COMMENTI
  (Da 1 a 5 di 5)  
16 marzo 2016 9:34 - savpg8801
Già... neologismi o virtuosismi? Ormai la lingua italiana tra congiuntivi(ma che roba è?) nomi collettivi, pronomi, articoli, vicino casa vari, e petalose(qualcuno spieghi esattamente, please) varie, ognuno lascia la propria impronta.
Quella che sparisce e quella che resta.
Oggi al giornale radio rai l'annunciatrice(del resto bravina rispetto ad altri che parlano a scatti, con accenti meridionali incomprensibili dal sapore turcomanno(bellissimi nelle gags), o dagli infiniti"cambiamo decisamente argomento" o "voltiamo drasticamente pagina" o gli orrendi "assolutamente si o no") parlava di un non so quale organismo di beni culturali dicendo : ..lui (bada ben, bada ben) ripeto:" lui " ha fatto...ecc.ecc. LUI come di una persona! E questo è ormai comune dovunque. Esso, essa, questo, codesto, quello....non esistono più?
Purtroppo l'imbarbarimento "sudista" ha lasciato il segno e chissà dove ci porterà. Anche i doppiaggi o gli "attori" italici masticano parole quasi incomprensibili, sussurri infiniti, e, ormai, quasi accettabili " io speriamo che me la cavo" .
15 marzo 2016 19:27 - lucillafiaccola1796
insaputellati
meraviglioso neologismo da accademia della crusca
altro che petalosa... io avevo capito cosa diversa dal petalo...
14 marzo 2016 11:02 - savpg8801
Già dicevo il mio piccolo parere a proposito dell'olio :
^^12 marzo 2016 18:25 - savpg8801
Ma chi è il consumatore? Uno due o trentamilioni?
Meglio dire, se proprio interessa, "i consumatori" popolo variegato di pareri eterogenei, di pancia e di testa, di amore e d'odio, di soldi da spendere e di soldi da risparmiare, di fidelizzazione ai bollini e di acquisti basta che si mangi, di malati psicopatici di perfetto nutrizionismo, e di normali acquirenti come una volta non pilotati da pubblicità o da convinti passaparola, di perfetti chimici e tecnici organolettici capaci di decifrare le balle che si leggono in etichetta o quelli che pensano che un prodotto debba essere buono o accettabile per legge senza fargli l'analisi chimica e lessicale ogni volta; da convinti ingiostrati dalle politiche comunitarie ove è buono solo il prodotto dei singoli paesi di appartenenza, oppure dai creduloni insaputellati seguitori dei programmi culinari televisivi che spopolano e catturano gente per i ristoranti con incredibili arzigogoli alimentari, o anche da improbabili assaggiatori che se gli bendi gli occhi non riconoscono un olio da un aceto (il sottoscritto ha fatto prove simili con alcuni prodotti e nessuno ci ha azzeccato)?
Ed ancora un popolo di consumatori magari "consapevoli" (di chè?) equi (come?), solidali (ma con chi?- con gli affaristi?) o invasati dalla pubblicità del biologico (costosissimo e che è risaputo vanno a prendere i prodotti ai magazzini generali come tutti), o legati ancora al principio di chi, non capendo una mazza, dichiara che è buono perchè costa di più (anche da divulgazioni interessate del mass-media e politici) o perchè ha l'etichetta attraente (studi internazionali dimostrano questo). O perchè ci si trincera che se un olio ha un po' più di acidi grassi (0,8 extrav. o 1-2 verg. o oliva) è nocivo? Peraltro risoluzioni recenti comunitarie hanno vietato di valorizzare i propri olii con tali enunciazioni(cioè valorizzando una scarsa acidità, magari a caratteri maggiorati, per vendere di più) per attirare, senza reale veridicità, la credulità dei consumatori almeno per i "guardoni con la lente". Ma questa infima quantità non è nociva ed inoltre, se rapportata all'esigua quantità consumata giornalmente, rispetto ad altre derrate ben più acidificanti, stiamo assistendo ad argomentazioni assurde.
Benissimo, facciamo scegliere "democraticamente" con gazebate o tavolini a un qualche migliaio di invasati le sorti delle nostre vicende agro-alimentari e così salviamo il principio di libera scelta e di libero arbitrio. Diecimila dichiaranti, ventimilioni di pareri. Ma mai scelte giuste e logiche.^^
E direi che le considerazioni già fatte da altri riconducono allo stesso quadro.
Il Popolo non è unico come la parola collettiva singolare lascia intendere, ma composto da unicità quasi irripetibili, come le impronte digitali o le espressioni visive iridee.
Da qui si deduce, anzi si è sicuri, che la democrazia, in tutte le sue sfumature altro non è che un risultato compromissorio pilotato. Si deve vincere o perdere la partita con i numeri, come ai dadi.
Anzichè rivedere il tutto utilizzando i più bravi, i più corretti, i più onesti, si vanno sempre a cercare i più arrivisti, i più insulsi, i più cialtroni solo per aver racimolato numeri, consensi, crocette.
Cominciamo forse finalmente a capire che tutta questa battaglia per le etichette con perdita di tempo e di danaro altro non è che un modo, in qualche modo, per parare il deretano a qualcuno?
14 marzo 2016 7:39 - momus
Donvito lei ha ragione, ma sono gli stessi profili dei cittadini quando vanno a votare
12 marzo 2016 18:38 - lucillafiaccola1796
io faccio la spesa in tre posti: il sabato al mercato rionale e in due "discounts" Todis ed Ins, che hanno prodotti biologici e vegani. Buonissimi hamburgers, cotolette, bastoncini,wursterls, di soia e seitan che hanno il sapore dei cadaveri ma non lo sono. Tofu, seitan,yogurth soia con frutta, cioccolato 85%, mandorle, goji, noci, polline...ecc
Ins ha anche qualche prodotto di marca...io prendo l'acqua tonica schweppes per fare il mohjito. Ins ha anche verdure e frutti sempre freschissime. E mandorle, goji, noci, legumi, forse un poco più cari che al mercato rionale. Ma tanto tenere i soldi in banca... te li fottono, è meglio spenderli per mangiare bene, senza cadaveri, a parte quelli che sono costretta a prendere per i miei Figli Gatti, sti' magnacadaveri...per ora...
  COMMENTI
  (Da 1 a 5 di 5)