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19 ottobre 2016 17:20 - savpg8801
Grazie. eli61, per la favorevole condivisione di idee. Ovviamente non tutte, credo.
La materia è talmente variegata e, per di più, associata a talmente tanti fattori di tipo umano, educazionale, speculativo, tecnico, ambientale, psicologico, politico, di disponibilità, di non abbienza, di localizzazione, che trovare la ricetta unica è impossibile, anche se si mette a mezzo l'Unione, o il mondo intero.
Ho dimostrato che non sono le caratteristiche peculiari del cibo in se stesso tipo bontà, qualità(se buona o cattiva da specificare), costo, apparenza, pubblicità più o meno favorente, o caratteristiche relative alla variegazione di chi lo compra, se dispone di danaro o no, se dispone di danaro e lo tiene in valore o lo svilisce(superiormente di fronte ad altri come tanti fanno) o se non ne dispone affatto ma si vuole "premiare" acquistando prodotti marchiati con simbolo di qualità "superiore"(magari solo di attribuzione commerciale o pubblicitaria) o di moda, a fare la differenza risolvente.
Difficile stabilire a priori che si possa diminuire o annullare, anche per pochi numeri, lo spreco con l'aumento (che dovrebbe essere talmente consistente e non di unità percentuali e tale da non permettere proprio o quasi l'acquisto-cioè per forza di cose)) dei costi delle derrate perchè sarebbe una coercizione forzosa nei confronti della maggior parte della popolazione più virtuosa, come te.E non lasciando da parte il trambusto politico, economico, finanziario, commerciale che ne deriverebbe. Non è buona regola punire (e del resto sarebbe da sperimentare che avvenga veramente) tutti a causa di alcuni.
Per quanto trattisi di salario "limitato" per tre/quarti della società italiana direi che, anche qui, necessitano dei distinguo. C'è chi gli introiti sa bene gestirli e non sprecarli anche in cose non-cibo e c'è chi spende e spande senza criterio per assecondare le proprie voglie e perseguire i propri piaceri, chiamando in causa altri, Stato compreso, per le proprie diseducate pretese.
Tuttavia i comportamenti singoli virtuosi sono sicuramente il minore fattore risolutivo. Il resto è ben a monte.
19 ottobre 2016 10:17 - eli61
Sono d'accordo con savpg8801, è un'analisi giustissima.
L'aggravante di questa situazione, secondo me, è il cibo che costa troppo poco: se spendi di più per un prodotto di qualità farai in modo di non mandarlo sprecato. Di questi tempi, con lo stipendio/salario limitato che si ritrova più di tre quarti di società italiana, acquistando la giusta quantità di cibo - perché alla cassa poi te ne accorgi - farai anche in tempo a consumarlo invece di buttarlo nella spazzatura. Personalmente, non getto via nulla, giusto un limone ammuffito di tanto in tanto, ma di rado.....
17 ottobre 2016 10:28 - savpg8801
Fra le poche informazioni vere, in questo articolo, ce ne sono tante utopistiche.
Educare, che significa? Informare e poi tutto va come vuole, o educare reprimendo?
Nelle case di oggi, dove si fanno ogni sei mesi regole per il risparmio energetico spendendo tantissimo di più per nulla, si ha comunque il dito per accendere, ma non quello per spegnere. Inutile ogni tentativo di educare. Così per ilcibo o altre cose. Le etichette hanno contribuito a far gettare via un sacco di derrate alimentari (e altro).
Avete dei bimbi piccoli da far mangiare? Ebbene, i nonni di un tempo sapevano che la regola era: o mangiar questa minestra o saltar quella finestra.
Non usa più così- Il bambino è merce preziosa; la rarità è valore. Quindi si prepara di tutto per far mangiare i pargoli che sono di gusti variabili e difficilissimi da accontentare. Perciò una gran parte del preparato va gettata via.
E non ci puoi far niente perchè i genitori di adesso hanno la stessa preparazione e convinzione di chi li ha "liberati" e non li puoi neppure riprendere o rampognare perchè fanno quel che gli pare, sono adulti e liberi.
Altro aspetto di questa storia che viene vista solo da un punto di critica, è economico strutturale.
Appurato che nella distribuzione si propone di tutto e di più per accontentare i liberi gusti, le possibilità del piacere ad ogni costo, le malattie di nutrizionismo che propongono esotismi di ogni genere, la cultura cibaria ristorantistica e televisiva, che poi viene ripetuta da schiere di cuochi, cuocarine, chef, brutti ceffi che arzigogolano e producono"opere d'arte" in piatti di alta culinaria, e anche a casa (e non solo ogni tanto) ognuno si cimenta per apparire e sentirsi psicologicamente re dei fornelli, quindi chiunque può effettivamente capire che lo spreco è di moda e d'obbligo allo scopo di apparire "i nobili dei grandi pranzi" di antico retaggio.
Altro, ma non sicuramente ultimo, è il seguente problema economico.
Gli andazzi moderni di liberismo ricco, hanno promosso una produzione generale di prodotti di base, ma di varianti di ogni tipo. Un esempio: migliaia di marche e di tipi di yogurth, formaggi di milioni di varianti, paste, pastine, merendine, succhi, carni, salumi, pani, farine, e tutto ciò che ne consegue in produzioni complementari. Polpette di ogni tipo, confezioni per single, prodotti in buste e da forno, acque, bevande e salumi di ogni tipo oltre a frutta e verdura, spesso fuori stagione che regolarmente verrà buttata; tutti possono fare il loro elenco di roba uguale o simile che non avrà vendita e quindi destino discarica.
Allora, chi ha prodotto tutto ciò? Imprese, fabbriche, personale, operai, trasporti, commercio, e ogni branchia di addetti e di indotto, se per ipotesi si favorissero le nuove regole per evitare gli sprechi, tutti questi elementi non avrebbero più lavoro, almeno in parte. Quindi fallimenti, disoccupazione, aiuti di stato, ecc. . Una fetta di Popolo ne avrebbe depressione e si innescherebbe altra crisi. E qui c'è da dire parecchio già che le crisi ormai sono di normalità.
Dunque, se psicologicamente e praticamente lo spreco fa parte di una faccia della medaglia, bisogna anche considerare la realtà che, se favorisse l'eliminazione dello spreco, toglierebbe, appunto, nell'altra faccia della medaglia, ogni validità di questo princìpio.
16 ottobre 2016 20:12 - lucillafiaccola1796
è ce i pezze ti krumiri guardano le pubblicità, comprano a debito le derrate di merdel ce propagandano, poi non gli piace la cacca e la buttano...io li farei stare a digiuno per un bel po' così forse imparerebbero...
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