Non credo che dietro la querela del sindaco di Amatrice ci sia il sogno di una società integralista e carceraria; solo, ne sono certa, un risentimento legittimo per un dileggio ingiustificato (perché non provocato) del proprio dolore, delle proprie ferite sanguinanti che forse non si rimargineranno mai.
Tuttavia, io non concordo con la querela, per due motivi. In primo luogo fa rimanere viva l'attenzione della gente e dei mezzi di comunicazione su della gente idiota e presuntuosa, com'è quella di "Charlie Hebdo". Secondo me meglio è seppellirli nel silenzio, che è forse la cosa che più gli sta sul gozzo.
In secondo luogo, non trovo giusto che ci si muova "contro" solo quando ci sentiamo offesi noi direttamente. Basta fare una passeggiatina su Internet sulle tracce di questa rivista per rendersi conto di come per essa non ci sia niente che sia degno di umana pietà. Per me ne consegue che, volendo condannare la dissacrazione dell'umanità operata costantemente da questa rivista, bisogna tallonarla non una volta, perché hanno ferito me, ma ogni volta che feriscono chicchessia. Ma anche qui, si farebbe il suo gioco, le si darebbe pubblicità gratuita, mentre, torno a ripeterlo, merita solo un silenzio tombale, nel senso metaforico del termine, che però ha un effetto veramente eccezionale. Speriamo che lo imparino anche i terroristi, siano musulmani o no.
Intanto noi italiani, teniamoci stretto "Il Vernacoliere", a volte alquanto becero, sì, ma, mi sembra, mai completamente stupido e spietato con i poveri diavoli.