Il 16 aprile scorso la Regione Puglia ha deliberato il contenuto che devono avere i badges che guide e accompagnatori turistici dovranno esibire nell'esercizio delle loro attività. Certamente l'esibizione del badge ha innanzitutto la funzione di consentire al consumatore di poter agevolmente individuare il professionista di riferimento, ma ha anche la funzione di combattere l'abusivismo. E infatti, dopo decenni di inerzia la Regione ha provveduto a regolamentare la professione attraverso un sistema di accreditamento in elenchi tenuti da ogni provincia, i quali assicureranno agli utenti la qualità del servizio reso. Francamente però ci sembra eccessivo che detti professionisti debbano indicare sul proprio badge oltre che la foto, il nome ed il cognome, anche il luogo e la data di nascita. Insomma, se da un lato vi sono esigenze di certezza sulla qualità del servizio reso ai consumatori, dall'altro lato va tutelato il diritto alla privacy di ciascun cittadino; diritto garantito peraltro dalla legge, la quale, infatti, giustifica il suo sacrificio secondo criteri di necessità. E' di tutta evidenza che l'indicazione di quei dati espone fortemente i loro titolari ai rischi più vari senza che ciò sia necessario e che esistono soluzioni un meno "invasive" della privacy in grado contemperare agevolmente entrambi gli interessi. Su richiesta di alcune guide dalla provincia di Lecce abbiamo "sollecitato" una "correzione" di tale provvedimento mediante una diffida alla Regione e alla Provincia di Lecce (che sarà tenuta a dare esecuzione al provvedimento), nonchè mediante una segnalazione all'Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
Attendiamo fiduciosi che la "svista" possa essere al più presto corretta, tanto più che la stagione turistica è già iniziata, altrimenti dovremo proseguire nella nostra azione per la tutela dei diritti lesi (per ora lesi solo potenzialmente, visto che i tesserini della provincia di Lecce non ci risultano ancora realizzati).

* legale, responsabile Aduc Cavallino/Lecce