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Istituzioni, riti, presidenti. E la Repubblica?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
3 febbraio 2015 17:07
 
Con tutto rispetto per la carica istituzionale, gli aspetti culturali e umani sono fatti suoi, quelli geopolitici ci interessano non piu' di tanto, quelli politici “vai a capirli”, quelli economici... gia' quelli economici, chissa' se il cittadino numero Uno di una Repubblica fondata sul lavoro deve avere delle specifiche prerogative economiche … bla bla... abbiamo il presidente.
Media e lui stesso hanno detto quello che non poteva altrimenti essere detto: “saro' un presidente di garanzia per tutti”... e giu' applausi a tutto spiano, qualcuno si immaginava che avrebbe detto che lo sarebbe stato solo per quelli che... ? Antifascista... forse un diverso presidente avrebbe detto che sarebbe stato fascista? Lavoro per tutti... ecco, questa e' forse la storia della Repubblica fondata sul lavoro, ma qualcun altro avrebbe forse detto che si impegnava perche' il lavoro fosse garantito solo per quelli che....; Liberta' di stampa... dopo Charlie-Hebdo qualcuno avrebbe detto il contrario? Anche se affermarlo non vuol dire che sia favorevole all'abolizione dei reati di opinione, oppure e' qualcosa modello-Hollande e codici italiani (e non solo), cioe': liberta' si', ma per quelli che non parlano male di noi.
E mentre il presidente nel suo discorso alla nazione salutava gli stranieri in Italia (giu' applausi anche qui), un martello pneumatico mi entrava nel cervello: il vicinissimo cantiere edile a gestione e mano d'opera albanese era a pieno ritmo... non stavano ascoltando il discorso del presidente della repubblica fondata sul lavoro... e meno male, altrimenti vuol dire che mi ero svegliato senza accorgermene in un Paese dove tutto si ferma, si azzittisce e si incolonna per i riti nazionali.
I riti nazionali, per l'appunto.
E mi sono chiesto: ma abbiamo proprio bisogno di un presidente della Repubblica? I britannici non hanno la Costituzione, ma hanno la Regina, anche se tanti altri Regni hanno fior fiore di costituzione. In Germania... chi si ricorda come si chiama il presidente della Repubblica federale? E poi, io dei tedeschi non mi fido, sara' il “giorno della memoria” di questi giorni, ma forse questa fiducia apparterra' ai figli dei figli dei miei figli coi tedeschi figli dei figli dei figli (ma questo e' un altro discorso). In Russia, che e' una repubblica..., il capo del Governo gioca a scambiarsi con il presidente... chissa' Putin che turno sta facendo ora.... In Usa... va be' li' e' un'altra cosa, dove queste cose le fanno sul serio e se non sei stato al gioco cercando di barare, ti va bene se sei nel tuo ranch a coltivare noccioline, mica a salutare a casa sua il nuovo presidente o a gestire le piu' grandi aziende del Paese, pubbliche o meno che siano.
Ripeto: ma abbiamo proprio bisogno di un presidente della Repubblica? Ma come -sento che mi dicono dall'angolino- se non c'era Napolitano chissa' in quale casino eravamo, pensa a Monti, a Letta, a Renzi, agli appelli per la giustizia e la denuncia di quelle schifezze delle carceri, il diritto all'eutanasia, il dovere di ospitalita' degli immigrati, etc... E mi domando: perche' se non c'era Napolitano non avremmo avuto un Monti, un Letta e un Renzi? E gli appelli di Napolitano per giustizia, carceri, immigrati, etc.. a parte le informazioni nei giorni in cui sono stati pronunciati, hanno cambiato qualcosa? Su cosa lucra(va)no -per esempio a Roma- i compagni dello stesso partito di provenienza di Napolitano?
Ma -e' la solita vocina dall'angolino- ora c'e' il presidente nuovo, con la mega unita' di voti e di consenso anche da chi non l'ha votato.... ma -qui sono io che parlo- perche' con Napolitano non era grossomodo la stessa cosa?
Mi domando, qui per l'ultima volta: ma abbiamo proprio bisogno di un presidente della Repubblica?
E aggiungo: nel 2015, caduti tutti i muri e i blocchi di ispirazione socialista autoritaria, che senso ha che una Repubblica debba essere fondata sul lavoro e non, per esempio, sulla liberta', la fraternita', l'uguaglianza, etc?
Ma forse il (mio) problema non e' il presidente, ma i riti. Laici, repubblicani, monarchici, religiosi. Siamo sicuri che il nostro corpo, e il proprio motore che lo coordina, ha bisogno di ritualita'? E la consapevolezza del proprio essere limitato anche cercando di guardare sempre oltre la montagna... quanto beneficio trae dalla ritualita'? Beneficio apparente e subito tangibile, tanto. Ma quel beneficio che intravedi guardando negli occhi tua figlia o il tuo animale domestico, si alimenta con la ritualita'?
Il personale e' politico. Il politico e' personale. Il nostro respiro si alimenta grazie alle istituzioni. E queste ultime si alimentano del nostro respiro. Ognuno di noi e' nella Repubblica, altrimenti saremmo sudditi di Sua Maesta'. E quindi ci tocca, altrimenti non siamo ne' personale ne' politico. Chissa' se aveva ragione Francesco Russo.
Parliamone.
 
 
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