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Mobilita' privata. Biciclette versus veicoli a motore? Cambiamento culturale ancora molto lontano
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 maggio 2015 14:50
 
 I dati di Confindustria fanno sapere che si fabbricano e si vendono piu' biciclette. Anche se, ovviamente, i dati sono ancora molto lontani rispetto a quelli del mercato dei veicoli a motore, ci si dovrebbe rallegrare del fatto che il mezzo di trasporto piu' ecologico in assoluto, stia prendendo piede. Ma, per l'appunto, ci si dovrebbe… perche' non riusciamo a percepirlo in questo senso. Sara' perche' lo scrivente e' ciclista urbano convinto ed esclusivo, e quindi avvezzo alle sofferenze di questa mobilita': soprattutto piste e parcheggi col lumicino, con relativa demagogia a go-go degli amministratori locali che propongono miracoli che quasi sempre rimangono nelle promesse elettorali o dei raduni specifici (*).
Per capire che e' una mentalita' e un business che devono essere cambiati, valga per tutto una considerazione. I primi titoli di queste ore per presentare questa impennata del mercato delle biciclette (niente di nuovo rispetto al passato) sono di questo tono: “cresce la passione per le biciclette”. Non ci sembra che altrettante presentazioni siano state fatte, per esempio, per il mercato dell'automobile che in questi giorni e' cresciuto. Qualcuno ha letto o sentito cose del tipo “cresce la passione per le automobili”? In passato abbiamo letto cose tipo “cresce la passione per le moto”. E infatti, moto e biciclette sono considerate “passione” non valide alternative alla mobilita' privata a quattro ruote. Non solo, ma se per la moto (distinguendo anche tra scooter e motocicletta) si tratta comunque di una nicchia rispetto alla mobilita' a motore, per la bicicletta e' tutta un'altra cosa. Sarebbe la vera alternativa della mobilita' privata, da mettere in pratica con politiche di vera e propria sostituzione rispetto alla mobilita' a motore, cosi' come avviene in citta' come Copenaghen, emulata in piccolo solo da alcuni comuni della regione Emilia Romagna.
La bicicletta e' quindi considerata una “passione”, al pari di chi e' appassionato del cinema o del teatro o del trekking o delle mangiate fuori porta. E' evidente, di conseguenza, che le pubbliche amministrazioni possono venire incontro alle passioni dei propri amministrati (per restare in argomento con gli esempi: rassegne di cinema e teatro, maratone urbane, sagre gastronomiche, etc), ma non trasformarle in scelte primarie e sostitutive, ma roba marginale.

(*) gridano vendetta -valga come mega-esempio per tutti- le promesse in merito dell'amministrazione fiorentina che, ospitati i mondiali di ciclismo l'anno scorso, a parte l'asfaltatura di alcune strade a vantaggio poi della mobilita' a motore, a parte alcuni percorsi per le scampagnate sulle due ruote a pedali, a parte alcune inutili medagliette per le presunte targhe che dovrebbero consentire che le bici vengano rubate meno (Firenze e' al top nazionale per questi furti) non ha dato seguito ad una politica infrastrutturale organica e sostitutiva della mobilita' a motore.
 
 
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