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L'irriverente. Telecom Italia, oligopolio e diritti degli utenti
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Comunicato di Vincenzo Donvito
9 ottobre 2015 12:19
 
  Dopo le cause miliardarie intentate dai principali concorrenti (in particolare Vodafone e Fastweb), l'ad di Telecom Italia, Marco Patuano, lancia la proposta di una "pax regolatoria" e di un accordo "a entrambi i livelli", che cioè "fissi le regole per il futuro" e risolva anche le questioni pendenti in tribunale (1).
“Pax regolatoria”, “Fissi le regole per il futuro”….. che vogliono dire? Non gli bastano o non gli vanno bene le leggi che gia' ci sono, leggi che esigono il rispetto dei contratti con gli utenti, di quelli coi concorrenti (visto che la rete fissa e' ancora appannaggio dell'ex-monopolista Sip/TelecomItalia); il rispetto delle direttive dell'Agcom (Autorita' Comunicazioni) e Agcm (Antitrust)?
Noi siamo attenti al mercato delle tlc, soprattutto alle sue diffuse anomalie e violazioni delle norme. Anomalie e violazioni che sono specchio del nostro finto libero mercato. Con la principale rete di comunicazione telefonica, costruita quando c'era il regime di monopolio, in mano al leader di mercato che affitta ai suoi concorrenti…. roba da medioevo delle comunicazioni. Situazione per la quale si fa finta di dibattere da anni… ma, per l'appunto, si fa finta.
Ed ora ecco che Telecom, invece di chiedere il rispetto delle leggi e operare per la fine definitiva del suo monopolio (che se vuole essere un'azienda proiettata al futuro, non puo' essere altrimenti), si fa avanti per accordi che significano sostanzialmente la cristallizzazione dell'attuale situazione, con la sua posizione dominante di mercato, e con l'aggiunta di un po' di prebende ai concorrenti, cosi' si calmano, si adattano e “non rompano” piu' di tanto.
Nel linguaggio e nella pratica commerciale capitalista, a nostro avviso, questo si chiama tentativo di instaurare un oligopolio. Come se gia' non ci bastasse l'altro oligopolio di fatto esistente, tra tutti gli operatori nel gestire il mercato dell'utenza come fosse di sudditi. Vedremo cosa ne pensera' l'Antitrust, che allertiamo con preoccupazione.

(1) agenzia stampa Ansa del 09/10/2015 
 
 
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