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18 agosto 2005 0:00 - paolo
Simpaticamente lieve:ha rievocato profumi assopiti e corse nei campi, la voce di mia madre e una giovinezza che non c'è più.
18 agosto 2005 0:00 - Lucio Musto
Si, conosco "Forrest Gump" e ricordo l'atmosfera e le emozioni del momento che Lei mi cita. Ok, concetto recepito e risposta esauriente. Grazie.

Aggiungerò solo, per Sua consolazione, che questo è uno dei miei film preferiti, che rivedo qualche volta per trovarvi nuovi spunti di riflessione. Immancabilmente ne trovo infatti tra il volteggiare iniziale della bianca piuma... ed il suo volteggiare nell'ultima scena.

PS anche il Suo scritto (non piccolo) era chiaro; sono io un pò malizioso per natura: mi scusi.
17 agosto 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Nessuna bocciatura, ma solo l'impossibilità di leggere il Suo intervento du "Madri..." con la necessaria calma, che ancora non ho.
Per quanto riguarda il tufazzolo, no, non c'è nessuna cosa dietro, come non c'è mai dietro a nessun'altra cosa. E' tutto lì. Il punto più importante è proprio quello del ricordo, dell'evocazione che le mie camicie spiegazzate, quando me ne accorgo, o mi viene fatto notare, fanno di un altro tempo e di un'altra età, e la faccia smarrita di mia madre. Gliel'assicuro era un poema. E' questo che per me conta. La faccenda della moda sdrucinata è lì solo perché, appunto, se è moda quella, perché non il "tufazzolo". Siamo sempre pronti a seguire le mode (materiali, intellettuali, o spirituali che siano), ma non possiamo farne noi, di nostre? Basta, in fondo, camminare a testa alta, e, se qualcuno fa una critica, riderci su e comunque proseguire sulla nostra strada. Ora mi viene in mente: ha visto "Forrest Gamp"? Quando comincia a correre attraverso gli USA? Lì il concetto è forse più chiaro che nel mio piccolo scritto. Grazie dell'attenzione e delle Sue chiose. Per "Madri", abbia pazienza ancora un po'.
17 agosto 2005 0:00 - Lucio Musto
Frizzante e godibile come d’abitudine, il Suo articolo di ferragosto, mi sembra “essere col trucco”.

Si direbbe infatti, a prima vista, che Lei voglia questa volta mettere nell’orecchio dei Suoi lettori ben più di una “pulce”!... forse un’echidna, un istrice, uno squamoso pangolino… o qualche altro strano animale pungente ed intrigante; certamente grosso. Si, ma quale?

Certo non è pensabile che Lei ci inviti alla critica sulla volubilità delle mode o sull’assoluto concetto di bello che filtrato dai cristalli colorati delle nostre anime assume forme affatto diverse e talora contraddittorie… né ci spinge all’analisi di logiche di mercato fin troppo analizzate che guardino ai perché e i percome il capitale impone stili di comportamento e scelte estetiche o presunte funzionali. Per discutere di queste cose seriamente infatti non bastano davvero un sito internet e dei pensatori dilettanti come noi, Lei lo sa e non vuole gratuitamente umiliarci.

No, dietro il suo articolo c’è ben altro che un camicione spiegazzato, o meglio attufizzolato o l’impeccabile giacchetta; ma per me almeno, il “ben altro” questa volta l’ha camuffato troppo bene e da solo non ci arrivo.
Che ne direbbe di “un aiutino” come si usa adesso?

Grazie

PS E su "Madri..." mi ha bocciato?
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