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Turismo. No welcome in Italy. Roma e Venezia
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Comunicato di Primo Mastrantoni
24 giugno 2013 13:15
 
 Non siete i benvenuti in Italia. Per i turisti questo dovrebbe essere il cartello da affiggere all'ingresso del Bel Paese. Il caso dei turisti in visita al Colosseo, lasciati a se stessi, con file lunghissime e sotto il sole cocente e' il segno di come il visitatore sia considerato un peso da sopportare e non una risorsa.
Emblematico e' il caso di Venezia, altra citta' d'arte che dovrebbe cullare gli ospiti, invece si fa di tutto perche' l'approccio sia negativo. Iniziamo dalla stazione ferroviaria. Appena scesi dal treno il primo impatto e' la vista dei turisti seduti a terra. Non si e' pensato a collocare qualche panchina? No. Qualcuno puo' affermare che sono in corso lavori di ristrutturazione, il che, pero', non impedisce di mettere panche successivamente riutilizzabili. Si alza lo sguardo e si vedono infiltrazioni d'acqua e pezzi di soffitto mancanti. Si osserva un respingente e si vede che e' arrugginito. Una mano di vernice e' di troppo? Si vuole depositare il bagaglio? C'e' una fila chilometrica perche' ci sono solo due addetti. Non si puo' aumentare il personale in relazione alle esigenze? Altra chicca e' l'ufficio turistico che apre alle 13.30. Qualcuno pensa che i turisti si svegliano tardi? C'e' un altro ufficio turistico nel piazzale antistante la stazione, momentaneo, si direbbe dalla struttura. File di turisti, ovviamente e caldo per gli addetti. Per accedervi occorre scendere le scale ma non ci sono scivoli per disabili e per coloro, praticamente tutti, che hanno valigie con rotelle. Si va verso i traghetti, dove, per soli 7 euro a tratta, si fa una fila interminabile sotto un sole implacabile. Di distributori automatici di biglietti ne abbiamo visto uno solo. Ma non si puo' fare il biglietto con il cellulare? Ci si sposta di qualche metro, ma con cautela perche' occorre fare attenzione alle buche, e si incontra il Palazzo della Regione protetto da impalcature, da tempo immemore (ci cresce l'erba) che, oltretutto non servono piu' perche' i lavori sono ultimati. Ultimo affronto: il ponte di Calatrava. Costato 11 milioni di euro e' un ponte pedonale ma non per disabili per i quali e' stato inserita una ovovia, ovviamente ferma.
Questo il primo impatto con Venezia.
Chiediamo ai ministri competenti: questo sarebbe il biglietto da visita dell'Italia?

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