il patrimonio dello Stato, che siamo Noi, è un pezzo che
l'hanno svenduto, anzi regalato! E Noi qui tutti zitti a
farci introdurre il cetriolo spinoso nel foro del lato B!
Tutti "buonisti", "il mondo va così" "che ci puoi fare" "se
t'arrabbi ti senti male" Grattandomi le OO che non ho, per
scaramanzia, ribadisco che i vigliacchi che non prendono
posizione dalla parte del "Giusto" ed imitando i loro
pladroni cercano di tenerti "buono" vanno kazziati come
krumiri, perhcé non difendendo il Bene, fanno
automaticamente il male!
In fin dei conti sono questi "buonisti" i nostri veri
nemici...la massa di tdc!
14 luglio 2016 10:07 - federico6198
Stanno svendendo ilpatrimonio dello stato alle banche :
Sono partite ieri lunedì 11 luglio (con termine il 21
luglio) le manovre di atterraggio per la quotazione di Enav,
la società nazionale per l’assistenza al volo che si
occupa del controllo del traffico aereo ed è detenuta al
100% dal Ministero del Tesoro.
Un unicum nel panorama borsistico poiché si è visto di
quotare di tutto, ma mai una società che regola il traffico
dei voli aerei. In Francia DSNA (leader in Europa) o in
Svizzera SkyGuide restano saldamente sotto il controllo
statale senza imbarcare azionisti privati a bordo.
L’Italia invece gioca la carta della privatizzazione
perché “ce lo chiede l’Europa” e deve cercare di
rispettare il ruolino di marcia che prevede di raggiungere
nel 2016 l’obiettivo di privatizzazioni pari allo 0,5% del
Pil. Un target che il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan
vuole rispettare costi quel che costi con la cessione ora
del 49% di Enav e poi in autunno di un’altra quota di
Poste Italiane visto che la prevista quotazione di Ferrovie
delle Stato è andata fuori binario.
E così ora tocca alla società per la quale lavorano gli
“uomini radar”, i controllori del traffico aereo e che
ha visto in questi anni i vertici succedersi dopo diversi
scandali con l’ingresso anche della magistratura di casa
in Enav con indagini per corruzioni, appalti sospetti,
sovrafatturazioni per la creazione di fondi neri e pure
naturalmente “parentopoli” con l’assunzione di figli
di dirigenti.
Ci si riprova e lo scorso anno in ENAV è arrivata Roberta
Neri nel ruolo di amministratore delegato che vanta nel suo
curriculum diverse poltrone (fra cui un posto nel cda di
Acea) e un’interessante presenza dal 2006 al 2009 nel
Cda di Publiacqua, la società che si occupa del ciclo
integrato dell’acqua a Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo.
Firenze, l’ombelico del mondo.
Ma ha un senso questa operazione per lo Stato italiano? Si
tratta in fin dei conti di servizi in totale regime di
monopolio e legati alla sicurezza dei trasporti, un asset
strategico. Non c’è il rischio che si faccia un regalo
alle banche d’affari che curano il collocamento e agli
investitori istituzionali che saliranno a bordo e si svenda
un bene pubblico? E proprio quando lo stesso Stato italiano
sembra prepararsi a mettere soldi nelle banche private che
rischiano di saltare.
enav800
La domanda è legittima e se la stanno facendo un po’
increduli molti analisti finanziari e osservatori che
faticano a comprendere la ratio dell’ennesima
privatizzazione all’italiana per incassare, se andrà
bene, meno di 900 milioni di euro. Enav è addirittura una
delle rare società in Italia soggette al controllo della
Corte dei Conti su cui l’organo dello Stato deputato alla
Vigilanza dei conti pubblici ha espresso in questi anni
giudizi positivi, risultando fra “i service provider più
efficienti in Europa sia in campo operativo che in campo
economico”.
“Enav è una società con un business fortemente regolato,
stabile, con una buona generazione di cassa che può
garantire cospicui dividendi. E che probabilmente ha forti
margini di miglioramento. Dal punto di vista del venditore
è difficile comprenderne la logica – osserva Emanuele
Oggioni, gestore azionario basato in Svizzera – Se Enav
fosse stata in mano a un azionista privato o a un private
equity, l’avrebbero portata in Borsa con molto più debito
e avrebbero prelevato in modo massiccio le riserve con
l’assegnazione di un maxi dividendo invece che spartire
quasi 400 milioni di riserva con i soci di minoranza.
Evidentemente vale il detto ‘pochi, maledetti e subito’
e quei soldi il Tesoro deve averli promessi di raggranellare
costi quel che costi”.
Qualche numero per capire. Enav ha fatturato nel 2015 circa
859 milioni di euro e ha chiuso l’esercizio con un utile
netto di 66 milioni di euro. Nei 3 ultimi esercizi Enav ha
pagato circa 38 milioni di euro all’anno di dividendi e
questo valore subirà un forte incremento nei prossimi anni
poiché è stato già deliberato che si attingerà alle
riserve. Nell’ultimo cda dell’8 giugno si è infatti
deciso di proporre la distribuzione di un dividendo per
l’anno corrente di 95 milioni di euro e per gli anni
successivi la politica resterà generosa e non inferiore
all’80% del flusso di cassa normalizzato, gli utili più
gli ammortamenti esclusi gli investimenti.
Per collocare Enav in Borsa gli gnomi che curano il
collocamento sono arrivati (con sconti e mega sconti per
tenere conto della fase più difficile dei mercati dopo la
Brexit) a un intervallo di valutazione compreso tra un
minimo di 1.571 milioni di euro ed un massimo di 1.896
milioni di euro ovvero una forchetta di prezzo fra 2,9 e 3,5
euro per azione.
Un prezzo da saldi estivi se si considera che in via
ordinaria questa società può già garantire un dividendo
del 3% annuo che con il dividendo maggiorato quasi
raddoppierà nei prossimi esercizi. Utili che lo Stato
poteva distribuire ma che ha preferito invece mettere a
riserva per poi spartire con gli azionisti privati per
incentivarli a salire a bordo.
“Un dividendo del 5-6% annuo è un ritorno molto attraente
nell’era degli interessi negativi ed ed è un buon riparo
per i capitali dei nostri clienti che cercano un
investimento di alta qualità nel medio periodo”
sintetizza un money manager su GlobalCapital.com, un sito
frequentato dagli investitori istituzionali di tutto il
mondo.
enav
“Con queste cifre si tratta di un vero e proprio flop con
danni incalcolabili per gli stessi equilibri aziendali
considerando che a malapena queste risorse potrebbero
coprire l’assurda politica di dividendi decisa lo scorso
giugno” ha spiegato il deputato pentastellato Paolo Romano
che ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti. Anche
perché, con la quotazione di Enav, le casse dello Stato
dovranno anche rinunciare alla metà dei dividendi che il
gestore del trasporto aereo civile distribuirà nei prossimi
anni attingendo a un bacino di riserve da 400 milioni.
Diversi gestori per questi motivi sono interessati al
collocamento e anche i piccoli risparmiatori possono provare
a sottoscrivere tramite la propria banca le azioni ma sono
sfavoriti dato che si è preferito riservare agli
investitori istituzionali il 90% dell’offerta.
E’ Rothschild Global Advisory l’advisor finanziario del
Ministero dell’Economia e delle Finanze mentre
intervengono Barclays Bank, Credit Suisse e Mediobanca
quali coordinatori dell’Offerta Globale di Vendita insieme
a Banca IMI, J.P. Morgan PLC e Unicredit come joint
bookrunner.
Anche i dipendenti dell’Enav possono partecipare al
collocamento e sono loro considerati dagli analisti il punto
più grande di forza (per la grande preparazione) ma anche
di potenziale debolezza delle società. Possono infatti
mandare nel caos la società (e far scendere i ricavi) in
occasione degli scioperi che secondo le principali compagnie
aeree europee vedono proprio l’Italia nella lista dei
Paesi dalle relazioni sindacali più conflittuali. E il 31
dicembre 2016 è in scadenza il rinnovo del contratto
nazionale del Trasporto Aereo e i sindacati da mesi sono
già sul piede di guerra su welfare, reddito e
contrattazione nazionale. Il 71% dei dipendenti di ENAV
risulta iscritto alle principali organizzazioni sindacali
che sono circa una decina di sigle.
E con la quotazione in Borsa di Enav qualcuno del settore
preconizza che questo fronte diventerà ancora più
caldo.
@soldiexpert
Questa è la versione integrale dell’analisi condotta per
“Il Fatto Quotidiano” del 12/7/2016 dall’Ufficio Studi
di SoldiExpert SCF e Salvatore Gaziano
13 luglio 2016 22:30 - federico6198
Sono dei massoni piduisti tratto da disinformazione.it :
La data di fondazione della loggia massonica Propaganda Due
si perde nel tempo, come spesso accade per simili
consorterie. E' noto, comunque, che era un antico sodalizio
che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi,
fin da quando, nel secolo scorso, la massoneria, aveva avuto
un ruolo centrale nelle vicende italiane. Dopo la seconda
guerra mondiale era stata riorganizzata anche la loggia P2,
con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni
più in vista o che dovevano restare "coperti". Nel Dicembre
1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta
l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il
quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia
massonica e lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli
e Gamberini affidano a Gelli un non meglio precisato
incarico speciale nella loggia. Nel 1971 Gelli diviene
segretario organizzativo e ha il totale controllo della
loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti,
soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra
questi il generale Allavena che porterà in dote le copie
dei fascicoli delle schedature del SIFAR. Nel '69 capi
massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali
dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di
predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile
ad un governo comunista. Nel 1972 il nuovo segretario
organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento
Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza
evitando qualsiasi tipo di controllo. Nel 1973 la loggia
segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. Alla Gran
Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un
conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di
abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo,
Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo. Lino
Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi,
nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere
concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò
ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando
Gelli al grado di maestro venerabile. La loggia P2
valicherà presto i confini nazionali e conterà affiliati
in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo,
ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita
politica, economica e finanziaria di tali paesi. In
Argentina, per esempio favorirà il golpe militare, per poi
perorare la causa del ritorno di Peron, così come
risulterà implicata nello scoppio del conflitto delle isole
Malvinas. La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay,
Brasile, Venezuela, negli Stati Uniti, in diversi paesi
europei e non ultima in Romania, dove Gelli avrà importanti
rapporti con il regime "socialista" di Ceausescu, nonostante
l'anticomunismo viscerale di tutti gli aderenti alla P2.
Evidentemente a Ceausescu non era rimasto niente di
comunista e Gelli lo sapeva. Analizzare gli intrighi, la
partecipazione a tentativi di colpo di stato o a colpi di
stato riusciti, a stragi, attentati, omicidi, depistamenti,
operazioni finanziarie sporche e' praticamente impossibile.
Basti pensare che dopo il ritrovamento di una parte dei
documenti relativi alle attività della loggia ad Arezzo il
17 Marzo 1981 e di altri a Montevideo in Uruguay e' stata
costituita una commissione parlamentare di inchiesta
presieduta da Tina Anselmi, i cui atti sono raccolti in 76
volumi di dimensioni consistenti e che la documentazione
raccolta occupa diverse scaffalature anch'esse di dimensioni
consistenti. Semplicemente ci limiteremo a dare un parziale
elenco delle vicende in cui la P2 e' implicata. Anche
l'elenco degli iscritti che forniamo e' parziale, purtroppo
però è l'unico conosciuto, si calcola comunque che gli
iscritti alla loggia fossero 2500/3000 e non 963 come
risulta dalle liste sequestrate ad Arezzo.
Il 10 Dicembre 1981 il Parlamento ha ufficialmente sciolto
la P2. Si tratta però solo di un atto formale, in realtà
Gelli, nonostante i molti anni di carcere a cui e' stato
condannato, e' ancora a piede libero e ha a disposizione
un'enorme patrimonio per continuare a tessere i suoi
intrighi. Il "piano di rinascita democratica" sequestrato a
Maria Grazia Gelli nel Luglio 1982, che rappresenta la
"carta programmatica per l'Italia" della P2, e' divenuto il
programma di Silvio Berlusconi, in gran parte attuato. Ma
ciò che più preoccupa e' che non può essere un semplice
decreto a sciogliere un simile agglomerato di "veri
criminali". Finché esisteranno enormi gruppi finanziari,
potentati economici, multinazionali che dominano i popoli,
continueranno ad esistere cosche mafiose e massoniche come
la P2. Del resto, come anche attraverso questo lavoro
abbiamo cercato di spiegare la P2 travalica i confini
nazionali anche formalmente, Gelli nella Primavera del 1975
ha fondato a Montecarlo l'OMPAM che nessuno si sogna di
sciogliere. L'unica cosa che ci rimane da fare e' combattere
simili accozzaglie di moderni fascisti con ogni mezzo
necessario.
