testata ADUC
Le aziende a partecipazione pubblica. Il cancro dell'economia di cui si fa finta di cercare la cura
Scarica e stampa il PDF
Editoriale di Vincenzo Donvito
16 novembre 2015 12:49
 
 L'Istat fa sapere che per il 2013 le aziende il cui capitale ha una presenza di soldi pubblici, sono quasi 11 mila, con quasi 1 milione di persone che vi lavorano .
La fotografia di un'economia di capitalismo deteriore (non unico nel mondo cosiddetto libero e occidentale) che, nella versione italica, significa anche potere, clientelismo e doppi pagamenti da parte dei contribuenti.
Potere. Si tratta di societa' di capitali (essenzialmente spa e srl), dove piu' della meta' e' controllata oltre il 50% da capitale pubblico. Societa' dedite a servizi fondamentali per la pubblica amministrazione, servizi che sono sottoposti a controllo dalle stesse amministrazioni e, quindi, dove controllore e controllati combaciano… con risvolti politicamente melodrammatici ed economicamente disastrosi per i soldi di tutti i contribuenti.
Clientelismo. Quasi un milione di addetti significa che, tra famiglie dirette, indotto e altrettante famiglie, come minimo sono coinvolte cinque milioni di persone. Che votano e fanno votare anche secondo il metodo piu' diffuso nel nostro Stivale: quelli ci danno lavoro, non importa cosa, ma lavoro….
Doppi pagamenti. Il contribuente medio paga il doppio: oltre ai servizi che vengono erogati da queste societa' (rifiuti, acqua, etc), anche i capitali di rischio e il ripianamento dei frequenti disavanzi. Disavanzi che in una logica e pratica capitalistica porterebbero le amministrazioni a cambiare queste societa' di gestione, ma che nella configurazione di cui stiamo trattando, tra clientelismo e potere, le societa' -anche le piu' canaglie- rimangono sempre li'.
Questa e' la nostra lettura di quanto ha fotografato il nostro Istituto di Statistica. A cui aggiungiamo che governi passati e attuali continuano a chiamare questo contesto come privatizzazione, dando a questa parola una sorta di senso magico che tutto dovrebbe risolvere. Ma che, nella sostanza e nei numeri, ha solo modificato nel nome il vecchio monopolio, lasciando intatta pratica, costume e politica. Tutto questo a danno dei cittadini e dei contribuenti: servizi mediamente scadenti e vessatori, gestiti comunque in un contesto di monopolio (capitale o non capitale, nei risultati e nella gestione non cambia nulla), senza lo stimolo imprenditoriale della concorrenza e la competizione per offrire una migliore qualita' e quindi motivare e legittimare le proprie prestazioni.
Siamo eccessivi nel bollare come finzione e presa peri fondelli il processo economico italiano verso privatizzazione e liberalizzazione? E come inaffidabili tutti quelli che, con nomi di fantasia piu' o meno nuovi, vengono chiamati capitani coraggiosi… che poi sono sempre gli stessi, anche quando alle spalle hanno fallimenti clamorosi (management storico Alitalia docet)?
 
 
EDITORIALI IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS