta che si mangi, di malati psicopatici di perfetto
nutrizionismo, e di normali acquirenti come una volta non
pilotati da pubblicità o da convinti passaparola, di
perfetti chimici e tecnici organolettici capaci di decifrare
le balle che si leggono in etichetta o quelli che pensano
che un prodotto debba essere buono o accettabile per legge
senza fargli l'analisi chimica e lessicale ogni volta; da
convinti ingiostrati dalle politiche comunitarie ove è
buono solo il prodotto dei singoli paesi di appartenenza,
oppure dai creduloni insaputellati seguitori dei programmi
culinari televisivi che spopolano e catturano gente per i
ristoranti con incredibili arzigogoli alimentari, o anche da
improbabili assaggiatori che se gli bendi gli occhi non
riconoscono un olio da un aceto (il sottoscritto ha fatto
prove simili con alcuni prodotti e nessuno ci ha
azzeccato)?
Ed ancora un popolo di consumatori magari "consapevoli" (di
chè?) equi (come?), solidali (ma con chi?- con gli
affaristi?) o invasati dalla pubblicità del biologico
(costosissimo e che è risaputo vanno a prendere i prodotti
ai magazzini generali come tutti), o legati ancora al
principio di chi, non capendo una mazza, dichiara che è
buono perchè costa di più (anche da divulgazioni
interessate del mass-media e politici) o perchè ha
l'etichetta attraente (studi internazionali dimostrano
questo). O perchè ci si trincera che se un olio ha un po'
più di acidi grassi (0,8 extrav. o 1-2 verg. o oliva) è
nocivo? Peraltro risoluzioni recenti comunitarie hanno
vietato di valorizzare i propri olii con tali
enunciazioni(cioè valorizzando una scarsa acidità, magari
a caratteri maggiorati, per vendere di più) per attirare,
senza reale veridicità, la credulità dei consumatori
almeno per i "guardoni con la lente". Ma questa infima
quantità non è nociva ed inoltre, se rapportata all'esigua
quantità consumata giornalmente, rispetto ad altre derrate
ben più acidificanti, stiamo assistendo ad argomentazioni
assurde.
Benissimo, facciamo scegliere "democraticamente" con
gazebate o tavolini a un qualche migliaio di invasati le
sorti delle nostre vicende agro-alimentari e così salviamo
il principio di libera scelta e di libero arbitrio.
Diecimila dichiaranti, ventimilioni di pareri. Ma mai scelte
giuste e logiche.^^
E direi che le considerazioni già fatte da altri
riconducono allo stesso quadro.
Il Popolo non è unico come la parola collettiva singolare
lascia intendere, ma composto da unicità quasi
irripetibili, come le impronte digitali o le espressioni
visive iridee.
Da qui si deduce, anzi si è sicuri, che la democrazia, in
tutte le sue sfumature altro non è che un risultato
compromissorio pilotato. Si deve vincere o perdere la
partita con i numeri, come ai dadi.
Anzichè rivedere il tutto utilizzando i più bravi, i più
corretti, i più onesti, si vanno sempre a cercare i più
arrivisti, i più insulsi, i più cialtroni solo per aver
racimolato numeri, consensi, crocette.
Cominciamo forse finalmente a capire che tutta questa
battaglia per le etichette con perdita di tempo e di danaro
altro non è che un modo, in qualche modo, per parare il
deretano a qualcuno?
14 marzo 2016 7:39 - momus
Donvito lei ha ragione, ma sono gli stessi profili dei
cittadini quando vanno a votare
12 marzo 2016 18:38 - lucillafiaccola1796
io faccio la spesa in tre posti: il sabato al mercato
rionale e in due "discounts" Todis ed Ins, che hanno
prodotti biologici e vegani. Buonissimi hamburgers,
cotolette, bastoncini,wursterls, di soia e seitan che hanno
il sapore dei cadaveri ma non lo sono. Tofu, seitan,yogurth
soia con frutta, cioccolato 85%, mandorle, goji, noci,
polline...ecc
Ins ha anche qualche prodotto di marca...io prendo l'acqua
tonica schweppes per fare il mohjito. Ins ha anche verdure e
frutti sempre freschissime. E mandorle, goji, noci, legumi,
forse un poco più cari che al mercato rionale. Ma tanto
tenere i soldi in banca... te li fottono, è meglio
spenderli per mangiare bene, senza cadaveri, a parte quelli
che sono costretta a prendere per i miei Figli Gatti, sti'
magnacadaveri...per ora...