12 luglio 2016 19:20 - lucillafiaccola1796
ce li dobbiamo tenere questi brutti ceffi perché qui ognuno
pensa solo alle cazzate con cui distraggono la "plebe" e Noi
che invece abbiamo Consapevolezza restiamo doppiamente presi
nel LATO B. La Nostra Unione farebbe la Nostra
Forza...intanto però possiamo ABBAIARE e MOSTRARE I
CANINI!!!!Facimm almeno a' faccia feroce!
12 luglio 2016 8:08 - federico6198
Per non parlare del presidente della consob :
Giuseppe Vegas (Milano, 16 giugno 1951) è un politico ed
economista italiano, già esponente di Forza Italia e del
Popolo della Libertà. È dal 2010 Presidente della
Commissione Nazionale per le Società e la Borsa
(Consob)[1].
Biografia
Laureato in giurisprudenza[1], giornalista pubblicista, è
stato direttore scientifico della Fondazione Einaudi di Roma
e direttore responsabile di Einaudi Notizie, newsletter
della fondazione. Ha lavorato nel campo della pubblica
amministrazione dal 1975. Dal 1978 è stato consigliere
parlamentare del Senato della Repubblica e, allo stesso
tempo, segretario della Commissione bilancio.
Nel 1995 viene nominato sottosegretario alle Finanze e,
successivamente, al Tesoro nel Governo Dini. Alle successive
elezioni del '96, è eletto senatore nel collegio di Novara
per la coalizione del Polo per le Libertà. In questa
legislatura è membro della Commissione Bilancio, della
Commissione Bicamerale per le riforme costituzionali e della
Giunta per il Regolamento. È anche vicepresidente del
gruppo parlamentare di Forza Italia.
È stato delegato dal suo partito al congresso del Partito
Popolare Europeo di Berlino del gennaio 2001. Rieletto al
Senato alle politiche del 2001 sempre nel Collegio
uninominale di Novara. Nominato sottosegretario e
successivamente Vice Ministro dell'Economia e delle Finanze
dei governi della Casa delle Libertà nel quinquennio
2001-2006.
Alle elezioni politiche del 2006 viene rieletto senatore per
la terza volta per la lista di Forza Italia in Piemonte. È
membro della Commissione Bilancio e della Commissione per le
Politiche dell'Unione europea. Ricopre anche l'incarico di
vice capogruppo di Forza Italia al Senato.
Alle elezioni politiche del 2008 è rieletto in Parlamento
(questa volta alla Camera) per il PDL e nominato
sottosegretario e successivamente vice ministro
dell'Economia e delle Finanze nel quarto Governo
Berlusconi.
Il 18 novembre 2010 è stato designato dal Consiglio dei
ministri alla carica di presidente della Consob (art. 1,
comma 3, l. 216/74)[1]. Ha continuato a partecipare ai
lavori della Camera dei deputati, compreso il voto di
sfiducia al governo Berlusconi del 14 dicembre 2010, poiché
le sue dimissioni sono state calendarizzate dopo i voti
sulle mozioni di sfiducia..... siamo veramente in buone mani
!
11 luglio 2016 22:20 - alessandro1413
Daccordissimo, ma ragionando più terra-terra direi che
finché avremo a che fare con gente che prima è a capo di
un governo, poi a capo della Commissione Europea, e
contemporaneamente consulente della più grossa banca
mondiale o peggio ancora gente che il percorso lo fa al
contrario (vedi quei prodi che salirono sui monti per
affrontare i draghi e raccogliere ciampignon) di cosa stiamo
a parlare?
11 luglio 2016 19:44 - lucillafiaccola1796
per me quelli da salvaguardare sono i risparmi dei conti
correnti, superiori o inferiori che siano ai 100 mila euro.
Ma chi ci può ancora cadere ad investire in "là-droni"?
Quindi prima di tutto bisogna beccare chi si è inventato la
fondazione MPS e tutte le altre "fondazioni"...poi
@ chiudere le borse
@ chiudere i macelli
@ chiudere le chiese
@ chiudere le sinagoghe
@ chiudere le moschee
e già avremmo risolto al 50%
Otherwise: Humans of goog willing will fire bankitalia and
deutche bank
Ve lo scrivo in anglocazzone così non si capisce! Come
fanno i giornaleckisti gatekeeper$ e debunker$