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Alitalia. Le aspettative surreali dei ministri. Vendere subito senza aspettare
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Comunicato di Vincenzo Donvito
22 maggio 2017 14:01
 
 Incredibile, ma vero. Alitalia agonizzante, mantenuta in piedi ancora coi soldi pubblici, in attesa di un compratore kamikaze, e ben due ministri manifestano le proprie aspettative, come se stessero vendendo un oggetto di valore. I ministri sono Graziano Del Rio (Infrastrutture) e Carlo Calenda (Sviluppo Economico). Il “surrealismo” dei nostri ministri e’ sulla esternata aspettativa che, nelle operazioni economiche di salvataggio, sia superato/eliminato il limite del 49% alla proprieta’ di compagnie aeree europee da parte di aziende extra-Ue, limite che superato, a differenza di come e’ previsto oggi, dovrebbe continuare a far considerare comunque europea una compagnia. Iniziativa lodevole dal punto di vista dei diritti di passeggeri che, in questo modo, sarebbero ancora soggetti alle buone norme europee di tutela. Iniziativa che ha, pero’, il forte sentore di protezionismo.
Ma la questione Alitalia pur se e’ apparentemente complessa, in realta’ semplice. Di una semplicita’ che dovrebbe eliminare ogni aspettativa e “surrealismo”. La cosa da fare -e con urgenza- e’ liberarsene il prima possibile. A qualunque prezzo. Perche’ piu’ ce la teniamo e piu’ e’ pericolosa e, come ampiamente dimostrato in questi anni di foraggiamento con capitali pubblici, al suo interno non c’e’ nessuna possibilita’ di rinnovarla e renderla al passo coi tempi. Ecco, quindi, che le aspettative dei nostri ministri diventano surreali: sperare che la Commissione europea proponga una modifica del genere in tempo utile prima che il disastro peggiori, e che poi la proposta venga approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, e’ per l’appunto surreale. I tempi per liberarsi della bomba ad orologeria Alitalia non collimano. E ritardare il timer di questa bomba in attesa delle decisioni Ue, non puo’ fare altro che danno. Basta solo ricordarsi che ogni giorno che l’Alitalia continua ad essere come tale, sono milioni e milioni che vanno via dalla tasche del contribuente italiano. Quindi: basta con la politica, che’ la questione e’ solo di cassa, cioe’ vendere e liberarsene il piu’ presto possibile.
 
 
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