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Greferendum, l'Euro (e l'UE) verso la disintegrazione?
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Editoriale di Pietro Yates Moretti
7 luglio 2015 13:55
 
Il referendum greco dimostra come il metodo intergovernativo adottato per governare l'Euro e la UE non funzioni.
Fatto il greferendum, si legge che ora alcuni Paesi creditori pensano di indire un referendum per sentire i loro cittadini su un accordo con la Grecia. E' loro diritto farlo, come era diritto per i greci. E' probabile che in molti Paesi europei, non solo del ricco Nord ma anche del ben più povero Est, dove il tenore di vita è in alcuni casi inferiore a quello greco, i rispettivi elettorati voterebbero “no” ad ulteriori esborsi di denaro o ristrutturazioni del debito.
Insomma, dalla necessità di trovare un accordo tra 19 governi, stiamo passando alla necessità di trovare un accordo tra 19 corpi elettorali nazionali?
Oltre a non risolvere le crisi, prolungandole e persino aggravandole, il metodo intergovernativo e quello dei referendum nazionali non fanno altro che coltivare un rinato antieuropeismo intriso di nazionalismo. Antieuropeismo che da una parte prende di mira i “Paesi spendaccioni”, dall'altra i “Paesi ricchi ed egoisti”.
Andare avanti su questa strada non potrà che portare alla contrapposizione tra popoli e alla disintegrazione dell'Unione Europea.
Un lieto fine per i molti che oggi sostengono che i nostri problemi di spesa pubblica inefficiente, debito insostenibile, burocrazia, bassa competitività, evasione fiscale e corruzione siano responsabilità dell'UE o dell'Euro.
Una tragedia per chi invece considera l'UE un'unione da perfezionare tra Paesi e popoli diversissimi che, dopo essere stati in guerra tra loro per millenni, stanno faticosamente cercando di trovare forme alternative di risoluzione dei conflitti e di competere in un mondo popolato da superpotenze.
L'unico modo per salvare il progetto europeo è andare spediti verso gli Stati Uniti d'Europa, con la creazione di istituzioni europee democratiche dotate dei tipici poteri di un Parlamento e Governo federali. E se referendum  ci sarà, dovranno da qui in avanti esprimersi tutti gli elettori europei, e non quelli di singole nazioni.
 
 
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