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Giustizia. Il diritto a non rispondere
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Comunicato di Primo Mastrantoni
30 novembre 2016 12:08
 
 "Mi appello al quinto emendamento". E' una frase che abbiamo sentito nei film americani (USA) durante un processo. Cosa prevede il quinto emendamento alla Costituzione americana? Che nessuno potra' essere obbligato, in qualsiasi causa penale, a deporre contro se medesimo. Questo diritto e' presente anche nel nostro ordinamento giuridico: un indagato, o imputato, ha il diritto di non rispondere alle richieste del magistrato. 
Il caso e' venuto alla attenzione dei media, per la vicenda che ha riguardato alcuni esponenti del MoVimento5stelle che si sono rifiutati di rispondere al pubblico ministero, che indagava sulle firme apposte alle liste elettorali per la presentazione alle elezioni comunali di Palermo del 2012.
Sull'argomento, Marco Travaglio, direttore de il FattoQuotidiano, scrive "Ora, la facolta' di non rispondere e' un diritto riconosciuto dalla legge agli indagati. Ma non tutto cio' che la legge consente ai privati cittadini e' opportuno per i politici, specie di un movimento che sbandiera trasparenza e diversita'". 
Tutto cio' ricorda la diversita' e la moralita' rivendicata da alcuni esponenti politici nel passato. Come e' andata a finire ognuno sa.
Sull'argomento non siamo d'accordo con Travaglio: prima c'e' il diritto poi l'opportunita', perche' quest'ultima puo' essere piegata alle circostanze, al tempo, alle situazioni, ecc. Ognuno potra' trovare giustificazioni al proprio operato invocando "l'opportunita' ". Il diritto e' altra cosa.
 
 
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