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L'irriverente. Data astrale 2015. Divorzio e Parlamento italiano: lungo, normale o ristretto?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 novembre 2014 16:12
 
 Siamo alle porte della data astrale 2015 e il Parlamento italiano si sta accapigliando (“fibrillazione nella maggioranza”, e' la precisa espressione political correct) sulla riforma del divorzio. Il Partito Democratico (Pd), in commissione Giustizia del Senato, ha fatto approvare un emendamento che modifica quanto gia' approvato in precedenza dalla Camera, facendo saltare il periodo di separazione legale che intercorre prima del divorzio, con l'eccezione delle coppie con figli minori, o disabili gravi, o con figli minori di 26 anni ed economicamente non autosufficienti.
Una “riforma” che, irriverentemente, abbiamo valutato come negativa, perche' non riusciamo a comprendere le eccezioni per non poter subito divorziare, se non con la voglia di far ancora guadagnare gli avvocati/matrimonialisti.
Ora c'e' la bagarre parlamentare. C'e' chi, contrario e grosso modo favorevole allo status-quo, minaccia di dimettersi (Maurizio Sacconi, capogruppo Nuovo Centro Destra-Ncd); alcuni ex-referendari divorzisti degli anni 70 del secolo scorso (Gaetano Quagliarello ed Eugenia Roccella, sempre Ncd) che colgono l'occasione per trasformare la questione solo come di “raccordo della maggioranza”, “E' urgente nella maggioranza un chiarimento nel merito e nel metodo”, “e' stato messo in atto un nuovo blitz sul tema del divorzio facile, modello Las Vegas"; altri promettono ferro e fuoco quando tutto tornera' alla Camera (Paola Binetti, Unione di Centro – Udc): “sara' battaglia contro il divorzio breve se l'aula del Senato lo approvera': a Montecitorio non passera'"; e altri -”fini istituzionalisti” come Carlo Giovanardi,Ncd- che parlano di guazzabuglio normativo licenziato dalla Commissione.
Crediamo che la questione non finira' qui, anche perche' non sarebbe la prima volta che alla “ragion di partito e di maggioranza” siano piegati anche i piu' elementari diritti di base... ed e' di questo che stiamo parlando col divorzio.
Ci dobbiamo quindi rassegnare a mantenere le attuali norme, oppure (ipotesi molto peregrina visto che le bagarre sono fatte -e mantenute- proprio perche' nulla cambi) che figli maggiorenni bamboccioni 18/26enni impediscano ai genitori di divorziare?
Mah! Speriamo che qualcuno pensi e metta in atto un referendum popolare che cancelli il cancellabile, lasciando solo il diritto a divorziare quando lo si ritiene opportuno, tutelando -senza impedire/procrastinare la scelta del vincolo- chi lo deve essere.
Ah, dimenticavo, pero'. In Italia i referendum abrogativi non funzionano e sono impossibili.... ma questo e' un altro discorso?
 
 
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