testata ADUC
Il governo si muove per le banche? Tardi e male...
Scarica e stampa il PDF
Editoriale di Alessandro Pedone
6 aprile 2016 12:29
 
 Gli addetti ai lavori sanno benissimo, da anni, che uno dei principali problemi per il sistema economico italiano è il sistema bancario e specificatamente il problema delle sofferenze bancarie. Per sofferenze bancarie s'intendono i prestiti concessi dalle banche che hanno difficoltà ad essere ripagati. Il 4 maggio dell'anno scorso, il Presidente del Consiglio annuncio che “Nelle prossime settimane troveranno corso e concretizzazione i passaggi sulle sofferenze bancarie e sugli strumenti tesi a rendere il sistema bancario italiano nella stessa situazione degli altri paesi europei”.
Il problema delle sofferenze bancarie (1) è un problema importantissimo, il quale, se fosse affrontato alla radice, darebbe senza alcun dubbio uno slancio importantissimo alla nostra economia. Lo abbiamo già definito: “il singolo provvedimento più utile che possa essere fatto per far ripartire l'Italia”
Purtroppo e' stato affrontato tardi e male, come spesso accade con i problemi incancreniti.
Il principale ostacolo ad una soluzione definitiva del problema appare essere, ancora una volta, l'opposizione dell'Europa che non vuole “aiuti di Stato”.
Dopo diversi mesi di trattativa con la burocrazia europea, l'unico provvedimento che l'Italia è stata in grado di partorire è un vero e proprio “papocchio”, ovvero le GACS, Garanzie sulle Cartolarizzazione delle Sofferenze. Queste norme sono state presentate dalla stampa come “la bad bank all'italiana”, ma i fatti hanno poi dimostrato che, in pratica, non servono neppure minimamente a scalfire il problema.
Ciò che serve è qualcosa di simile a quello che hanno fatto in Spagna, cioè una vera bad bank che ripulisca il sistema bancario dai crediti in sofferenza. In Spagna questo è stato fatto addirittura con i soldi dell'Europa e quindi anche con soldi dell'Italia.
Comprendiamo che è molto più facile a dirsi che a farsi. Comprendiamo che si tratta di una cosa estremamente complessa, ma comprendiamo al tempo stesso che è veramente di fondamentale importanza, ed aver fatto passare un anno per poi partorire un provvedimento che si è rivelato di fatto inutile, è una cosa grave.
Se il problema è l'Europa, per una volta, bisognerebbe avere il coraggio di dire: “Signori, ci assumiamo la responsabilità di fare un provvedimento che riteniamo utile non solo per l'Italia, ma anche per l'Europa – perché un'Italia economicamente più forte è un vantaggio per tutta l'Europa - , sebbene voi lo considerate in contrasto con i vincoli europei sugli aiuti di Stato. Non chiediamo soldi a nessuno, ma non possiamo permettere che le banche Italiane versino in queste acque.”
Sicuramente l'Italia ha moltissime colpe, perché in passato, quando provvedimenti del genere erano ritenuti possibili (ed addirittura aiutati dall'Europa) noi non abbiamo fatto niente ed anzi ci siamo beati con la favoletta che le nostre banche erano solide. Al netto delle nostre responsabilità, però, non è tollerabile che l'Europa ci impedisca di porre un rimedio radicale al nostro principale freno economico per la ragione che questo, oggi, configurerebbe un aiuto di Stato.
Se il Governo troverà, nei prossimi giorni, un modo per salvare capra e cavoli (magari con il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti) bene, ma visto che già ha fatto un papocchio con le GACS, non vorremmo assistere, per non andare contro l'Europa, ad una riedizione dello stesso film.

(1) come abbiamo già scritto
 
 
 
EDITORIALI IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS