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Italia irrecuperabile. Le liberalizzazioni ferroviarie
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Editoriale di Vincenzo Donvito
16 giugno 2015 9:36
 
 Un decreto legislativo approvato lo scorso 10 giugno dal Governo, recepisce la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno spazio unico europeo per il trasporto ferroviario, nota come direttiva Recast. Vibranti le proteste di Ntv (Italo) che ritiene non consono alla direttiva comunitaria il decreto approvato, che violerebbe la concorrenza nel settore ferroviario.
Noi ci fermiamo su un punto. Il comma 14 dell'articolo 27 del decreto che “spunta” le armi all'Autorita' per la regolazione nel settore dei trasporti: il tetto sanzionatorio per il solo settore ferroviario (quindi non autostrade ed aeroporti) e' fissato in massimo 1 milione di euro. Limite che ci ricorda molto, per la sua esiguita', quello di altre Autorita' (Antitrust, Aeeg-Energia e Agcom-Comunicazioni) e che, di fatto, e' un incentivo alle violazioni da parte degli operatori (pagano la multa, quando la pagano, tanto il suo valore e' molto inferiore ai guadagni che percepiscono con i diffusi illeciti nei confronti dell'utenza).
Qui, pero', la situazione e' un po' piu' “malandrina”. Al peggio non c'e' mai limite. Presso l'Autorita' dei trasporti e' in corso un procedimento sanzionatorio contro Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, del gruppo Fs) per presupposta violazione delle regole sulle parita' di accesso alla rete a svantaggio di Ntv. Procedimento che potrebbe portare ad una multa di 934 milioni contro Rfi, spa partecipata al 100% da Fs, quindi pubblica. Il dubbio che la manina che ha guidato il decreto del Governo possa essere a vantaggio del monopolista, per evitargli la salata multa, non ci sembra tanto lunare e maligno.
Quando controllore e controllato si identificano, il gioco e' sempre truccato. Questa e' l'ennesima dimostrazione. Vittime: investitori privati di aziende concorrenti e, soprattutto, utenti del servizio. Italia irrecuperabile? Sembra proprio di si'!
 
 
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