1) Nel 91, il carico di una nave cisterna parte dalla
Turchia come olio di nocciola e arriva nel porto di
Barletta, in Puglia, come olio d'oliva. 2 Sono
duecentoventi tonnellate di olio extra comunitario rivendute
come olio d'oliva italiano. 3 Nel 91, l'oleificio
pugliese Riolio riceve pure 10 mila tonnellate di olio di
nocciola dalla Turchia e di olio di girasole
dall'Argentina. Tutte vendute come olio d'oliva
italiano. 4 Domenico Ribatti, proprietario di Riolio, grazie
ai proventi di questi commerci, acquista diverse proprietà
immobiliari. 5 Riolio, ormai uno dei maggiori importatori
italiani di olio, entra in Assitol, associazione italiana
dell'industria olearia. 6 Il biglietto da visita di
cui Ribatti si serve per corrompere un funzionario del
Ministero delle Finanze, "un amico pugliese." 7 La
Guardia di Finanza scopre conti intestati a Domenico Ribatti
in alcune banche svizzere. 8 Ai Caraibi invece, scopre
diverse società fantasma che il faccendiere pugliese
utilizza per acquistare l'olio. 9 Ad Amsterdam in
Olanda, rintraccia nuovi carichi di olio di nocciola in
attesa di raggiungere la Riolio e altri oleifici. 10 Da
ultimo, la Guardia di Finanza individua i destinatari
dell'olio contraffatto, alcuni dei maggiori produttori
in Italia: Nestlé, Unilever, Bertolli, e Oleifici Fasanesi.
Che rivendono l'olio della Riolio come normale olio
d'oliva italiano. 11 E riscuotono 12 milioni di dollari
in sussidi per l'industria dell'olio d'oliva
("Siamo anche noi vittime di Ribatti", si
difendono i produttori, la cui complicità non è stata
provata). 12 Risultato? La Comunità Europea taglia
progressivamente i sussidi a sostegno del settore. 13 Nel 97
e 98 l'olio d'oliva è il prodotto più adulterato
dell'Unione Europea. 14 I profitti sono paragonabili a
quelli provenienti dal traffico di cocaina. Con meno rischi
però. 15 Tutt'ora le frodi sono un problema
internazionale. 16 L'olio d'oliva è
sorprendentemente facile da falsificare. 17 In quale paese
del mondo le contraffazioni sono più frequenti?
L'Italia, che è allo stesso tempo maggior esportatore,
consumatore e importatore di olio del mondo, buffo no? 18 In
Spagna però si produce di più. Molto olio viene spedito in
Italia per il confezionamento. Così è possibile rivenderlo
legalmente come olio italiano. 19 Quello di semi importato
dai paesi extra comunitari finisce per danneggiare i piccoli
produttori. 20 Poco sostenuti dal governo italiano che
privilegia i produttori di quantità. 21 Che non pensa a un
piano nazionale per la produzione dell'olio. 22 Che
impiega metodi bizantini nella distribuzione dei sussidi. 23
Che non riesce a potenziare leggi e regolamenti contro le
frodi. 24 Che è così negligente nel perseguirle da
sembrare complice. 25 Nel 2000, la Corte Europea puntualizza
che per 15 anni, l'Italia ha distribuito sussidi a
capocchia. Nell87% dei casi. 26 E che non tutti i fondi
disponibili sono stati utilizzati. 27 Pare che alcuni
produttori siano immuni da ispezioni. 28 Grossi produttori
con forti legami politici. 29. Nel 2005 i Nas dei
Carabinieri confiscano centinaia di migliaia di litri di
olio d'oliva contraffatto, per un valore di 6 milioni di
euro. 30 In realtà è un composto di olio di soia e olio di
colza colorato con clorofilla industriale e aromatizzato con
beta-carotene. 31 Confezionato come olio extra vergine
d'oliva in bottiglie dalle etichette ammiccanti (la
bandiera italiana, il Vesuvio) con nomi bucolici tipo: La
Fattoria, L'Antica Macina. 32 In Italia non si fanno
test d'assaggio prima che l'olio venga messo in
vendita 33 Eppure, test d'assaggio ben eseguiti scoprono
facilmente anche le truffe più creative. 34 Otto delle nove
commissioni pubbliche d'assaggio — le sole autorizzate
a esprimere opinioni legalmente rilevanti sulla qualità
dell'olio — sono riconducibili ad agenzie governative.
L'altra, attiva a Firenze, ha visto ridotte le sue
funzioni dopo aver dichiarato nel 2004 che l'olio extra
vergine di Carapelli, Bertolli, Rubino, e altri celebri
marchi italiani, era di fatto vergine o lampante
(sottocategorie dell'olio extra vergine). 35 Un decreto
legge proposto dal ministro dell'Agricoltura Paolo De
Castro, conosciuto come il decreto del Made in Italy, chiede
ai produttori di olio vergine e extra vergine di dichiarare
in etichetta il paese di provenienza dell'olio.
"Non passerà", pensano molti osservatori,
"contraddice lo spirito dell'Unione Europea."
36 Nell'Aprile di quest'anno gli accertamenti
disposti da De Castro scoprono le infrazioni di 205
produttori, dalla contraffazione alla falsa etichettatura.
37 Difficile che alle violazioni corrispondano multe o pene
più gravi a causa dei tempi lunghi della giustizia
italiana. 38 Ricordate Domenico Ribatti, il proprietario
dell'oleificio Riolio? Prima di dimettersi da Assitol
(associazione italiana industria olearia) ha detto: "Se
me ne vado io devono andarsene tutti". 39 Leonardo
Colavita, presidente di Assitol pensa che Ribatti sia stato
un gentleman. "Se avesse fatto i nomi un sacco di gente
sarebbe in galera". 40 Nel 96, Leonardo Marseglia,
proprietario di un oleificio di Monopoli che oggi si chiama
Casa Olearia Italiana, viene accusato di avere importato
olio d'oliva tunisino e di averlo identificato come
prodotto europeo. 41 Di aver evaso le tasse
sull'importazione di merci non europee. 42 Di aver
ricevuto illegalmente sussidi dalla Comunità Europea. 43 Di
avere rivenduto l'olio tunisino come olio d'oliva
italiano. 44 Nel 2004, i reati di Marseglia vengono
prescritti. 45 Marseglia pensa che il 90% dell'olio
venduto in Italia come extra vergine d'oliva sia tutto
fuorché extra vergine. 46 E pure che l'olio a 40, 50
euro al chilo sia per pochi idioti. 47 Da Gennaio Marseglia
è di nuovo indagato. Accuse: importazione illegale dalla
Turchia e dalla Tunisia di 17 mila tonnellate di olio
d'oliva. 48 Evasione (22 milioni di euro). 49
Costituzione di una società fantasma, AgriAmerica, per
evadere le imposte doganali sull'esportazione di merci
negli Stati Uniti. 50 Dove l'olio è stato venduto come
italiano. 51 Ma gli investigatori ritengono difficile la
condanna di Marseglia, "Ha protezioni ai più alti
livelli, da destra a sinistra dello spettro politico.