COMMENTI
  (Da 1 a 4 di 4)  
16 marzo 2017 16:32 - federico6198
lucillafiaccola1796 : bel commento complimenti tutto vero parole sante.
15 marzo 2017 21:08 - savpg8801
Bell'articolino che hai trovato, Lucy. Che condivido...e te pareva!Da sempre denuncio la deriva della finanza; deriva pilotata dalla speculazione. Che qui si cita parecchie volte. Per forza, perchè la liberistica finanza ha soppiantato la libera impresa di altro tipo in ogni settore. Commerciale, cooperativo, industriale, bancario, assicurativo, ecc. Utili se ne fanno più manovrando finanza che gestioni caratteristiche delle aziende. Già ai miei tempi si critocava una direzione e una amministrazione bancaria che sempre più, per fare un profitto e un bel bilancio, che non veniva ormai più dalle operazioni di credito e servizi, manovrava titoli, e prodotti di finanza(pochi in verità) ma comunque non previsti dagli statuti se non in misura minimale e non massiccia.
La Banca d'Italia ha posto dei paletti alle operazioni di finanza delle cooperative(tipo utilizzo dei prestiti sociali) per fare speculazione, alcuni anche mascherati, ma che in tante realtà superano addirittura i criteri di coerenza statutaria e caratteristica del, appunto, scopo di statuto. Se una cooperativa di consumo fa più utili manovrando finanza al posto di utilizzare le vendite di beni o servizi, non persegue lo scopo aziendale con cui è stata creata, quindi è in dolo.
14 marzo 2017 19:25 - lucillafiaccola1796
http://www.controinformazione.info/finanzcapitalismo-schiavi -del-debito/
Una delle trasformazioni più inumane del sistema capitalistico industriale, fondato originariamente sull’industria manifatturiera e più in generale di produzione, è quella in capitalismo finanziario, in cui il potere è concentrato in pochi grandi istituti di credito.
Le banche hanno cessato il loro ruolo di supporto e di credito allo sviluppo, preferendo investire in prodotti finanziari dai quali viene generato altro capitale, in un sistema autoreferenziale in cui i profitti nascono dalla speculazione, senza passare attraverso il lavoro e la produzione. Il sistema capitalistico ha spostato l’asse dall’economia reale a quella finanziaria e, ancora peggio, alla speculazione che ne deriva, tanto da essere stato ribattezzato “finanzcapitalismo” o “capitalismo ultrafinanziario”. In esso la ricchezza non passa attraverso la produzione di beni o servizi, né è previsto un piano di redistribuzione tra lavoratori e consumatori, ma solo l’accentramento nelle mani di pochi, pochissimi. Da sempre strumento di supporto dell’economia capitalistica, con l’avvento del neoliberismo la finanza si è tramutata da servitore a padrone dell’economia mondiale, fagocitandola e riproducendosi a ritmi vertiginosi. A partire dal 1980 l’ammontare degli attivi generati dal sistema finanziario ha superato il valore del Pil dell’intero pianeta. Da allora la corsa della finanza al profitto è diventata così veloce da quintuplicare per massa di attivo l’economia reale nel giro di un trentennio. Sotto la presidenza Bill Clinton, sono state introdotte due pietre miliari per completare la deregolamentazione del sistema finanziario neoliberista. Con l’abolizione del Glass-Steagall-Act, introdotto da Roosevelt l’anno successivo alla crisi del ’29, è stata eliminata la separazione tra banche d’affari e d’investimenti, che così hanno riconquistato concentrazioni di potere economico. In contemporanea, l’organizzazione mondiale per il commercio (WTO) ha dato il via libera alla compravendita di prodotti fuori Borsa con la cancellazione delle precedenti norme, considerate restrittive, sul controllo dei derivati. Ogni giorno nascono nuove tipologie di derivati sempre più sofisticati e complessi, che possono essere scambiati “over the counter”, ossia fuori dalle Borse. Essendo titoli “transitori” non rispondono all’obbligo di essere registrati nel bilancio bancario e sfuggono alle normative del settore. Sfruttando le falle del sistema, da esso stesso generate, i grandi gruppi finanziari hanno creato una miriade di società indipendenti cui trasferiscono fuori bilancio grossi capitali, che in tal modo divengono invisibili. Tali strumenti hanno le stesse caratteristiche della moneta: sono rivendibili più volte, facilmente monetizzabili e scambiabili senza detenere il possesso del loro sottostante. Così i derivati, messi in circolazione in enormi quantitativi dalle banche, sono divenuti una nuova forma di moneta circolante, che sfugge alle analisi e rende problematici ed inefficaci gli interventi di politica monetaria. E’ il mondo della finanza ombra, quel vasto mercato parallelo, nato tra le trame del sistema bancario internazionale, che ha reso mastodontica e fuori controllo la mole dei prodotti finanziari circolanti. Una grossa fetta di questi prodotti finanziari ha per sottostante forme di debito, come ad esempio le ipoteche sulla casa. Con un meccanismo perverso, in cui il denaro viene creato attraverso il debito, si realizza una forma di speculazione assoluta che niente ha a che vedere con la creazione di valore, ma piuttosto con la sua distruzione.
E’ EVIDENTE CHE UN SISTEMA ECONOMICO BASATO SULLA SPECULAZIONE SGANCIATA DALLA PRODUZIONE E FONDATA SUL DEBITO, SIA PUBBLICO CHE PRIVATO, SIA INSOSTENIBILE.
Il paradosso del finanzcapitalismo è che trova nel caos e nella povertà il suo humus ideale, poiché proprio la speculazione sui debiti e sulle sofferenze ne è la linfa vitale [NDR MPS !] . Il suo funzionamento è regolato da meccanismi complessi, artificiosi, che si basano sull’applicazione DI MODELLI DELLA FISICA E DELLA CIBERNETICA: NULLA DI PIÙ LONTANO DALL’ECONOMIA REALE!
I MAGGIORI RESPONSABILI dell’affermarsi di questo sistema distorto e criminale sono i POLITICI, venuti meno al loro compito di tutelare le fasce deboli e di assicurare il benessere sociale. L’INTERO SISTEMA SOCIO-ECONOMICO LIBERISTA È ORMAI CONCEPITO PER SERVIRE LA FINANZA.
14 marzo 2017 16:45 - giorgio canella
Alessandro, io credo che il punto sia anche un altro: mi trovo in linea con le tue considerazioni, tuttavia io credo che le batoste che i consumatori hanno preso siano dovute anche al fatto che raramente (se non mai) si fanno controlli sulle risposte che risultano nei questionari ...chiaramente il consumatore è responsabile di avere messo la sua firma senza leggere il contenuto del documento, però .....è come per il codice della strada, non basta che esista . Ciao
  COMMENTI
  (Da 1 a 4 di 4)